Noi siamo ancora qui e con la presente edizione di Allora! siamo arrivati al numero 100.
Un bel numero tondo tondo… a “tutto tondo” come direbbe una rappresentante della comunità.
Noi siamo ancora in stampa nonostante il parere negativo di Tizio e Caio, del presidente e segretario politico Sempronio, del presidente di un ex patronato con la bandiera rossa, di consiglieri più o meno in conflitto d’interesse ed altri eletti rappresentanti della comunità che ci avevano preventivato vita breve…
“Non durerete due settimane” aveva commentato un autorevole rappresentante di se stesso.
Eppure noi siamo ancora qui e… se qualcuno pensava di riuscire a metterci il bavaglio, si sbagliava di grosso.
I primi 100 numeri di un settimanale, in un paese libero e democratico come l’Australia, non sono paragonabili ai 100 passi diventati tristemente famosi per il tentativo delle mafie di zittire la libera informazione con il ricatto e la violenza.
L’Australia è un paese libero che ci ha permesso di fare i primi 100 passi.
Al momento, certamente non sono molti, ma chiunque sia a conoscenza in che campo impantanato ci siamo addentrati, può intendere quante difficoltà riusciamo a superare.
Siamo arrivati a 100 ma siamo giovani, anzi giovanissimi.
Snobbati da istituzioni che dovrebbero rappresentarci, tenuti in poca considerazione da commercianti di prodotti italiani, siamo sopravvissuti grazie ai nostri collaboratori, ai nostri inserzionisti, ai nostri sostenitori. E sono tanti coloro che hanno creduto nel team del settimanale Allora! Sono tanti coloro che credono ancora nella democrazia e nella libertà di stampa, quale bandiera di libertà e simbolo d’onestà.
Il tutto senza nemmeno un centesimo bucato dal governo italiano, sempre pronto, a parole, a finanziare la stampa italiana nel mondo, sempre favorevole alla diffusione, purché gratuita, della lingua italiana, sempre a dichiarata difesa della comunità degli “italiani migliori”, quelli fuggiti all’estero che ancora si ostinano a comprare il Made in Italy, a sognare il paesello natio da visitare come turismo di ritorno, e che cantano l’Inno Nazionale alle partite di calcio anche se l’Italia non si qualifica per i Mondiali.
Allora! è arrivato a 100 edizioni e segue con interesse chi vincerà le elezioni politiche del 25 settembre, quando il popolo degli italiani all’estero voterà per un rappresentante che, quando sarà in Senato, faccia valere il peso del suo voto a favore degli Italiani che non vivono in Patria. Da parte mia mi sono stancato di sentire che il voto del nostro rappresentante non vale niente. È pur sempre un voto capace di cambiare l’ago della bilancia nel delicato quadro della politica italiana.
Sono convinto che la nostra Comunità sia stanca di piangersi addosso e che, finalmente, abbia deciso di “scegliere” invece di “farsi scegliere” … come prontamente succedeva negli anni passati e come cantava il buon Fabrizio.
Da parte mia, mi auguro solo che il prescelto non sia “solo” un portavoce politico che prende ordini dal suo partito romano e che non sia interessato solo alla poltrona.
Chiedo troppo? Ci rivedremo a Filippi… spero anche senza
Be the first to comment