Fate largo! Arriva Amedeo Mammalella

Nel 1937, l’aria delle leggi razziali colpì la diplomazia italiana in Australia. Il Console Generale d’Italia a Sydney, Paolo Vita-Finzi, ebraico, anche se fedele alla linea fascista, venne richiamato a Roma per poi essere definitivamente dimesso dal Ministero qualche mese più tardi. Nel febbraio del 1938, giunse a Sydney il Commendatore Amedeo Mammalella. Ad assistere il nuovo Console rimaneva il Vice, Luigi Buoninsegni Vitali, dei cui scandali nella collettività un decennio prima abbiamo già parlato nelle scorse edizioni.

Nel 1933, qualche giorno dopo l’anniversario della Marcia su Roma, Amedeo Mammalella venne promosso dal Consiglio dei Ministri a Console Generale di prima classe. Non a caso, il settimanale Italo-Australian, una delle testate promotrici del regime, accostò la notizia della nomina di Mammalella con il discorso di Mussolini alla Camera dei Deputati, dove il Duce faceva cenno al ruolo del fascismo come “ordine e speranza per il mondo.” 

Per ordine del Duce, Mammalella aveva servito in Brasile insieme a Manfredo Chiostri alla fine degli anni ‘20. Lì, le critiche della stampa anti-fascista locale non avevano esitato a definirli entrambi “prepotenti e somari [che] ogni giorno si rendono responsabili di gaffes madornali [in un] paese civile e generoso”. L’affronto, forse il più diretto – che oggi scandalizzerebbe soltanto qualche imbecille alle prime armi fu la frase “Mammalella prostituisce il nome d’Italia.”

Accusato di aver tradito la causa anti-fascista “quanto Mussolini gli ha offerto un posto nella mangiatoia”, i giornali italo-australiani in Brasile non risparmiarono attacchi a Mammalella, arrivando persino a ricostruire minuziosamente le comparse del diplomatico in pubblico. “Il Duce gli passa un discreto stipendio. E Mammalella raglia e groppa,” scrisse il settimanale La Difesa. Uno dei più singolari sfoghi del Console fascista fu l’espulsione pilotata di due membri della Società Dante Alighieri di Curitiba per i loro pensieri antifascisti. Decorato Grade Ufficiale e dopo un periodo a Galați in Romania, Mammalella approdò a Sydney come Console Generale per l’Australasia. Del periodo in Romania rimangono alcuni documenti storici fruibili su internet, come ad esempio il passaporto diplomatico rilasciato al figlio Francesco nel 1936.

Dopo aver dato la notizia dell’avvenuta nomina, la testata Italo-Australian, si impegnò a promuovere l’immagine di un console “fascistissimo”. Classe 1899,  e già deputato Fascista, aveva combattuto la Grande Guerra con il titolo di Capitano. Nel 1917 era stato decorato con una Croce d’Argento al Valor Militare per le gesta compiute sul Monte San Michele l’anno precedente. Ferito durante il conflitto, si poteva fregiare inoltre delle molteplici onorificenze legate alla difesa dei sacri confini della patria.

L’arrivo di Mammalella a Sydney a bordo della “Viminale” (“il Titanic italiano”) fu annunciato in anticipo e previsto per il 4 aprile 1938. Dopo una breve sosta a Fremantle, ancora prima di giungere a Sydney, la Camera di Commercio lo indicava come proprio Presidente Onorario nel bollettino ufficiale del 1 aprile, pubblicando il “Messaggio agli Italiani d’Australia” con cui il diplomatico esortava i connazionali ad “arricchire la loro tenacia e il loro orgoglio di stirpe per la sicura conquista dell’avvenire.” Parole sicuramente nostalgiche, ma di uno stile che sfortunatamente non trova più rilevanza nella nostra diplomazia contemporanea, offuscata dalla retorica dei diritti civili, l’ambiente e la lotta contro le violenze…degli altri. 

Tra i giornali australiani, il Telegraph di Brisbane pensò bene di tirare qualche frecciatina al nuovo Console Generale. Era sceso dalla Viminale con tanto di saluto fascista ma diversamente dal Vita-Finzi, Mammalella parlava un inglese che oggi definiremmo “a la Renzie”, preferendo interloquire soltanto con gli addetti ai lavori e i colleghi della rete diplomatica italiana. 

L’Italo-Australian iniziò la propaganda a favore di Mammalella, quale “Capo autorevole oltre che strenuo difensore degli interessi” di tutti gli Italiani d’Australia. Mammalella veniva proposto come “fedele interprete della dottrina e della politica del Duce… in quel superbo motto che distingue la grande giustizia sociale del Fascismo: andare incontro al popolo.” E la promessa non tardò molto, visto che per espresso volere del Console, dopo qualche settimana a Sydney, venne convocata “un adunata della colonia” presso il Club Italia al fine di “andare incontro al popolo, al vero popolo, e tutti gli italiani di Sydney colle loro famiglie.” L’evento venne fatto coincidere con i festeggiamenti del Natale di Roma e la Festa del Lavoro, “per conoscere non solo il ricco e l’intellettuale, ma anche e soprattutto l’umile ed onesto lavoratore che è il più’ degno rappresentante della Patria all’estero.”

