In occasione dell’ultima conferenza stampa, Michele Schiavone, segretario generale del Consiglio generale degli italiani all’estero non ha risparmiato parole molto dure contro il governo italiano. Mario Draghi? “Nemmeno una parola per gli italiani nel mondo in tutti questi mesi”.
Insoddisfazione anche nei confronti della Farnesina. “Gli italiani all’estero non hanno alcun interlocutore in questo governo: un esecutivo sordo e cieco, accusa il segretario generale, di fronte alle richieste e ai problemi dei nostri fratelli italiani residenti oltre confine,” riporta Italia Chiama Italia.
La conferenza stampa ha voluto fare il punto della situazione dopo la riunione del 4 agosto scorso, che aveva visto la partecipazione del Sottosegretario agli Esteri Della Vedova e del Direttore Generale per gli Italiani all’Estero Vignali in dibattito aperto sulle problematiche legate alle elezioni dei ComItEs previste per il prossimo 3 dicembre 2021.
Da più parti è affermato che sulle elezioni dei ComItEs si gioca infatti gran parte della credibilità della rappresentanza estera e dello stesso Consiglio Generale degli Italiani all’Estero.
“La richiesta del CGIE è rafforzare la rappresentanza perché questo ordinamento è ormai in parte datato. Oggi le prospettive di vita degli italiani all’estero sono mutate e c’è davvero un cambio di paradigmi. Il CGIE da tempo ha chiesto al Governo il perché, a sei mesi di distanza dall’insediamento di Draghi, ancora non si conoscano le iniziative per promuovere le politiche per gli italiani all’estero”, ha affermato Schiavone.
Le elezioni coinvolgeranno 110 i ComItEs già esistenti e ne saranno eletti, per la prima volta, altri 16. “E’ importante affermare i diritti alla partecipazione diffusa con norme condivise”, ha aggiunto Schiavone richiamando anche il governo a fare chiarezza sulle regole di eleggibilità, delle candidature e del contributo dei ComItEs al Sistema Italia.
“Questa macchina – aggiunge Schiavone – potrebbe essere utilizzata nella proiezione dell’internazionalizzazione del Paese. Se il governo non mostra sensibilità e non c’è interazione, ovviamente tutto l’impegno, anche quello che si vorrà mettere a disposizione attraverso i programmi del piano NextGenerationEu, rischia di diventare fine a se stesso e noi resteremo sempre fuori da questi progetti, continuando a svolgere quel ruolo infido di valvola di sfogo per chi non riesce a trovare sistemazione, adeguamento alla vita sociale economica nel nostro Paese ed è costretto ad andare via”.
Ai quesiti ancora irrisolti in termini politici Schiavone ha richiamato l’attenzione del governo sulla carenza cronica di personale tra i funzionari della rete consolare e la necessità di maggiore comunicazione sulle elezioni, per ora limitata ai siti web dei consolati e delle ambasciate, anche se il MAECI ha messo a disposizione delle somme per i ComItEs uscenti provvedere a pubblicizzare l’importanza dei Comitati e del processo elettorale.
Schiavone ha inoltre rilanciato la richiesta inviata al Presidente della Repubblica di rinviare le elezioni. “Senza un minimo di iniziative informative pubbliche il risultato rischia di diventare peggiore dell’ultima volta. Ci sono inoltre dinamiche, anche tecniche, che ci portano a suggerire il rinvio”, ha affermato Schiavone.
“Il Cgie è un organismo dello Stato – sottolinea il segretario generale -, non siamo una associazione di farfallai, siamo rappresentanti di cinque continenti eletti da basi elettorali in secondo grado democratiche e abbiamo prerogative che non ci vengono riconosciute. Questo è purtroppo un grave abuso da parte di chi oggi tenta a parole di narrare qualcosa che non corrisponde alla realtà”.
Il CGIE ha lanciato una serie televisiva per far conoscere il mondo degli italiani all’estero attraverso le dieci puntate di un programma tv che sarà trasmesso su Rai Tre dal 6 al 17 settembre, di mezz’ora ciascuna, dal titolo “storie in movimento.” Il programma prevede un documentario sul periodo del Covid con testimonianze dirette, da presentare in Parlamento verso metà ottobre.
“Il modo di vivere degli italiani all’estero è cambiato profondamente: sarebbe utile ragionare sulle novità e capire le ragioni per cui a 6 mesi di distanza dall’insediamento del governo non si conoscono ancora i programmi e le iniziative per promuovere le politiche sugli italiani all’estero, in questo limbo ci muoviamo per cercare di richiamare l’attenzione del governo”.
Entro la fine del 2021 si prevede anche la Conferenza permanente Stato-Regioni-PA-CGIE. “A questi progetti radiotelevisivi, si aggiunge l’appuntamento clou sul quale abbiamo lavorato negli ultimi cinque anni che è la conferenza Stato-Regioni-Province autonome-Cgie che ha già istituito la propria segreteria. I lavori preparatori sono già stati svolti e da oggi siamo chiamati a definire con la cabina di regia le modalità per realizzarla e soprattutto i tempi. Questo avverrà entro la fine del 2021. Serve ancora definire i passaggi, se farla in videoconferenza o in presenza oppure in una formula mista”.
Il Vicesegretario Generale per i Paesi anglofoni extraeuropei, Silvana Mangione, ha auspicato un intervento risolutorio per il rinvio delle elezione dei ComItEs che scaturisca anche grazie all’appello al Capo dello Stato del CGIE. Con l’arrivo della variante Delta nell’emisfero Boreale il rischio reale è che sia i ComItEs che il CGIE vengano delegittimati dall’insuccesso delle consultazioni.
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