Gli interventi della IV Conferenza Stato-Regioni-Province Autonome-Cgie

Molti gli interventi alla IV Conferenza permanente Stato-Regioni-Province Autonome-Cgie sui temi degli italiani all’estero. Da Mattarella ai Ministri, idee e spunti per rilanciare le politiche a favore delle collettività italiane nel mondo.

“L’interesse rivolto alle espressioni della civiltà italica è crescente e ad esso occorre corrispondere con rinnovato impegno del sistema Italia, nelle sue espressioni pubbliche e private, a partire dal potenziamento della rete diplomatica e da un’attenzione puntuale del sistema radiotelevisivo”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato alla Conferenza permanente Stato-Regioni-Province autonome-Cgie.

L’evento, afferma Mattarella, è “un’occasione troppo a lungo posticipata e ora finalmente possibile che deve riaprire un percorso di continuità per assicurare il dialogo tra enti locali e i rappresentanti degli italiani nel mondo”. La Conferenza, spiega il Capo dello stato, “affronterà le linee programmatiche su cui orientare la realizzazione delle politiche dirette agli italiani all’estero, compito rilevante in questa fase delicata in cui il mandato del Cgie volge al termine, nel trentennale dall’insediamento e inizia, al contempo, il lavoro dei nuovi Comites”.

“Un mondo nuovo si apre a caratteristiche inedite della presenza italiana all’estero, con il fenomeno della nuova mobilità di migliaia di giovani, le cui esperienze potranno arricchire il nostro paese, con le politiche di internazionalizzazione, di tutela dei diritti degli italiani all’estero, di dialogo con quanti guardano con interesse e ammirazione alle diverse espressioni della nostra società”, conclude Mattarella.

“Il Cgie è un interlocutore essenziale per cogliere a pieno le dinamiche dei nostri connazionali nel mondo, che sono circa 6 milioni, rappresentano la 21esima regione d’Italia e sono parte integrante dell’Italia, un patrimonio di risorse unico che la Farnesina continuerà a sostenere contando sul lavoro quotidiano della rete diplomatica”. Lo afferma il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, in un messaggio inviato alla Conferenza permanente Stato-Regioni-Province autonome-Cgie.

Di Maio ricorda i temi della Conferenza, dalla nuova emigrazione all’internazionalizzazione del Sistema Italia. “Incentivare la circolarità dei flussi è una priorità della Farnesina, stiamo individuando le iniziative per una formazione professionale con l’obiettivo di una rapida integrazione sul mercato di destinazione. I talenti italiani all’estero sono una risorsa preziosa di ritorno, dobbiamo valorizzarli favorendo la circolarità”. Il turismo delle radici “mira alla promozione dei flussi turistici meno noti, un progetto che realizziamo con la collaborazione degli enti locali per sfruttare le sinergie con i territori di provenienza degli italiani all’estero”, prosegue il titolare della Farnesina ricordando l’investimento del Pnrr sul turismo delle radici, con l’obiettivo di “rilanciare l’Italia del post Covid”.

“Gli italiani all’estero non si sentano esclusi dalle scelte politiche, stiamo lavorando a una nuova prospettiva per l’associazionismo italiano nel mondo che possa contribuire alla crescita del Paese. Vogliamo esortare gli italiani all’estero ad assumere un ruolo da protagonisti. La presenza attiva dei nostri connazionali nel mondo deve produrre un’eco costante in Italia, una voce che non deve rimanere inascoltata”, conclude Di Maio.

“La portata umana, culturale e professionale della presenza italiana all’estero, come ha ricordato il presidente Mattarella, ‘è di valore inestimabile nell’ambito di quel soft-power che consente di collocare il nostre Paese tra quelli il cui modello di vita gode di maggior attrazione e considerazione’”. Lo ha detto Mariastella Gelmini, ministro per gli Affari regionali e le autonomie, intervenendo all’assemblea plenaria della Conferenza permanente tra lo Stato, le Regioni, le Province autonome e il Consiglio generale degli italiani all’estero (Cgie).

“Gli italiani all’estero non solo si contraddistinguono ovunque come una importante forza motrice nei tessuti sociali ed economici degli Stati che li ospitano, ma sono portatori di un’identità riconoscibile attraverso cui circola e viene rappresentata la cultura italiana nel mondo, e con essa la capacità dell’Italia di creare influenza attraverso l’eccellenza dei suoi brand e dei suoi prodotti, l’autorevolezza del suo sapere, il fascino di una civiltà millenaria”.