Una delle singolari attività di Mammalella fu il suo deciso impegno a favore della cultura italiana a Sydney e la costruzione di “un locale, una Casa nella quale gli italiani possano riunirsi e sentirsi a proprio agio, scambiarsi le loro idee e associarsi nei loro sentimenti, coltivare infine e raggiungere quella solidarietà e affratellamento che dovrebbero esistere fra tutti gli italiani all’estero come esistono fra gli italiani nel Regno.” Dalla vecchia sede di 174 King Street, quello che una volta era il “Club Italia” venne ribattezzato “Circolo Italiano” e trasferito al 21 Macquarie Street, con la speranza di costruire una Casa d’Italia purtroppo interrotta a causa dello scoppio del secondo conflitto mondiale.

A partire dal 1938, Mammalella si cimentò in una serie di periodiche conferenze pubbliche tenute in collaborazione con la sezione del Fascio di Sydney, la Dante Alighieri e l’Opera Nazionale Dopolavoro. Dalle gesta greco-romane, alle conquiste dell’Imperatore Augusto fino ad arrivare all’impresa dei legionari a Fiume e i “paralleli storici” tra la roma antica e le sorti dell’Italia Fascista. Con un comunicato del 6 agosto 1938, Mammalella chiamò a raccolta tutte le associazioni italiane operanti in loco per celebrare il bimillenario augusteo. Un occhio attento, Mammalella seppe dare anche alle patrocinio dell’arte e della drammaturgia, impegnandosi a favorire “l’affermarsi di una delle più riuscite iniziative nella nostra Colonia.”

Subito dopo il suo arrivo, a Mammalella toccò emettere un “provvedimento contro i falsi patrocinatori di connazionali”, ritenuto necessario per fermare coloro che esigevano un compenso in denaro facendo da intermediari nel disbrigo delle pratiche consolari. Con un messaggio pubblicato sull’Italo-Australian, il Regio Console tentò di “estirpare la mala pianta,” avvertendo “che da ora innanzi nè dal Consolato Generale nè dagli Uffici dipendenti sarà più dato corso a corrispondenza svolta attraverso intermediari retribuiti.” 

La nota di redazione della testata rafforzò in pieno le parole del Console, elogiando un così attento diplomatico che “affronta una delle più ignobili speculazioni consumate ai danni dell’emigrazione italiana fin dalle origini.” Erano soliti, infatti, recarsi al Consolato tutta una schiera di “sensali, interpreti, intermediari, accompagnatori, finti protettori”,  che venivano prontamente ingaggiati per assistere soprattutto quei connazionali i cui “garbugli di linguaggio e miseria di espressione” non gli permettevano di comprendere fino in fondo le complesse pratiche consolari. Infine, la mossa venne gloriosamente tramutata in propaganda di regime. 

“Ogni italiano – scrisse l’Italo-Australian – sarà convinto che l’Ufficio Consolare è un lembo di Patria e che il Console Fascista non è più il burocratico e borioso rappresentante dell’Italia dei vecchi Regimi, ma il funzionario di un Ordine Nuovo che ha resa la Patria rispettata e temuta nel mondo; ogni italiano comprenderà che non vi è bisogno di introduttori o di patrocinatori a tanto il rigo per richiedere l’assistenza che a tutti compete. E non abbiano i nostri lavoratori preoccupazioni di esprimersi male o scrivere peggio. I Consoli di Mussolini sanno intendere che chi lavora duro onora profondamente l’Italia anche se è scarso di facondia e povero di lettere.”

Con Mammalella si pose anche il problema della lingua italiana, che venne parzialmente risolto attraverso l’istituzione di una “nuova scuola” in onore a “Dante Alighieri”.  Il Console e il Comitato da lui nominato cercarono di fornire una struttura che potesse soddisfare le esigenze di tutti gli insegnanti che all’epoca operavano a Sydney, “non solo della necessità di non ledere interessi stabiliti da tempo, ma ancora di ottenere la collaborazione degli insegnanti stessi.” La struttura, malgrado avesse un “carattere semi-ufficiale” e “sotto la tutela dei professori universitari”, venne articolata in modo da poter “rilasciare certificati di idoneità all’insegnamento” della lingua oltre che offrire un corso speciale di abilitazione all’insegnamento dell’Italiano, un corso triennale di preparazione alla locale “Matriculation”, e infine corsi di tipo generale, di fonetica e di conversazione.

Sul fronte diplomatico, Mammalella tratto con le autorità portuali di Sydney per assicurare i diritti alla pesca dei connazionali italiani. Grazie al suo interessamento, venne “aperta la baia di “Hen Chicken Bay” nella sua interezza per la pesca dei gamberi sia a mezzo delle reti tirate a mano che nei motopescherecci per i periodi dal 25 Novembre 1938 al 31 Marzo 1939 e dal 1 Novembre 1939 al 31 Marzo 1940.” Il commento dell’Italo-Australian fu inequivocabile: “la colonia ha trovato il suo Capo, il suo autorevole Capo che sa consigliarla, dirigerla e proteggerla nella quotidiana battaglia del lavoro.”

L’arrivo di Mammalella nel 1938 rappresentò un certo cambio di rotta contro i più timidi Consoli nella Sydney degli anni 30. La propaganda fascista aumentava quotidianamente, ma anche la presenza dell’uomo non venne meno con l’intento di spronare quello spirito di italianità dei connazionali emigrati in una terra così lontana dalla Patria. 

I due anni successivi furono abbastanza difficili per Mammalella, specialmente dopo l’entrata in guerra dell’Italia a fianco della Germania Nazista. Ma di Mammalella nei giorni della crisi diplomatica ne parleremo in una prossima puntata.  

Be the first to comment

Leave a Reply

Your email address will not be published.


*