Eugenio Montale, premio Nobel per la letteratura, scrisse: “Non avverrà che il professionalismo della politica corrompa… tutto.
Eppure la lettera inviata termina con “Come associazione che opera a livello mondiale, ed in Australia da oltre 50 anni, chiediamo che l’editoria all’interno della nostra comunità operi secondo le più alte prassi di etica e di professionalismo”.
Potrei citare nomi, cognomi, associazione e altro, ma perché inveire su una associazione che, nel passato, qualcosa di buono a fatto anche in Australia.
Onestamente non lo capisco, lamentarsi se un giornale pubblica un articolo scritto da un compagno. Dovrebbero rallegrasi, di questi tempi. Come se la chiesa di San Giuseppe si lamentasse con la chiesa di San Giovanni per aver letto lo stesso Vangelo.
A questo siamo ridotti, compagni? Sono consapevole che il benessere degenera le menti libere, ma mi sembra che stiamo esagerando.
Però devo ringraziarvi, perché grazie a voi non smetterò mai la mia campagna di informazione alla comunità. Ora più che mai mi rendo conto della sua necessità perché decenni di poltrona hanno annebbiato la mente dei rivoluzionari che una volta non esitavano a contraddire le autorità, le angherie e i soprusi.
Noi siamo i fascisti? Ma vi siete guardati allo specchio ultimamente?
Una organizzazione che faceva il bene dei lavoratori, degli emigranti, dei diseredati, il giorno stesso della votazione in cui chiedevo fondi legittimi per questo giornale, invia una lettera al console e al presidente Comites pregandoli di esprimere parere negativo perché abbiamo il coraggio di dire la verità e sostenere le giuste cause.
Sono colpevole di aver pubblicato un articolo dove parlava del lancio di un libro di una signora, che rispetto immensamente. Articolo che ho firmato con il nome dell’autore e un editoriale dall’Italia “Chi vuole la guerra?” che io in buonafede ho riportato dalle pagine pubbliche di Facebook, sempre firmando l’articolo con il nome dell’autore.
Naturalmente sempre convinto di fare un favore all’idea libera e alla pace, mentre la cosa è stata interpretata come un’offesa accusandomi di non avere citato la fonte. Cosa che invece ho fatto, firmando entrambi gli articoli con il nome dell’autore.
Ho inviato lettera di protesta alla loro sede centrale di Roma, mentre ritengo inutile scomodare l’illustrissimo signor console che in questo momento avrà cose ben più importanti da attendere.
Il resto è storia: il Comites ha espresso favore negativo accusandoci di essere “politici” mentre loro, chiaramente, sono diretti del segretario del Partito Democratico di Sydney. Quindi indipendenti?
Il Senatore PD ha preferito lasciare l’aula al momento della votazione, mentre ormai mi sono convinto che i burocrati della Farnesina non andranno mai contro il parere di un Console, anche se sbagliato.
Vorrei tanto poter essere indipendente e dire quello che penso del sistema Italia. Non quello della vendita della banane, ma di come funzionano i partiti politici all’estero.
Se questi sono i risultati, tanto vale eliminare gli eletti all’estero che, onestamente, “nulla possono fare”.
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