Questo signore da più di 10 anni non è più un uomo libero. Il libero e democratico occidente gli ha tolto la libertà. Da diversi anni è rinchiuso in una prigione di massima sicurezza nel libero e democratico occidente. Mi stupisco che sia ancora vivo. Questo signore – si chiama Julian Assange per chi non lo conoscesse – ha osato pubblicare documenti segreti che attestano i crimini di guerra del libero e democratico occidente compiuti negli ultimi 20 anni.
Crimini di guerra di cui si parla (giustamente) quando vengono commessi dai “nemici” ma che vengono sistematicamente nascosti se i responsabili sono i cosiddetti “amici”. La doppia morale è nauseabonda.
Quando Amnesty International denuncia le violazioni di libertà in Russia, giustamente, se ne parla parecchio. Se chiede la liberazione di Assange viene ignorata. Per non parlare del report in cui Amnesty dimostra l’apartheid commesso a danno del popolo palestinese da parte dei governi israeliani.
Nel libero e democratico occidente nessuno ha osato chiedere a Obama, dopo i bombardamenti a tappeto sulla Libia, la restituzione del Nobel per la Pace ricevuto circa 500 giorni prima di ordinare i raid.
Questo (repetita iuvant) non toglie nulla alla condanna per il crimine della guerra preventiva russa in Ucraina. Ma se non si comprende che le guerre in Iraq, Somalia, Afghanistan, Libia o i bombardamenti su Belgrado, oltre ad aver fatto milioni di morti, feriti, profughi rappresentano oggi la miglior “arma” propagandistica nelle mani di Putin, beh, non si va da nessuna parte.
Finché un eroe come Assange marcisce in carcere gli pseudo-intellettuali difensori delle verità comode non dovrebbero pronunciare la parola “lotta in difesa della libertà”. E quando osano farlo dovrebbero almeno provare vergogna. (Alessandro Di Battista)
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