“Gli italiani all’estero si contraddistinguono ovunque, quale forza motrice del paese, portatori di un’identità riconoscibile – prosegue Gelmini -. Viene rappresentata la cultura italiana nel mondo e con essa la capacità dell’Italia di creare un’influenza con l’autorevolezza del suo sapere e del suo fascino della civiltà”. Gelmini sottolinea l’importanza di “coinvolgere a pieno i nostri connazionali all’estero nel rilancio del paese”. Gli italiani all’estero “sono una risorsa essenziale per il rilancio dell’Italia nel mondo”. Secondo Gelmini è importante “coinvolgere i connazionali nel mondo nel rilancio dell’Italia e valorizzare il loro apporto con gli investimenti del Piano di ripresa e resilienza”.

“L’Italia è uno dei paesi più desiderati al mondo. Un sacco di enogastronomia italiana viene contraffatta, questo vuol dire che c’è un enorme desiderio d’Italia. Quanto abbiamo ancora di patrimonio non messo a reddito? Questo è il tema. Quando parliamo di sostenibilità io la intendo come patrimonio da non consumare, da far crescere, da mettere a reddito. Noi abbiamo un grandissimo patrimonio non ancora utilizzato. Gli italiani all’estero sono proprio la possibilità di riscoprire questo patrimonio non messo a reddito.

È normale che gli stranieri quando vengono in Italia vanno a Venezia o Roma, però l’Italia è un museo al cielo aperto tutto. Proprio le radici consentono di riscoprire questa Italia minore, che è minore solo perché meno conosciuta. Questo è un tema su cui lavorare”. Queste le parole del ministro del Turismo Massimo Garavaglia intervenendo alla Conferenza permanente Stato-Regioni-Province Autonome-Cgie.

Le elezioni per il rinnovo dei Comites, che hanno costituito 115 nuovi Comitati degli italiani all’estero, “è stato un esercizio che ha impegnato l’amministrazione ma l’esito ha confermato, alla luce della ridotta partecipazione, la necessità e l’urgenza di una radicale revisione della normativa di riferimento di Comites e Cgie per consentire maggiore coinvolgimento e sostegno alle nuove generazioni fornendo nuova linfa agli organismi rappresentativi”. Lo ha detto il sottosegretario agli Esteri, Benedetto Della Vedova, intervenendo alla plenaria del Consiglio generale degli italiani all’estero.

Il voto, secondo Della Vedova, è stato un passaggio dovuto “anche perché a questo punto abbiamo davanti un periodo congruo per mettere in campo, a partire dalle proposte che già ci sono in parlamento, una riforma e io mi auguro che sia possibile farlo”. “Finché avrò un ruolo – assicura il sottosegretario agli Esteri – intendo dare una mano affinché si possa arrivare in questa legislatura all’approvazione di una riforma che tenga conto degli spunti che arrivano dalle analisi della realtà attuale dell’emigrazione”. Alle elezioni dei Comites, che si sono svolte il 3 dicembre, “la sperimentazione del voto elettronico è stata vincente per la facilità d’uso, un maggiore coinvolgimento e l’abbattimento dei costi”, ha proseguito Della Vedova sottolineando che il voto elettronico “potrebbe giocare un ruolo fondamentale in futuro per la semplificazione dei procedimenti elettorali assicurando una maggiore sicurezza”.

“Gli italiani all’estero hanno bisogno di una guida politica sicura, presente e attenta, chiedono certezze, hanno bisogno di sentirsi utili al destino del paese e chiedono di condividerne le scelte”. Lo ha detto il segretario generale del Consiglio generale degli italiani all’estero, Michele Schiavone, alla plenaria del Cgie. “I connazionali all’estero hanno bisogno di un’attenzione continua che non può essere circoscritta solo ai momenti istituzionali”, ha proseguito Schiavone spiegando che il Cgie “chiede modifiche dei rapporti istituzionali e una collaborazione costante con la presidenza del Consiglio dei ministri”.

