Non basta venire eletti, aprire un sito Facebook e pavoneggiarsi alle serate private o di qualche ente gestore per aiutare la comunità. Bisogna darsi da fare, bisogna prima individuare i problemi o le lacune della comunità e poi cominciare a chiedersi cosa si può fare per alleviare il problema, se esiste.
Prova lampante è stato il “Referendum sulla Giustizia” che il consolato ha spedito, o avrebbe dovuto spedire, a migliaia di connazionali, molti dei quali non hanno la minima idea sul da farsi o come comportarsi.
Ci sono cinque schede, con cinque colori e cinque domande a cui rispondere, formulate con domande di difficile comprensione. “Chi è Severino? – mi ha chiesto un lettore – e poi perché mi si chiede di abolire la sua legge senza nemmeno spiegarmi cosa sia la sua legge?”
Questo lavoro avrebbe dovuto farlo l’Ambasciata o il Consolato, come è accaduto in molte parti nel mondo, informando la stampa, la radio, la televisione… Mea culpa in primis, ma da parte nostra non abbiamo ricevuto nessuna comunicazione, nessun Press Release, niente di niente da chi ha pensato bene di far votare gli italiani all’estero.
Comunque resta molto strana la tempistica e l’informazione sul Referendum, come se a qualcuno la faccenda desse noia. Difficile capire il perché in Paesi del Sud America le schede sono arrivate un mese fa, mentre a noi degli Antipodi, se siamo fortunati, arrivano una settimana prima, e senza nessuna spiegazione sul da farsi.
Solo il gruppo di minoranza del Comites, NOI ITALIANI, ha sentito il bisogno di fare e distribuire un volantino che noi abbiamo pubblicato in rete nel nostro sito e spedito alle centinaia di persone che ci hanno chiesto delucidazioni a proposito.
Un bravo a Scorciapino, Aloisi, Testa e Leuzzi, che nonostante non siano tenuti in considerazione nelle decisioni prese dal Comites, hanno voluto fare qualcosa di utile alla comunità.
Ci voleva molto? No, bastava la buona volontà, ma finite quelle strane elezioni, oltre che cercare di vendere mobili e carabattole, non sembra ci sia tanta voglia di fare.
Ora vestitevi in abito di gala e partecipate al prossimo incontro snob organizzato da qualcuno di passaggio, ma non dimenticatevi quello che sarebbe il vostro compito, aiutare la comunità, non aspettare che la comunità aiuti voi.
Questo, spero, sia di monito per le prossime elezioni del 2023 che, voglio sperare, metteranno un po’ d’ordine in questo nostro confusionario Paese. Abbiamo bisogno, veramente, di qualcuno che ci rappresenti alle istituzioni che contano e non limitarsi a qualche selfie sui social.
I nostri rappresentanti politici hanno, chi più chi meno, partecipato alle celebrazioni per la Repubblica, hanno decantato quanto bravi, belli e buoni sono e sono spariti, come sempre, con destinazione Roma o altri lidi.. ci rivedremo a Filippi?
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