Guidare in Australia

Ho appena restituito la mia vecchia patente “LR” per il trasporto oltre i 12 passeggeri e fino a 8 tonnellate perché ormai non guido più autobus turistici in giro per l’Australia.

Ormai il turismo, causa il Covid, è morto, ma speriamo riprenda presto per il beneficio dell’industria turistica.

L’aver girato un po’ in lungo e largo per il Paese mi sono fatto un panorama generale di come si guida in Australia.

Naturalmente ne ho viste di tutti i colori e posso tranquillamente dire che è più facile e sicuro guidare a Napoli o a Bangkok che qui da noi.

Non perché non sappiano guidare, ma perché le regole e i differenti limiti di velocità non danno tranquillità ad una guida sicura. Troppi cambi di velocità, troppi semafori, troppe “speeding cameras”.

Prendiamo un paio di esempi: al Nord il limite è 130 km.

Negli altri stati è 110, ma non sempre. Supponiamo di andare da Sydney centro a Canberra: si inizia con 50, poi 60/80, poi 100 (M5) quindi 110, poi si scende a 80, poi a 40 (lavori in corso), poi nuovamente a 80, poi a 110 e quando entriamo a Canberra 80 poi 50 ecc.

Questo è un esempio, ma lo stesso se andiamo verso Katumba, nelle Blue Mountain.

Su questi percorsi si può incontrare di tutto: Anziani (a guida da manuale) che a 40 km non scollano dalla destra; gente che sorpassa a 110 sulla corsia di sinistra; moto che zig-zagano tra le corsie ben oltre i 110; camion che vanno sempre di corsa perché il tempo è denaro; telecamere nascoste e ora anche elicotteri e droni che controllano; gente che ha dimenticato che le auto hanno anche le luci di direzione; utenti che non sanno che di notte bisogna abbassare i fari; quelli che non vedono bene le strisce bianche e vanno a zig zag come se fossero pieni di ottima birra; le auto con la “L” con 4/5 persone a bordo oppure il solo autista principiante e bisogna tenere mille occhi aperti per i “Red & Green plate” costantemente attaccati ai telefonini.

La Polizia sempre in agguato perché gli ordini di scuderia, sono fare più multe possibili, quindi da parte loro tolleranza zero. Mai un avvertimento di stare più attenti, ma giù multe senza vergogna. 

Se a tutto questo ci mettiamo anche quelli che hanno preso la patente con i punti qualità di qualche sapone da bucato, quelli che con la scusa che provengono da altri Paesi del Commonwealth hanno semplicemente cambiato la loro licenza con quella australiana senza fare nessun test, quindi guidano come se ancora fossero al loro Paese (non mi permetto di elencarli per evitare insanabili ferite dell’orgoglio) ma lascio a voi individuarli.

Un altro esempio di chi deve fare solo cassa: Voi tutti usate il classico GPS che vi aiuta a trovare le strade, ma fate attenzione che se seguite le sue indicazioni, la polizia “NO”, loro non lo fanno, loro applicano le regole dello Stato. 

È successo che se in una strada il GPS vi dice che potete fare l’inversione di marcia, per la polizia non potete farlo. Vi risulta, per caso, che ci siano delle informazioni precise in merito ? Cartelli che lo indichino ? Informazioni radio o televisive ? NO! Alcune strade hanno il cartello che vieta il “U turn” ma molte altre NO.

Sarebbe un buon sistema da parte dello Stato, contattare quelli che gestiscono il GPS per far fare delle modifiche, oppure avvisando costantemente l’utenza stradale che non si può.

Purtroppo suona come un’ottima scusa per fare più “cassa” perché se venite pizzicati, sono $250.00 e tre “demerit points”.

Altro problema è la sincronizzazione dei semafori. Su un lungo percorso tipo Hume Hiway oppure King George Rd, la sincronizzazione dei semafori che ad una specifica velocità farebbe risparmiare benzina, freni, tempi, inquinamento e incavolature, si comincerebbe con il verde e via di seguito a 60 km. scatterebbero regolarmente tutti a verde (salvo piccole eccezioni).

A Roma molti anni fa, lo fecero sulla Cristoforo Colombo e ancora funziona. 

Ad ogni modo con un po’ di buona volontà e buon senso tutto si potrebbe risolvere, anche in Australia, il problema è che sui mercati odierni la volontà e il buon senso costano cari. Peccato.

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