L’Italia “deve tenere presente la situazione degli italiani all’estero e portarli fuori dalla palude amministrazione in cui sono. Il diritto all’integrazione di chi parte è la forza di chi resta”, conclude Schiavone. “Le ‘macerie’ lasciate dalle elezioni dei Comites non sono riconducibili al puro astensionismo, ma vanno ricercate nell’assenza dello Stato e delle istituzioni nelle circoscrizioni consolari. Se il risultato delle iscrizioni alle liste è stato deludente e il peggiore da quando esistono i Comites dobbiamo chiederci il perché. Questa débâcle ci richiama alla difesa della rappresentanza”, ha concluso Schiavone sottolineando l’importanza di “investire sugli italiani all’estero”.

“Servirà costruire strumenti di coordinamento che agevolino la collaborazione tra gli italiani all’estero, il governo, le regioni e tutte le articolazioni del nostro paese. Gli italiani all’estero sono un’immensa ricchezza di risorse umane e servirà integrare questo popolo nel nostro sistema di interessi rendendoli utili e protagonisti del destino dell’Italia”. Lo ha detto Michele Schiavone, segretario generale del Cgie, intervenendo alla Conferenza permanente Stato-Regioni-Province autonome-Cgie. Secondo Schiavone è necessario “valorizzarli affinché possano essere percepiti come valore aggiunto. Hanno tutti i diritti per essere considerati sempre cittadini di questa nazione”.

“Non c’è comune in Italia che non abbia una parte più o meno cospicua dei suoi cittadini all’estero”. Lo ha detto Enzo Bianco, presidente del Consiglio nazionale dell’Anci, intervenendo alla Conferenza permanente Stato-Regioni-Province autonome-Cgie. “L’Anci ha fattivamente collaborato affinché riprendesse questo percorso e non vogliamo fermarci – sottolinea Bianco – vogliamo proseguire l’impegno in tutti gli ambiti su cui possiamo lavorare. Dal turismo delle radici, dove si richiede ai comuni di stipulare accordi di gemellaggio con città di paesi terzi dove sono presenti la maggior parte dei nostri connazionali, agli interventi di internazionalizzazione e a sostegno del made in Italy” fino ad arrivare alla “promozione di tante aree interne”. “Abbiamo la possibilità di aiutare a mantenere un saldo rapporto con i paesi in cui gli italiani all’estero sono nati”, conclude Bianco sottolineando che “l’emigrazione non è un problema ma un’opportunità, se facciamo le scelte giuste.

Noi saremo al vostro fianco: i comuni ci sono”. “Negli obiettivi per lo sviluppo sostenibile i Comuni italiani sono protagonisti. Questa attività non si svolge solo in Italia ma si realizza, sempre più frequentemente, con i Comuni e le Città di altri Paesi, attraverso la Cooperazione italiana allo sviluppo, i gemellaggi, le reti di cooperazione come Eurocities, i legami di comunità e imprenditoriali, tra territori e anche dei Paesi di tradizionale emigrazione italiana”, ha detto ancora Bianco sottolineando che “il Consiglio generale alla cooperazione allo sviluppo ha deliberato una specifica sede di lavoro dedicata al partenariato territoriale, con particolare riferimento a regioni e comuni: mi auguro siano invitate da subito le rappresentanze degli italiani all’estero, affinché possano partecipare concretamente alla realizzazione degli obiettivi”.

Bianco ha quindi fatto riferimento ai gemellaggi, “strumento prezioso per lo sviluppo di politiche locali collegate allo sviluppo sostenibile con i partner internazionali dei nostri Comuni”. Tali percorsi “vanno promossi in particolare, con il supporto del Consiglio generale degli Italiani all’Estero, tra le città di forte emigrazione italiana e le città d’origine”.

“La Conferenza CGIE ha il compito di indicare le linee programmatiche per la realizzazione delle politiche di Governo, Parlamento e Regioni per le comunità italiane all’estero”. Lo spiega il presidente della regione Piemonte, Alberto Cirio, intervenendo in rappresentanza della Conferenza delle Regioni alla “Quarta sessione plenaria della Conferenza permanente tra lo Stato, le Regioni, le Province autonome e il Consiglio generale degli italiani all’estero”, sollecitando in particolare la necessità di “fare sistema” e “agire in maniera condivisa” delle nostre istituzioni: “La Conferenza – spiega Cirio – deve aiutare a costruire un valore aggiunto nelle politiche per sostenere e valorizzare l’apporto sociale, culturale ed economico degli Italiani all’estero”.

