Leone rilancia visione educativa della Chiesa

A sessant’anni dalla dichiarazione conciliare Gravissimum educationis (28 ottobre 1965), Leone XIV ha pubblicato ieri la lettera apostolica “Disegnare nuove mappe di speranza,” dedicata al tema dell’educazione. Firmata pubblicamente lunedì 27 ottobre, poco prima della Messa per il Giubileo del mondo educativo, la lettera riafferma il ruolo della scuola cattolica come luogo in cui “fede, cultura e vita si intrecciano”, sottolineando la centralità della persona e la responsabilità spirituale degli educatori.

Il Papa, scrive che “non si nasce professionisti, ma si diventa passo a passo, libro dopo libro, sacrificio dopo sacrificio”. L’educazione, afferma, non può limitarsi all’istruzione tecnica: “Gli insegnanti non sono solo lavoratori ma testimoni; la loro coerenza vale quanto la loro lezione”.

In continuità con la sua esortazione Dilexi te, Leone XIV richiama l’urgenza di un’educazione attenta ai poveri e all’ambiente. “Dimenticare la nostra comune umanità ha generato fratture e violenze; e quando la terra soffre, i poveri soffrono di più”, ammonisce, invitando a unire giustizia sociale e ambientale, promuovendo sobrietà e stili di vita sostenibili. Ogni gesto, aggiunge, è “alfabetizzazione morale”: evitare sprechi, scegliere con responsabilità, difendere il bene comune.

Il documento, firmato accanto al cardinale José Tolentino de Mendonça, ribadisce l’importanza della mitezza come metodo educativo: “L’educazione non avanza con la polemica, ma con la mitezza che ascolta”. Il Pontefice rende omaggio alla lunga tradizione dell’educazione cattolica, da sant’Agostino — che vide nel maestro autentico colui che “suscita il desiderio della verità” — al monachesimo che preservò i testi classici, fino alla nascita delle prime università.

Nella parte finale, Leone XIV cita figure come san Giovanni Bosco, Francesca Cabrini, Maria Montessori e Giuseppina Bakhita, riconoscendo il ruolo delle donne nella promozione dell’educazione e della dignità umana. La famiglia, ricorda, resta “la prima scuola di umanità”. L’educazione cattolica, conclude il Papa, misura il suo valore “non sull’efficienza, ma sulla dignità, sulla giustizia e sul servizio al bene comune”.