di Angelo Paratico
Alberto De’ Stefani fu un grande economista e un grande intellettuale, che andrebbe riscoperto e studiato. Nacque nel 1879 a Verona da Pietro e da Carolina Zamboni, morirà a Roma nel 1969. Studiò giurisprudenza a Padova, ed economia a Venezia.
Viaggiò in Germania e in Inghilterra e si stabilì a Vicenza. Si avvicinò al pensiero di Maffeo Pantaleoni, del Toniolo e di Pareto, con i quali fu in corrispondenza. Prese parte alla guerra mondiale sul fronte del Cadore come tenente e poi capitano.
Docente di Economia, nel 1921 fu eletto al Parlamento nel collegio di Verona e Vicenza.
Con l’avvento del Fascismo divenne Ministro delle Finanze, venendo poi ammesso al Gran Consiglio condel Fascismo nel 1932, perché non gradiva sue certe prese di posizione. Nel 1936 partì per la Cina, richiesto dal generalissimo Chan Kaishek, su indicazione del direttore della Bundesbank, H. Schacht.
Nel 1937 fu nominato alto consulente del comparto finanziario cinese e si dedicò alla riorganizzazione amministrativa e di mobilitazione della Repubblica di Cina.
Operò in momenti difficili, proprio in coincidenza con il conflitto sino-giapponese. Quando partì l’Italia guardava con simpatia la Cina ma proprio nel corso della sua permanenza in estremo Oriente il vento mutò a favore del Giappone, ponendolo in una posizione difficile, essendosi impegnato con il Generalissimo di convincere Mussolini a svolgere un’azione mediatrice assieme alla Gran Bretagna. Nessuno gli disse del cambio di schieramento ma lo venne a sapere dalla stampa.
Mussolini non aveva gradito la sua avversione all’occupazione dell’Etiopia e nel 1938 fu contrario alla politica razziale italiana. Sarà uno dei firmatari della mozione Grandi che il 25 luglio 1943 rovesciò il Fascismo. Fu condannato a morte in contumacia dalla Repubblica di Salò ma se la cavò.
Dopo la guerra fu reintegrato all’Università di Roma e mantenne l’incarico di direttore dell’Istituto di Politica economica e finanziaria fino al 1954 e continuò a collaborare con il Tempo e il Corriere della Sera.
