La Fiat 600 Multipla italiana “Jellybean” che fa impazzire tutti

Un’auto retrò, il cui proprietario deve piegarsi per entrare, sta attirando l’attenzione di passanti e visitatori. Con la sua forma bizzarra e i colori audaci, tra sorrisi, pollici in su e persino obiettivi fotografici salutano la Fiat 600 Multipla del 1958 restaurata sulle strade di Nelson, città dell’Isola del Sud in Nuova Zelanda. Il veicolo appartiene al proprietario del pub The Free House, Eelco Boswijk.

La vettura storica, appena tornata sulla strada dopo una pausa durata 24 anni, ha ricevuto molta attenzione in occasione del suo viaggio inaugurale il giorno di Santo Stefano.

“Un’auto mi ha sorpassato, i passeggeri mi si sono avvicinati e mi hanno scattato fotografie mentre passavano. “E’ stato bello guidarla in giro. La gente mi saluta, sorride, alza il pollice, ride”. Alcune persone hanno persino seguito Boswijk solo per fotografarlo. L’uomo Nelson ha ricevuto la bellezza italiana dal suo patrigno, Patrick Maisey, nel 1997, quando Boswijk e sua moglie Ali sono arrivati ​​in Nuova Zelanda. “Pensavo di sistemarlo in men che non si dica e non l’ho fatto.”

Più di due decenni dopo, l’auto è stata rimessa a nuovo e ha una nuova combinazione di colori giallo e crema, che la fa sembrare “un po’ un Jellybean”, ha detto Boswijk. Sul suo post sui social media sulla sua nuova auto, molti dei suoi amici si sono chiesti come Boswijk, alto circa due metri, sia riuscito a salire in macchina. Ha dovuto “piegarsi un po’” per entrare, ma “una volta dentro si sta bene”.

Lo strano aspetto della Multipla può essere attribuito al motore posteriore. Boswijk ha affermato che le auto sono state costruite per trasportare più persone, oltre al carico e sono state progettate come “un veicolo molto adattabile per gli italiani dell’epoca”.

“Puoi prendere un fusto da quaranta galloni nel retro. Tutti i sedili si reclinano per diventare un letto. Si possono ospitare cinque adulti seduti, o… due adulti e un vano di carico”.
Nel suo periodo di massimo splendore, quando sfoggiava un portapacchi, il veicolo percorreva le strade di Motueka. “La famiglia che lo possedeva andava al campeggio Tōtaranui con tutta l’attrezzatura sul portapacchi e andava su per la collina.

Boswijk ha aggiunto che il motore, di appena 640 cc, non sia grande: “il traffico è molto più veloce ora di quanto non fosse in passato”. In autostrada, “è appena riuscito a raggiungere il limite di velocità di 80 km”. “Ci è voluto un po’ ma ci si arriva.” Autostrada a parte, però, il piccolo “Jellybean” è diventata per Boswijk la sua “macchina da viaggio”.

Gli abitanti di Nelson si stanno presto abituando ad un tocco d’Italia che gira serenamente tra le strade della Nuova Zelanda anche se, ha ironizzato Boswijk, qualche autista impaziente avrebbe detto: “c’è di nuovo quella cosa davanti a noi!”

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