Cirio quindi apprezza “l’opportunità di esaminare con attenzione le dinamiche delle nuove migrazioni. Sono spesso i giovani ad esserne protagonisti, seguendo nuove forme di mobilità internazionale – spesso temporanea – che hanno contribuito a cambiare l’anima dell’italiano all’estero, costruendo comunità funzionali in cui l’aggregazione avviene su base professionale e non più tradizionale, cioè fondata sulle comuni radici regionali. Di fronte a tali fenomeni le istituzioni debbono avere il coraggio di individuare politiche innovative.

Tre sono le dimensioni da considerare: 1 – approfondire la conoscenza dei sempre più diversificati fenomeni migratori attraverso azioni di monitoraggio che consentano di mettere in campo misure mirate ai soggetti a cui sono rivolte; 2 – l’uso di nuove forme di comunicazione che consentano di raggiungere anche quei soggetti che non partecipano all’attività dell’associazionismo tradizionale all’estero; 3 – favorire non solo la crescita delle associazioni tradizionali, legate ai luoghi di origine dell’emigrazione, ma anche e soprattutto la crescita di reti funzionali, finalizzate a facilitare lo scambio di competenze nei settori strategici per lo sviluppo”.

In merito al documento CGIE sull’internazionalizzazione, Cirio sottolinea che “le istituzioni pubbliche devono impegnarsi con maggiore convinzione nelle scelte che riguardano la conservazione, l’insegnamento e la diffusione della lingua e della cultura italiana. La lingua è simbolo e sinonimo della propria terra e delle radici culturali: è importante mantenerne viva la conoscenza. Però, attenzione: l’identità non può essere motivo solo di guardarsi indietro, ma al contrario deve essere lo stimolo a costruire il nostro futuro, ciò che vogliamo essere e soprattutto dove vogliamo andare”. Una riflessione anche “sul sistema di rappresentanza degli italiani all’estero e sulle modalità di inserimento di questa rappresentanza nel circuito istituzionale nazionale. Non possiamo certamente dire – afferma Cirio – che finora abbia funzionato, almeno a giudicare dai risultati”.

Sulle politiche per gli Italiani all’estero – rileva Cirio – “E’ necessario stabilire in maniera condivisa tempi, competenze e responsabilità e di conseguenza individuare anche un percorso di controllo e monitoraggio delle attività da svolgere. Aspetti in precedenza non affrontati con la necessaria volontà politica e questa è stata la debolezza del passato. Vorremmo allora che il Governo si facesse carico di proporre un accordo interistituzionale che delinei questi percorsi e ne stabilisca tempi, risorse e responsabilità. Le Regioni e le Province autonome sapranno offrire il loro contributo”.

“Alle elezioni dei Comites abbiamo purtroppo registrato una bassa affluenza, meno del 3% e quindi dobbiamo interrogarci sul futuro degli organismi di rappresentanza degli italiani all’estero, sul loro ruolo e su come coinvolgere e sostenere nuove realtà associative come i giovani, la nuova mobilità, i tanti circuiti di aggregazione, le associazioni di imprenditori: tutte energie che vanno coinvolte e sostenute e che devono essere parte del sistema di rappresentanza”.

Lo afferma a 9colonne Luigi Vignali, direttore generale per gli Italiani all’estero della Farnesina, a margine della plenaria del Consiglio generale degli italiani all’estero. Secondo Vignali “c’è bisogno di una profonda riforma” della rappresentanza e “noi siamo disponibili a dare la nostra piena collaborazione”. Il direttore generale degli Italiani all’estero della Farnesina ricorda poi la sperimentazione del voto elettronico durante le elezioni dei Comites: “Si è dimostrato uno strumento sicuro per far votare e l’esito della sperimentazione è stato incoraggiante. Abbiamo notato una più elevata propensione, soprattutto dei giovani, a votare digitalmente rispetto al voto cartaceo”. Si tratta di “un aspetto da tener presente in futuro per rilanciare le modalità di voto degli italiani all’estero e la loro partecipazione”, conclude Vignali.

Fucsia Nissoli, deputata di Forza Italia eletta all’estero, ha partecipato il 14 dicembre alla plenaria del Consiglio generale degli italiani all’estero. “Ho ascoltato la relazione di governo e condivido alcuni punti”, afferma Nissoli a 9colonne dicendosi “soddisfatta dell’emendamento passato in commissione Bilancio al Pnrr per l’aumento di 100 contrattisti Maeci, un impegno a cui Forza Italia ha lavorato: una piccola goccia nell’oceano delle cose da fare per gli italiani all’estero”.

