Una settimana d’oro e d’azzurro a Tokyo

Quando si vince una medaglia alle Olimpiadi si esce dalla “semplice” aureola dello sport e si entra direttamente nel mito. E in questa olimpiade giapponese, in questo strano e difficile anno, di miti colorati d’azzurro ne sono nati tanti, come non mai nella storia.

Al momento, a due giorni dalla fine dei giochi di Tokyo 2020, l’Italia ha conquistato 38 medaglie, con 10 ori entusiasmanti e storici. Anzi, uno più entusiasmante dell’altro, uno più storico dell’altro. Un record straordinario (il precedente era Roma 1960, con 36). E chissà che non possa regalarci ancora qualche sorpresa nel rush finale.

Eppure sembrava impensabile all’inizio di questa rassegna olimpica faticosa per tante ragioni (il Covid in primis, ma anche per le problematiche incontrate dal Coni nell’ultimo anno per l’iscrizione). E poi sembra ancora più complessa quando dopo la prima settimana gli ori stentavano ad arrivare, e all’apparenza l’olimpiade più che d’azzurro e d’oro sembrava tingersi di uno scialbo grigio. E invece è arrivata una consacrazione inaspettata, incredibile. Un rinascimento.

La prima settimana sono arrivate alcune belle medaglie (specie l’oro del primo giorno di Vito Dell’Aquila nel Taekwondo 58 kg), ma anche diverse delusioni (specialmente dalla scherma, fucina di gioie in passato per i colori italiani). Fino a quando, nella seconda settimana, ad aprire le danze non sono state le due atlete del canottaggio, Federica Cesarini e Valentina Rodini, con la vittoria nella specialità del doppio pesi leggeri femminile (prima volta sul gradino più alto del podio per le donne italiane del canottaggio).

E poi domenica scorsa, quando in 11 minuti l’Italia ha vissuto uno dei momenti più alti della sua storia sportiva, quando prima “Gimbo” Tamberi si è regalato una rivincita strepitosa nel salto in alto dopo la rinuncia per infortunio a Rio 2016, poi Marcell Jacobs ha scioccato il mondo diventando il primo italiano in una finale olimpica nei 100 m piani e poi il primo italiano campione olimpico con un tempo pari a quello di Usain Bolt di 5 anni prima.

11 minuti, 2 ori. E l’Italia vola sulle ali dell’entusiasmo. E quindi Ruggero Tita e Caterina Banti, con un oro che ha riscritto la storia italiana della vela. Poi ancora il ciclismo su pista, che ha regalato un oro condito da record del mondo a Francesco Lamon, Simone Consonni, Jonathan Milan e Filippo Ganna.

E poi ancora la marcia, che tra ieri e oggi, con Massimo Stano e Antonella Palmisano, ci hanno regalato due ori storici nel maschile e nel femminile nella 20 km. Tra l’altro la prima volta per un’italiana in questa specialità. E poi con la strepitosa vittoria odierna di Luigi Busà, il Gorilla d’Avola, nel Karate, che ha dato il record di medaglie assolute in un Olimpiade all’Italia (la 37esima).

E infine con la ciliegina sulla torta (la 38esima, e che 38esima…), quanto Tortu (e perdonerete il gioco di parole) ha superato di un centesimo i rivali britannici (con un recupero nell’ultima frazione da stropicciarsi gli occhi considerando le sue difficoltà e che rimarrà negli annali), dando all’Italia una medaglia che sembrava pura utopia solo qualche mese fa: Lorenzo Patta, Marcell Jacobs, Eseosa Desalu e Filippo Tortu, la staffetta 4×100 italiana è la più veloce del mondo! E nel frattempo l’Italia ha superato Germania e Francia in un medagliere che sorride, anzi, più che sorride al Team Italia.

“La più grande olimpiade di sempre” ha commentato Giovanni Malagò, il numero uno del Coni. Difficile dargli tort(u)o. Una settimana che ha superato anche il più idilliaco dei sogni e che, passo dopo passo, fuga dopo fuga, spinta dopo spinta, recupero dopo recupero, pedalata dopo pedalata, pagaiata dopo pagaiata, salto dopo salto e, soprattutto, corsa dopo corsa, si è trasformata in un’apoteosi azzurra, indimenticabile, incancellabile.

Insomma, una settimana d’oro e d’azzurro a Tokyo 2020 per la storia. (Luca Matteuzzi\AISE)

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