Aperti i lavori dell’Assemblea monotematica del CGIE sulle elezioni per il rinnovo dei Comitati per gli Italiani all’Estero, il Segretario Generale Michele Schiavone ha lamentato innanzitutto l’assenza del Ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, che in qualità di capo della Farnesina ricopre la carica di Presidente del CGIE, nonché un “metodo malsano di preparazione alle elezioni.”
Rivolgendosi al Sottosegretario Della Vedova, Schiavone ha chiesto che il CGIE “sia reso partecipe del programma che il nuovo governo, in carica da quattro mesi, intende realizzare per gli italiani all’estero.” Presenti all’assemblea molti parlamentari eletti all’estero e menzionati quanti hanno fatto pervenire scuse. Nessun accenno agli eletti dall’Australia, Nicola Carè e Francesco Giacobbe.
Schiavone ha osato “reclamare maggiore considerazione verso il CGIE e i Comites, maggiore coinvolgimento nelle scelte e nelle decisioni che interessano gli italiani all’estero, sui pareri e le scelte assunte a priori dalla Amministrazione” non per ultimo la questione relativa ai contributi alla stampa estera e l’esclusione dei Comites dai pareri degli stanziamenti agli enti promotori di lingua e cultura italiana.
I Comites si vedono costretti, afferma Schiavone, a ricorrere a “formule schematiche generiche, intrise di prese di posizione edulcorate per coprire i ritardi, difficoltà, inadempienze e l’eccesso di burocrazia in cui versa la rete diplomatico-consolare.”
Il Segretario Schiavone ha infine insistito affinché il MAECI dirami “messaggi semplici, facili e nelle lingua parlate” in quei paesi, come l’Australia, dove risiede una grande quantità di cittadini di origine italiana, anche di quarta e quinta generazione.
Per Maria Chiara Prodi, componente del CGIE eletta in Francia, la campagna informativa per le elezioni “è un dialogo tra sordi. Per noi partecipazione prevede l’elettorato passivo, evidentemente per il MAECI no. Come si possa pensare che un’emigrazione in costante movimento e accresciuta possa, in 20 giorni, scoprire che i Comites esistono e candidarsi e raccogliere 100/200 firme qualcuno me lo deve spiegare.”
Per il Direttore Luigi Maria Vignali, malgrado la legge impone all’Amministrazione di avviare la campagna informativa a partire dal 3 settembre – data per la formale indizione delle elezioni da parte del MAECI – la campagna informativa e stata iniziata molti mesi prima “al fine di incrementare la percentuale di affluenza, che alle elezioni del 2015 fu pari al solo al 4.5% degli aventi diritto.”
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