È sera. Mi reco in macchina alla villa che porta il suo nome, e mentre scendo le scale per avvicinarmi al tavolo dove è seduto Tony, mi accorgo che riposa lì, seduta sulla poltrona guardando l’Eredità, un programma televisivo di Rai Italia. Dopo qualche passo ancora sento una voce che dice: “Nino, facimu un cafè?” e nel frattempo si alza dalla poltrona e viene a salutarmi.
Mi chiede come stanno i miei genitori, affettuosa, semplice e in punta di piedi come sempre. Sembrerebbe la scena di un film, e forse lo è perché quando qualcuno ci lascia, allora la nostra mente ripercorre e si sofferma sulle scene della vita.
Questa è l’ultima scena del mio ricordo della Signora Tanina Noiosi, premurosa e senza essere di peso, mentre io e il Cavaliere discutiamo del più e del meno e rievochiamo qualche riconoscimento a lui conferito dalla regione siciliana o dallo stato italiano.
In realtà, si sa che dietro ognuna di quelle targhe c’è non solo l’impegno dell’uomo, ma anche di una moglie sincera, Tanina, che per oltre 60 anni lo ha accompagnato nella vita matrimoniale e comunitaria.
Gaetana Testa, conosciuta amorevolmente come “Tanina”, nacque a Cerami, comune del Libero Consorzio Comunale di Enna, in Sicilia, il 10 agosto del 1945.
La tradizione vuole che i Testa, famiglia blasonata dell’isola, “che tanto splendore recarono alla Sicilia nostra” erano di origine longobarda.
Secondo gli scritti genealogici di Filadelfo Mugnos del 1670, venuti nel regno degli svevi con Fulvio Testa sotto l’Imperatore Federico II, per avere servito Re Manfredi, i Testa ricoprirono onorevoli carichi.
Dalla famiglia venne poi un Giovanni, cittadino palermitano e giudice della Regia Gran Corte nel 1341, progenitore dei Testa di Messina e di Nicosia.
Troviamo anche un possibile ceppo pisano, arrivato a Nicosia nel 1484, da cui proviene l’Arcivescovo Francesco Testa, Supremo Inquisitore di Sicilia e potremmo quindi intravedere dei forti legami geografici agli omonimi Testa di Cerami.
Appena sedicenne, alla giovanissima Tanina venne riservata l’esperienza migratoria. Dopo un breve fidanzamento ed il matrimonio con Antonino Noiosi, eccola arrivare in Australia nel 1961, e subito a lavoro in una fabbrica di abbigliamento mentre Tony, essendosi messo in proprio, porta ogni giorno il pane fresco ai negozi di generi alimentari italiani.
Nel 1961, Tanina dà alla luce il figlio primogenito Salvatore e nel 1967 nasce Luciano e con due figli da crescere, insieme a Tony lascia la popolosa Earlwood per trasferirsi a West Hoxton, un sobborgo in aperta campagna nel Comune di Liverpool, oggi a due passi dal nuovo aeroporto internazionale di Western Sydney.
Era il 1969 e agli inizi, per Tanina la vita nella lontana Liverpool fu triste, immersa nella solitudine anche se man mano che altri connazionali italiani comprarono grandi appezzamenti di terreno nei sobborghi rurali abbandonando il caos della metropoli, le attività commerciali della Famiglia Noiosi divennero fiorenti e conosciute in tutta la comunità di Sydney.
Nel 1976, Tanina e Tony avranno anche una figlia, Irene Francesca. All’avventura “nel far west” di Tony si contrappose fino all’ultimo la tenace determinazione di Tanina, pronta ad impegnarsi anche nei lavori più umili e difficili, come guidare il trattore, tenere pulito il negozietto di West Hoxton, mandare avanti la famiglia, accudire figli e far gioire i nipoti.
Senza poi parlare dei numerosi ricevimenti a Villa Tanina con ministri, consoli, ambasciatori, vescovi e delegazioni dalla Regione Siciliana, a cui la matriarca della Famiglia Noiosi dava piena e incondizionata ospitalità. Tanina mantenne sempre quel semplice e umile portamento da donna siciliana, all’ombra del marito ma da vero pilastro della famiglia.
Come poter dimenticare l’anno 2010, in occasione dell’arrivo a Sydney del Sindaco di Cerami, Professor Michele Pitronaci, di vari esponenti dell’amministrazione comunale e del gruppo teatrale dell’Associazione Il Gabbiano.
L’ospitalità di Tanina non fu solo riservata ai concittadini ceramesi, ma a tutti coloro che con lei condividevano l’identità siciliana.
Tanina organizzò nella villa di famiglia una settimana di ricevimenti, banchetti e intrattenimenti, che coinvolsero l’intera comunità italiana, radunata calorosamente nella sua grandiosa dimora di Denham Court. Anche se per l’occasione il marito Tony venne nominato ambasciatore di Cerami, si intese in modo inequivoco che il titolo era dato ai due coniugi, la cui simbiosi organizzativa è sempre stata un elemento essenziale del modo di essere di Tony e Tanina.
Con il ritiro dal lavoro attivo al negozio di West Hoxton, Tanina e Tony hanno riscoperto il valore di invecchiare insieme, di tenersi per mano l’un l’altro nella quotidianità della vita domestica e celebrare 50 anni di matrimonio nel 2011 e 60 anni insieme nel 2021.
A provare Tanina però è stata la malattia, e in tempi più recenti, anche l’avvento della pandemia che ha separato il mondo dagli affetti familiari. Tenace e amante della vita fino all’ultimo respiro, per l’estremo saluto si è vista attorniata e accompagnata nei pensieri e nella preghiera da migliaia di connazionali in Australia, in Italia e non solo.
La Confraternita di San Sebastiano Martire a Cerami, di cui Tanina era consorella, l’ha ricordata con una Santa Messa offerta nell’Ottava di Pasqua e nella sua stessa semplicità, anche noi la salutiamo e offriamo a Dio la sua anima perché la accolga misericordiosamente. Ciao Tanina!
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