di Pino Forconi
Compro ogni mercoledì il giornale Allora per leggere un po’ di notizie che riguardano la nostra vita da italiani in Australia, qualche pettegolezzo qua e là, chi se ne è andato a miglior vita, quanti gol sono stati segnati, due risate con le simpatiche battute e il cruciverba che compilo senza guardare quello già risolto se non alla fine.
Mi rileggo quello che scrivo su cose che riguardano un po’ la storia della nostra Italia con i suoi angoli nascosti e quello che altri scrivono, perché sapere è sempre utile. Scarto un po’ gli articoli che parlano di politica perché tanto ne ho a sufficienza con i vari TG dall’Italia, ma tra le tante cose noto che la circoscrizione dove noi apparteniamo come italiani all’estero, cioè la “Africa-Asia-Oceania e Antartide”, è rappresentata da due eletti che gli italiani d’Australia hanno votato.
Una circoscrizione immensa, se pensiamo al territorio ricoperto, talmente grande che ci vogliono svariate ore di volo per uno di loro per arrivare fino a Ulan Bator in Mongolia, il tutto per visitare e sostenere gli italiani che li vivono (ben pochi), inaugurando per loro una camera di commercio che darà sia a loro che ai mongoli la possibilità di apprezzare un buon piatto di spaghetti all’Amatriciana.
Costui è talmente sicuro che la collettività italiana in Australia stia così bene da poter espandere il suo lavoro anche a Lubiana, per consolidare rapporti di sicurezza e strategie legate anche al conflitto ucraino in seno alla NATO.
Ma non era altro quello per cui era stato eletto? A casa, “Pantalone” (Italia), le cose stanno cambiando molto rapidamente, mentre il tempo anch’esso passa veloce; quindi è bene assicurarsi altre entrate per rimanere a galla.
Lo rivedremo? Al 2 giugno mancano ancora otto mesi, salvo qualche impegno che nel frattempo ne obblighi la presenza, come per dire… son qui.
Dall’altra parte, nel reparto senatoriale, c’è chi annaspa nell’intrigato sistema della cittadinanza che, dopo quasi tre legislazioni di promesse, si ritrova che l’attuale sistema nel giro di pochi mesi ha fatto quello che altri prima di lui, con mille promesse, hanno impegnato anni a vuoto, scusandosi (si fa per dire) che la burocrazia italiana, quella cattivona, non gli ha mai dato tempo e parola per presentare il disegno.
Naturalmente ora è occupato e giustamente preoccupato per presentare vari disegnini alternativi alla legge (già approvata) per tamponare la falla, accusando che fare un passaporto costa troppo.
Naturalmente, a chi veramente serve un passaporto non criticherà il costo, perché ne comprende le motivazioni. Speriamo non lo faccia sapere a Maurizio Landini, anche se si tratta della stessa famiglia politica, perché potrebbe farne motivo per un altro sciopero nazionale.
Mirko Tremaglia aveva pensato giusto: voleva che gli italiani all’estero fossero rappresentati, ma non poté prevederne le conseguenze… Fatta la legge, trovato l’inganno—meglio dire l’abuso. La fortunata lotteria di fine anno, o meglio quella della Befana. Per le prossime elezioni, quali saranno le promesse da mettere sul piatto?
