412 bianche, 125 voti a Mattarella, 114 a Crosetto. Per l’elezione del Presidente della Repubblica per la terza votazione era ancora necessaria la maggioranza qualificata, dalla quarta votazione, come previsto dalla Costituzione saranno sufficienti 505 voti.
La rosa di tre nomi proposti dal centrodestra è stata bocciata dal centrosinistra. Fratelli d’Italia era pronta a votare uno dei ‘petali’ annunciati, anche se la preferenza era per il magistrato Nordio, ma Forza Italia e Lega hanno preferito evitare la conta, fatto sta che la candidatura Crosetto ha riscosso quasi il doppio dei voti dei grandi elettori di Fratelli d’Italia, facendo forse trapelare segnali da parte di altre formazioni pronti ad appoggiare i candidati di centrodestra.
Un bacino di voti sicuramente interessante a partire dalla quarta votazione potrebbe arrivare dagli esponenti di L’Alternativa c’è, la formazione di fuoriusciti dal Movimento 5 stelle attorno a cui gravitano diversi parlamentari del Misto. Ai primi tre scrutini, gli ex-pentastellati avevano fatto convergere i propri voti su Paolo Maddalena, con 39 voti alla seconda votazione e 61 preferenze alla terza. Mattia Crucioli, intervistato dopo l’ultimo scrutinio ha confermato che “Pur di evitare la sciagura di avere Draghi per sette anni, tentiamo di far convergere i nostri voti su un nome dignitoso. Ci accontentiamo.”
Enrico Letta, nel frattempo, con un post su Facebook boccia anche la carta della Casellati, attuale Presidente del Senato. “Proporre la candidatura della seconda carica dello Stato, insieme all’opposizione, contro i propri alleati di governo sarebbe un’operazione mai vista nella storia del Quirinale. Assurda e incomprensibile. Rappresenterebbe, in sintesi, il modo più diretto per far saltare tutto”.
E mentre il centrodestra chiede “lealtà, velocità e concretezza”, si starebbe discutendo sulla proposta Casini. Per Letta serve un “conclave a pane e acqua”. Giuseppe Conte esige dallo schieramento avversario “una sintesi unitaria”.
Be the first to comment