È domenica mattina e non può mancare la Santa Messa. Ma se in passato ho preferito la Cattedrale di Saint Mary’s al centro di Perth, questa volta tocca a Fremantle, dove vengo a sapere che viene celebrata una Messa in italiano.
Le recensioni di Google sulla Basilica di San Patrizio riportano vari commenti che citano la “sorprendente musica con organo” – e vuoi vedere che alla Messa italiana invece non c’è nessuno che suona? Evidentemente mi sbagliavo!
La Messa è alle 09.30. Arrivo in Basilica 20 minuti prima del previsto, colpa di mio fratello che a differenza di chi abita a Sydney, ha del tempo in più e può permettersi qualche minuto per la preghiera individuale e magari una bella confessione.
Chiedo dove sia il sacerdote per offrire una Santa Messa per l’anima del compianto Monsignor Epifanio Solaro, scomparso solo qualche giorno addietro. Il mio parroco di sempre, a cui devo l’avermi fatto cristiano amministrandomi il sacramento del Battesimo.
Entrando in sacrestia, faccio conoscenza con i due accoliti che mi dicono che il prete è in confessionile, quindi ne approfitto per una buona penitenza e tornare a Sydney in grazia di Dio.
Uscendo dalla confessione, mi accorgo che all’organo siede una graziosa signora, che più tardi mi dirà di chiamarsi Renata Mattia. Davanti a lei siedono alcuni membri del coro che stanno provando i canti della liturgia e una maestra di coro. Avvicinandomi ad un’altra signora, seduta sulla sinistra, le chiedo se ha un foglietto dei canti in più e mi fa cenno che posso trovarli all’ingresso della Chiesa. Tornato indietro, mi avvicino all’organista per dirle che dopo la Messa mi farebbe piacere scambiare qualche parola con il coro.
Terminata la Santa Messa, che devo ammettere essere ben curata nella scelta dei canti e nell’omelia, espressione di quella “nobile semplicità” propria del Tempo Ordinario, ritorno a fare visita al coro.
Apprendo che la Santa Messa in italiano a Fremantle c’è almeno dal 1952, con vari sacerdoti che si sono succeduti a servizio della comunità. Il coro è intitolato a Santa Cecilia e tra i coristi, la ‘decana’ è una signora abruzzese che canta da oltre 30 anni. Un’altra signora, addirittura, continua la tradizione dei genitori siciliani che erano entrambi cantori della Basilica. Renata, l’organista, è originaria di Sabaudia e ha studiato prima pianoforte e poi organo. Lo stile è quello classico dell’accompagnamento che non prevarica sulle voci ed adorna con splendore la liturgia. A dirigere, la maestra Maria Amato-Gorman, precisa nel mettere insieme le voci e sempre attenta a sostenere i coristi.
Se come diceva sant’Agostino “Cantare, amantis est” (“Il canto è proprio di chi ama”), questo gruppo di fedeli esprime con convinzione l’amore per Cristo e la sua Chiesa con la preghiera e con il canto, coinvolgendo tutta l’assemblea e continuando ad essere una viva testimonianza della fede cattolica romana, propria della cultura italiana.
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