Il sottosegretario all’editoria, Giuseppe Moles, parlamentare in quota Forza Italia, ha senz’altro centrato in pieno l’obiettivo usando vocaboli come ‘pluralismo’, ‘autonomia’, ‘indipendenza’, ‘sostegno’, ‘tutela’ ed altre espressioni varie che sembrano dimostrare con quanto impegno e volontà il dipartimento della Presidenza del Consiglio dei Ministri alle sue dipendenze sia procinto ad erogare contributi a favore dei media italiani all’estero.
Ma è bene ricordare all’onorevole sottosegretario che quando dalle parole si passa all’atto pratico, il ‘pluralismo’ delle testate si traduce in servilismo editoriale a favore dei funzionari italiani all’estero, per ‘sostegno’ s’intende favorire i partiti e i ducetti eletti ai Comites in giro per il mondo e ‘indipendenza’ significa essere in realtà amici di qualcuno che conta, che possa mettere una buona parola o velocizzare la pratica. Questa è la drammatica situazione in cui sono costretti ad operare le testate italiane, quelle pluraliste, che stampano all’estero.
Caro sottosegretario, comprendiamo i suoi auspici, ma quando passeremo dalle parole ai fatti, quando a dettare la linea saranno i sottosegretari e non i capoufficio che usano l’immunità diplomatica, solo allora avremo realmente liberato la stampa italiana all’estero dalla tenaglia oppressiva degli interessi privati. Solo in quel momento saremo fieri di avere realizzato il principio per cui la stessa legge sui contributi alla stampa estera è stata varata dal parlamento, ovvero per incentivare e favorire il pluralismo dell’informazione. Cosa che al momento appare lontana.
Be the first to comment