Flotilla Brancaleone

 Se pensavate che le missioni in mare fossero sempre ordine, disciplina e strategia, evidentemente non avete mai visto la Gaza Sumud Flotilla. Battezzata da molti come “Flotilla Brancaleone”, questa squadriglia internazionale di imbarcazioni porta con sé entusiasmo, improvvisazione e una buona dose di caos creativo, capace di far sorridere anche i più seriosi osservatori.

La flotilla, composta da decine di imbarcazioni provenienti da 44 paesi, si propone di portare aiuti umanitari a Gaza, sfidando l’embargo navale che dura da oltre 18 anni. Il termine “sumud”, in arabo, significa “fermezza” o “resilienza”, e rappresenta perfettamente lo spirito dei partecipanti: volontari, attivisti e skipper improvvisati che sembrano più preoccupati di issare bandiere e scattare selfie che di seguire rotte precise. Tra droni che lanciano granate stordenti, imbarcazioni che arrancano e qualche manovra degna di una commedia marinara, la traversata assume toni epici e comici insieme.

E a proposito di “sumud”, non bisogna cercare lontano per trovare versioni più locali di questa audace fermezza. Anche nella nostra comunità italiana locale abbiamo la nostra Sumud, fatta di sedicenti personaggi che si improvvisano “salvatori” della collettività. Come nella Flotilla Brancaleone, le loro manovre sono spesso improvvisate, le strategie poco chiare, e i risultati… beh, talvolta discutibili. Ci sono riunioni interminabili, consigli che sembrano mappe nautiche confuse, e iniziative che più che navigare verso un obiettivo concreto, si perdono tra chiacchiere e selfie commemorativi. Eppure, anche qui, il cuore c’è: il desiderio di fare la differenza, anche se a volte sembra più teatrale che pratico, riesce comunque a creare momenti di comicità.

La Flotilla Brancaleone ci insegna che non serve la perfezione per lasciare un segno. A volte basta partire, avere coraggio, un po’ di follia e tanta buona volontà. Che si tratti di attraversare il Mediterraneo o di organizzare la vita comunitaria, l’importante è il gesto, la determinazione e quel senso di missione che rende epica ogni traversata, anche quando la bussola sembra impazzita. 

E se il piano originale naufraga? Pazienza: c’è sempre qualcuno pronto a improvvisare, a ridere e ad elevarsi a paladino dei successi altrui, tra onde, attraversate, chiacchiere e grida di entusiasmo.