Il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, di concerto con il ministro per l’Innovazione tecnologica e la Transizione digitale, Vittorio Colao, ha adottato venerdì scorso il decreto che individua le modalità attuative per l’utilizzo del Fondo per la sperimentazione del voto e dello scrutinio elettronico per le elezioni politiche ed europee e per i referendum.
Il decreto fa esplicito riferimento al voto degli italiani all’estero e dei cittadini che, in Italia, al momento del voto si trovino fuori dalla loro regione di residenza per motivi di lavoro, studio o cure mediche.
Il provvedimento approva le “linee guida” per la sperimentazione di modalità di espressione del voto in formato digitale, redatte dal gruppo di lavoro composto da rappresentanti di Farnesina, Viminale, Ministeri della giustizia e per l’innovazione tecnologica e ufficializzate il 25 maggio scorso.
Per verificare il corretto funzionamento del sistema di voto e dello scrutinio elettronico, il documento prevede una gradualità della sperimentazione, con una prima fase di “simulazione” del voto e dello scrutinio elettronico priva di valore legale, che coinvolgerà un campione significativo di elettori.
All’esito della fase di simulazione, si potrà procedere alla sperimentazione dell’utilizzo del sistema di voto elettronico in un evento elettorale, avente valore legale.
Il decreto è frutto di un emendamento alla manovra 2020 del presidente della commissione Affari costituzionali della Camera Giuseppe Brescia, promotore dell’iniziativa parlamentare in favore del voto elettronico.
L’articolo 1, comma 627, della legge 160/2019 (manovra per il 2020), ha istituito un fondo da un milione di euro presso il ministero dell’Interno per il voto elettronico, «allo scopo di introdurre in via sperimentale modalità di espressione del voto in via digitale per le elezioni politiche ed europee e per i referendum previsti dagli articoli 75 e 138 della Costituzione».
Il comma successivo prevedeva il varo in 30 giorni di un decreto del ministro dell’Interno, di concerto con quello dell’Innovazione tecnologica e la digitalizzazione (il ministero ha poi assunto una nuova denominazione), con le modalità attuative di utilizzo del Fondo.
E con le linee guida della sperimentazione «limitata a modelli che garantiscano il concreto esercizio del diritto di voto degli italiani all’estero e degli elettori che, per motivi di lavoro, studio o cure mediche, si trovino in un comune di una regione diversa da quella del comune nelle cui liste elettorali risultano iscritti». Il decreto è arrivato, dunque, con 15 mesi di ritardo.
«Dopo la pandemia – sottolinea il presidente Brescia – è ormai chiaro a tutti che la tecnologia può aiutare a liberare diritti. La sperimentazione del voto elettronico sarà mirata a studenti fuorisede e agli italiani all’estero, categorie che soffrono ostacoli burocratici insormontabili senza il digitale.
Siamo di fronte a un risultato storico. Ci affidiamo al lavoro degli esperti e alla sperimentazione finanziata con un milione di euro, fissando un obiettivo concreto: il voto online sia realtà alle prossime politiche». (AISE/Il Sole 24 Ore)
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