L’Italia è chiamata al primo vero impegno di questo Europeo.
Dopo un girone letteralmente dominato e terminato a punteggio pieno con zero gol subiti, gli uomini di Mancini si trasferiscono a Wembley per gli ottavi di finale contro l’Austria.
L’ultima volta che l’Italia ha disputato una partita ad eliminazione diretta era il 2016; era l’Italia da guerra di Antonio Conte. Cinque anni dopo, l’Italia torna protagonista e la voglia di stupire e far sognare è tantissima!
Di fronte, però, c’è un ostacolo da non sottovalutare: l’Austria è una Nazionale solida e compatta. L’Italia soffre contro l’Austria e mette a dura prova le corde vocali e il cuore di tutti gli Italiani con battiti violenti e accelerati, e anche un po’ tutti i Santi del calendario nominati invano, ma ci regala i quarti di finale.
Novanta minuti di sofferenza e anche di paura per il gol annullato dal VAR ad Arnautovic, ma gli Azzurri tengono botta e nei supplementari la vincono con i guizzi di Chiesa (c’è di mezzo sempre la Chiesa, ma è tutta un’altra storia Italianotta) e Pessina, entrati dalla panchina; entrambi ispirati da un eccellente Spinazzola. Vano il sigillo di Kalajdzic.
Mancini preferisce Verratti a Locatelli e Di Lorenzo a Toloi, mentre Foda conferma Sabitzer alle spalle di Arnautovic e Baumngartner. Estremo difensore austriaco che deve respingere con i piedi un tentativo di Barella su assist dell’incontenibile Spinazzola.
Dal nulla poco dopo la mezz’ora, Immobile si accende e con un destro tagliente timbra l’incrocio dei pali. L’ultimo sussulto della prima frazione lo regala, tanto per cambiare, Leonardo Spinazzola, che si accentra e con il destro chiama Bachmann a un altro intervento in angolo, e si va’ al riposo.
Il secondo tempo inizia con lo stesso copione, che vede l’Austria difendere il fortino. L’Italia si prende un rischio con una punizione dal limite di Alaba, che però finisce alta, anche se non di molto. Il gioco stenta a decollare, e a provarci per l’Italia è il solo Bonucci sugli sviluppi di un corner, ma sempre ben tenuto da Hinteregger. Dall’altra parte è sempre Bonucci protagonista, con una deviazione stile Generale Cadorna che rende molto pericoloso, un destro estemporaneo di Sabitzer.
L’Austria a sorpresa la sblocca con Arnautovic su assist di Alaba, ma il VAR appunto rileva un fuorigioco che interrompe la festa degli avversari dell’Italia. Mancini cambia il centrocampo con Pessina e Locatelli per dei pallidi Barella e Verratti. L’episodio sveglia gli Azzurri, ma i destri a giro di Locatelli e Insigne non pungono. Mancini cambia ancora, questa volta in attacco, con Chiesa e Belotti per gli evanescenti Immobile e Berardi. Ma non cambia il risultato; si va ai supplementari.
Finora, sembra proprio di stare sull’Isonso! Le mosse di Mancini pagano , e dopo 5 minuti l’Italia scalfisce il fortino austriaco grazie a uno dei nuovi entrati: Federico Chiesa. Il 14 azzurro riceve da Spinazzola, si accentra e scarica in rete con il mancino il gol della liberazione.
La rete sblocca la truppa di Mancini che continua a macinare gioco fino ad arrivare al raddoppio. Tutto parte sempre da Spinazzola, che serve Acerbi in area, sponda per Pessina, che salta Hinteregger e scarica in rete di sinistro il 2-0.
Nel secondo tempo supplementare entra Gregoritsch, che chiama subito Donnarumma al grande intervento per salvare il doppio vantaggio , ma il portiere Partenopeo è incerto come anche Cristante e Jorginho, in occasione del 2-1 siglato da Kalajdzic, di testa su corner di Schaub. Crolla l’imbattibilità del nuovo portiere del PSG, ma è solo un brivido che non toglie i quarti alla truppa di Mancini, sempre più consapevole di avere una rosa lunga e competente.
L’Italia passa ai quarti dopo una partita di estrema sofferenza come dice l’antico proverbio Cinese di Confucio: “Na ficimu petri petri!” – ovvero ai Siciliani la traduzione nella lingua nazionale – “Ci imbattemmo in frequenti asperità!”
Ora ci aspetta la vincente fra Belgio e Repubblica Ceca e preso atto del Bollettino della Vittoria non ci resta che inneggiare: “Son giunchi che piegano le spade vendute già l’aquila d’Austria le penne ha perdute. Il sangue d’Italia, il sangue Polacco, bevé col cosacco, ma il cor le bruciò! Stringiamoci a coorte siam pronti, siam pronti alla morte l’Italia chiamò. Sì!” Buon Europeo a tutti
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