“Speriamo che in sede di bilancio si possano presentare altri emendamenti che verranno approvati per le esigenze degli italiani all’estero – prosegue la deputata di Forza Italia -. Come sempre rimango a disposizione delle comunità, delle associazioni e anche dei nuovi Comites. Non ci sono stati molti elettori ma sono state presentate nuove liste e questo significa che c’è stato un aumento di interesse. Speriamo che i nuovi Comites possano ampliare il loro impegno a lavorare sempre in favore delle comunità all’estero, promuoversi ed essere maggiormente riconosciuti”. Nissoli ricorda poi il progetto di legge per l’istituzione di una bicamerale per gli italiani all’estero, approvato alla Camera e in attesa di essere calendarizzato al Senato.

Il rischio, spiega Nissoli, è che “anche questa volta il progetto di legge cadrà nel vuoto. Se non riusciamo ad approvare questa legge sull’istituzione della bicamerale vedo molto difficile fare la riforma di Comites e Cgie. Io auspico che ci possa essere un maggior interesse ma ultimamente in Commissione è stato continuamente rinviato il comitato ristretto”. Con le festività di Natale e la successiva elezione del presidente della Repubblica, “dubito che riusciremo a fare la riforma del Comites e del Cgie ma se ci fosse la volontà politica di portarla a termine entro la fine di questa legislatura ne sarei contenta”.

Il Consiglio generale degli Italiani all’estero “dovrà in futuro pensare a come promuovere all’estero gli incentivi fiscali che esistono per l’attrazione del capitale umano e per mettere fine alla cosiddetta fuga dei cervelli. È una legge giusta e generosa che però è poco conosciuta: è importante quindi farla conoscere e che le ambasciate, i consolati, il Cgie e i Comites la promuovano”. Lo afferma a 9colonne Massimo Ungaro, deputato di Italia Viva eletto all’estero, a margine della plenaria del Consiglio generale degli italiani all’estero. Si tratta di “incentivi forti che potranno permettere al Paese di mettere un freno all’emorragia dei talenti”, spiega Ungaro facendo anche un appello affinché “il Cgie recepisca alcune delle raccomandazioni che vengono fatte nella relazione conclusiva approvata dalla Commissione di inchiesta sulla morte di Giulio Regeni in cui si cerca di mettere in sicurezza la vita dei ricercatori italiani all’estero che spesso operano in condizioni precarie”.

Simone Billi, deputato della Lega eletto all’estero, ha partecipato il 14 dicembre alla plenaria del Cgie, nel corso della quale Luigi Vignali, direttore generale degli italiani all’estero della Farnesina, ha spiegato le azioni messe in campo finora per gli italiani all’estero. “Il lavoro sta procedendo bene – afferma Billi a 9colonne -, siamo soddisfatti soprattutto per la notizia dell’aumento di 100 contrattisti per la rete consolare, che darà un ulteriore supporto e potenzierà i consolati che soffrono a causa della pandemia e dei tagli ripetuti negli ultimi dieci anni”.

“I numeri che ci ha dato Vignali sono positivi, stiamo andando nella giusta direzione ma bisogna continuare a lavorare”, prosegue Billi soffermandosi anche sul potenziamento della rete dei consoli onorari e dei funzionari itineranti: “su questo ci battiamo da tempo e siamo allineati” con la Farnesina. Il deputato leghista ricorda poi alcuni dati sui servizi erogati dalla rete consolare: “Nel 2021 la Farnesina ha emesso 227mila passaporti, solo un -18% rispetto al 2019 e considerando che con il Covid molti consolati sono stati chiusi, hanno tenuto bene”.

