Invereconda esibizione di ipocrisia

“Nelle cose certe l’unità, nelle cose dubbie la libertà, in ogni cosa la carità” San Agostino.

Il copione è sempre lo stesso: non si entra quasi mai nel merito dei problemi che affliggono la comunità, ma si tende a denigra- re gli avversari, purtroppo spesso sul piano personale.

l tutto è drammaticamente amplificato dall’uso improprio dei social, dove spesso, pensando di potersi difendere dietro uno schermo, non poche persone fanno emergere il peggio di loro stesse.

La campagna per il rinnovo dei Comites, messa in atto da alcuni personaggi sui vari social, rappresenta l’ennesima dimostrazione della pochezza di un manipolo di persone, che quando scrivono non leggono, parlano per sentito dire, per partito preso e per fini elettorali, non perde occasione per strumentalizzare qualunque fatto senza informarsi certe.

La gravità della vicenda imporrebbe l’opportunità di non farne oggetto di confronto perché la campagna elettorale costituisce, notoriamente, il contesto meno adatto per una seria riflessione sulle cause che l’hanno originata.

Di contro, da giorni stiamo assistendo ad una invereconda esibizione di ipocrisia che si fonda sulla sistematica delegittimazione dell’avversario.

Nel campo della scienza politica si definisce “negative politi- cs” quella peculiare strategia con cui si cerca di screditare l’avversario per evitare di esporsi alle critiche altrui: criticare per evitare di essere criticati.

Nel nostro paese, in Italia, intendo, siamo abituati, ormai da anni, a questa tipologia di campagne elettorali che hanno finito per modificare gli abiti mentali del cittadino e, quindi, la coscienza civile di un intero popolo.

L’esito finale di questo processo è rappresentato da quell’anti-politica che tutti i partiti fingono di osteggiare ma che, in realtà, finiscono per incoraggiare. Infatti, da questa continua e spesso virulenta denigrazione degli avversari, tutti finiscono per uscirne screditati e con le ossa rotte: ecco perché poi i cittadini non nutrono alcun interesse per la politica e in questo caso per i Comites, che già sono poco conosciti; se poi aggiungiamo anche del nostro, allora la gente fugge ed ecco perché gli astenuti rappresentano il primo, vero partito.

In questo quadro di fondo il dibattito deve necessariamente assumere toni civili e pertanto ogni candidato dovrebbe impegnarsi, prima di tutto, a esporre ai concittadini le idee e le proposte del proprio schieramento, evitando magari di dire il motivo per cui non si dovrebbero votare gli altri!

Magari partecipando ai dibattiti e non fuggire o usare mezze calzette per denigrare sui social.
Eventuali critiche sono legittime solo se mosse in modo pacato e senza livore. Sono invece da rigettare nel modo più assoluto gli attacchi rivolti al piano personale.

Speriamo che il clima si plachi e che si giunga alle elezioni in un clima sereno e disteso, in maniera tale che gli elettori possano scegliere in tutta tranquillità coloro che li dovranno rappresentare nel Comites. Un clima avvelenato non è un bel biglietto da visita per il futuro della nostra comunità, laddove ce ne fosse una, altrimenti si fa il gioco apocalittico fra il bene e il male. (Esposito Emanuele)

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