Casellati-Fico: quando la decenza si trova a fianco la pochezza

La Presidente Casellati propone che venga osservato un “Minuto di silenzio” per la morte del Senatore Fasano, ma per il Presidente della Camera Fico, “Non è previsto”.

Uno dei grandi elettori è venuto a mancare poche ore prima dell’inizio dei lavori per l’elezione del Presidente della Repubblica. Si tratta di Enzo Fasano, deputato di Forza Italia e già senatore nelle due precedenti legislature, scomparso prematuramente dopo una battaglia contro un grave cancro che non gli ha lasciato scampo.

Dopo che il presidente della Camera Roberto Fico ha espresso il cordoglio per la triste vicenda, Maria Elisabetta Alberti Casellati ha suggerito di invitare l’Assemblea a osservare un minuto di silenzio. La richiesta, avanzata ben due volte dalla seconda carica dello stato, però, non è stata accolta in maniera positiva da Fico.

Il segretario generale della Camera, Fabrizio Castaldi, avrebbe indicato al Presidente della Camera di soprassedere, probabilmente – e possiamo solo supporre – che il minuto di silenzio non sia previsto dalla protocollo e anche perché in questo caso l’Assemblea è seggio elettorale.

Se tutto ciò che potrebbe – o non potrebbe – avvenire in un contesto dovesse necessariamente essere scritto in un “protocollo”, non solo non basterebbero gli alberi delle foreste, i rotoli e i papiri, ma la nostra società non avrebbe mai visto il progresso.

In questi casi, si tratta di affermare il principio che ai formalismi si contrappone la decenza e il decoro delle istituzioni. Molte sono le bagarre che accadono in Parlamento e che certamente non sono previste dal “protocollo” eppure avvengono e rimangono scritte nelle pagine più oscure della storia d’Italia.

Sfido chiunque a dire che un minuto di silenzio avrebbe cambiato l’esito della votazione per il Quirinale o invalidato la seduta. Ma evidentemente quando la decenza della Presidente Casellati trova la pochezza di un Fico, a rimetterci non è “il protocollo” o i precedenti delle passate elezioni, ma l’inerzia delle istituzioni, che in questa Terza Repubblica, hanno perfino smarrito quel minimo di rispetto per la dignità umana.

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