Ci sono poi “ulteriori argomenti che ci sono a cuore come Lega: le scuole di lingua e cultura all’estero” e la situazione degli enti gestori. “Una riforma dell’assegnazione dei fondi c’è stata – spiega Billi – anche se molto complessa e molti enti gestori hanno protestato. Noi li supportiamo e stiamo lavorando con la Farnesina per semplificare le procedure”. Infine, il deputato della Lega si sofferma sulla situazione degli italiani all’estero in situazione di indigenza. “La Farnesina ha già speso le risorse necessarie, stiamo lavorando per cercare di ottenere risorse aggiuntive per aiutare i connazionali che non ce la fanno, è importante a fronte del Covid che non sembra stia finendo”. La legge di bilancio dovrà essere approvata entro il 31 dicembre e la Lega è al lavoro “per risolvere o almeno migliorare alcuni aspetti che ci stanno particolarmente a cuore per gli italiani all’estero”, conclude Billi.

Alle elezioni dei Comites c’è stata “una bassa partecipazione ma in linea con la tornata elettorale precedente: quindi piena legittimità ai neo eletti e gratitudine per l’impegno profuso”. Lo afferma a 9colonne Laura Garavini, senatrice di Italia Viva eletta all’estero, a margine della plenaria del Consiglio generale degli italiani all’estero. “Questa seconda votazione con l’obbligo di doversi registrare dimostra che l’inversione dell’opzione non funziona, è difficile per gli elettori e produce anche una bassa partecipazione – prosegue Garavini -. Sono maturi i tempi per ripensarla e abolirla”. La senatrice di Italia Viva augura infine buon lavoro ai neoconsiglieri dei Comites, “importanti organi di rappresentanza e voce degli italiani all’estero”.

“Come Movimento 5 Stelle abbiamo spinto tanto per ottenere la sperimentazione del voto elettronico e abbiamo visto alle elezioni dei Comites che è andato bene. Lo scopo è portarla a termine per le prossime elezioni politiche per permettere a più italiani all’estero possibile di votare con un sistema più sicuro e che abbia meno effetti collaterali”. Lo afferma a 9colonne Valentina Corneli, deputata del Movimento 5 Stelle e membro della commissione Affari costituzionali a Montecitorio, a margine della plenaria del Consiglio generale degli italiani all’estero. Corneli ricorda infatti “i problemi che il voto per corrispondenza ha creato nelle precedenti tornate elettorali. Il voto elettronico è più sicuro, più agevole e permetterebbe una maggiore partecipazione democratica dei nostri connazionali all’estero”.

“Il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero si è riunito a Roma in occasione del suo trentennale: questa è stata l’occasione per coinvolgere ex consiglieri che hanno costruito la rappresentanza degli italiani all’estero, raffigurandola nel migliore dei modi. Sono venuti ed hanno partecipato consiglieri da tutti i continenti. Abbiamo colto l’occasione per parlare non solo del passato ma anche del presente e del futuro”. Lo ha detto a 9Colonne Michele Schiavone, Segretario Generale CGIE, a margine della prima giornata della Conferenza Permanente tra Stato, regioni, province autonome e CGIE, tenutasi il 15 dicembre a Roma. Gli obiettivi dell’evento “sono quelli di dare continuità all’azione della conferenza stessa, affinché sia monitorato il lavoro riguardante le decisioni che verranno prese nel corso dell’incontro, in maniera tale che le politiche degli italiani all’estero possano diventare pratica comune in tutti i continenti – ha spiegato Schiavone -. Da parte del Governo, delle Regioni, delle Province autonome, dei consigli regionali ma anche da parte del Cgie, saranno messe in campo tutte le energie possibili per una svolta a sostegno della ripresa e della resilienza del nostro paese, il quale sta uscendo da questa pandemia”.

Il Cgie, riunito a Roma, ha approvato la dichiarazione dei diritti degli italiani all’estero, battezzata la “Carta di Roma”. Il documento, spiega a 9colonne Silvana Mangione, vicesegretario generale del Cgie per i Paesi Anglofoni Extraeuropei, “contiene la richiesta che il mondo degli italiani all’estero venga considerato una questione nazionale, diventi di competenza dell’intero governo e non solo di questo o di quel ministero”. “I diritti dei cittadini italiani sono uguali per tutti sia all’estero che in Italia e questo deve essere riconosciuto – afferma Mangione a margine della Conferenza permanente Stato-Regioni-Province autonome-Cgie -. Tra quelli che vorremmo poter proteggere c’è il diritto alla lingua e alla cultura, alla salute per le fasce più deboli dei nostri connazionali, al rispetto delle nostre rappresentanze e della presenza degli italiani all’interno di un concetto allargato di cittadinanza sia europea che internazionale”. (9Colonne)

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