di Pino Forconi
Nel cuore dell’Abruzzo, a circa 70 chilometri dall’Aquila, sorge Celano, un antico borgo dalle origini remote che risalgono addirittura al Paleolitico. Nel corso dei secoli la città ha vissuto invasioni barbariche e romaniche, oltre agli sconvolgimenti causati dal prosciugamento del lago Fucino, che portarono allo spostamento del vecchio abitato sul colle di San Flaviano. Proprio lì fu edificato il Castello Piccolomini, simbolo e fulcro della storia cittadina.
Celano passò sotto il dominio di importanti famiglie come i Celano, i Berardi e gli Sforza, subendo distruzioni – come quella inflitta da Federico II di Svevia nel XII secolo – e calamità naturali, tra cui il terribile terremoto del 1915 che mise a dura prova la comunità. Ma la storia del borgo continua a intrecciarsi con quella del suo castello.
La costruzione del maniero iniziò nel 1392 per volontà di Pietro Berardi, conte di Celano, e proseguì con Lionello Accrocciamuro, nominato conte dopo le nozze con Jacovella da Celano. Nel 1463 Antonio Todeschi Piccolomini, nipote di Papa Pio II, trasformò il castello, conferendogli l’aspetto rinascimentale-residenziale che ancora oggi ammiriamo, senza trascurarne la funzione difensiva.
Nel 1591 la contea passò a Camilla Peretti, sorella di Papa Sisto V, e in seguito cambiò più volte proprietario fino al 1893, quando fu posta sotto la tutela delle Belle Arti. Il terremoto del 1915 lo danneggiò gravemente e i lavori di restauro, tra lungaggini e interruzioni, si conclusero solo nel 1960, con l’applicazione di moderni criteri antisismici.
Celano non è solo storia e architettura: ad agosto la città celebra i Tre Santissimi Martiri – Simplicio, Costanzo e Vittoriano – patroni celanesi, martirizzati il 26 agosto del 171 d.C. sotto l’imperatore Marco Aurelio. Un legame profondo unisce quindi Celano al suo passato e alle sue tradizioni. A tutti i Celanesi, un augurio speciale.
