di Emanuele Esposito
Oltre 6,5 milioni di italiani vivono oggi all’estero: non una semplice statistica, ma la fotografia di un fallimento che dura da almeno vent’anni. Nel 2024 altri 155 mila cittadini hanno lasciato il Paese, confermando un’emorragia di giovani e competenze che qualcuno definisce “mobilità internazionale”, ma che nei fatti è una fuga.
Una fuga fatta di donne, trentenni con lauree senza sbocchi, quarantenni logorati dalla precarietà, famiglie che si spezzano e territori che si svuotano. L’Italia perde abitanti, borghi, scuole, campi. Il Rapporto Migrantes 2025 lo certifica: non è più un’emergenza ma una condizione strutturale, e strutturale deve essere anche la risposta politica.
Non bastano bonus episodici o annunci senza seguito. Serve una strategia nazionale che superi burocrazia e politiche del lavoro obsolete, e che premi davvero merito, rischio e innovazione. Ogni giovane che parte porta con sé un investimento pubblico e un pezzo di futuro collettivo. Per questo ho avanzato proposte operative, non slogan. Tra queste, Ritorno alla Terra, un piano per riportare 10.000 giovani nei campi, recuperare 50.000 ettari incolti e creare 65.000 posti di lavoro. E Tornare per Ricostruire, un progetto da 4,7 miliardi in cinque anni per favorire il rientro di 100.000 italiani con incentivi fiscali, formazione, alloggi e opportunità nei borghi.
Serve una politica nazionale del lavoro giovanile, una strategia per il rientro dei talenti e un grande piano di rigenerazione rurale.
