Un mio caro amico mi ha telefonato per comunicarmi la sua ultima avventura al Consolato di Sydney.
Dopo aver fatto le normali richieste online, che tra l’altro non è poi così semplice come cercano di farci credere, nel bene o nel male Michele (nome inventato, non si sa mai) era riuscito ad ottenere l’appuntamento per il rinnovo del passaporto.
Quattro mesi… un tempo d’attesa un po’ lungo, ma era prevedibile, la scusa del Covid, poco personale e altro, tutto normale e se i tempi di produzione sono questi, poco serve lamentarsi.
Passato l’interminabile periodo di produzione, Michele ritorna in Consolato alla data stabilita per il ritiro del suo tanto agognato documento. Recarsi nell’ufficio situato in Market street, come tutti ben sappiamo, è un’avventura, perché, nonostante costi al Governo italiano una “sbadilata” di soldi d’affitto, non è munito di parcheggio per i visitatori.
Quindi, anche qui, volente o dolente bisogna usare i mezzi pubblici, come nel caso del nostro caro Michele che, nonostante non abiti all’estrema periferia, con il treno impiega un’ora abbondate ad andare e altrettanto a ritornare.
Quindi, il giorno prestabilito Michele si presenta puntuale e viene accolto da un cartello con su scritto: “Non riceviamo ordini per nuovi passaporti”. Va be’, pensa Michele sorridendo, sono fortunato, perché io non devo fare un nuovo passaporto, devo solo ritirare il mio rinnovato. Ma il sorriso presto svanisce dal suo volto, quando l’addetto alla porta gli comunica che neanche il suo passaporto è pronto per essere ritirato, causa un guasto alla laminatrice.
Superato i trenta secondi di sgomento, Michele chiede chiarimenti. “Non è pronto, ma almeno potevate avvisarmi, mi avreste risparmiato il viaggio”.
Per tutta risposta la persona “all’accoglienza” torna ad indicare il cartello e alzando gli occhi al cielo specifica “che ci vuole fare, non è pronto”.
A questo punto Michele comincia a spazientirsi e pretende di poter parlare con qualcuno che sappia fornirgli una risposta, non solo additare un cartello.
“Aspetti un momento che vedo se c’è qualcuno in ufficio”.
Michele si siede assieme alle sole due persone in attesa, cerca Allora! ma sullo scaffale non c’è… solo la Fiamma della settimana scorsa. Intanto il tempo passa e nessuno si presenta. Finalmente un’ora dopo una signora gentilissima e con buone maniere spiega a Michele che “purtroppo la laminatrice non funziona e, come lei sa, il passaporto viene laminato per motivi di sicurezza quindi, non si può rilasciare un passaporto senza laminatura. Il suo passaporto è pronto, ma non possiamo laminarlo, quindi, non possiamo consegnarlo.”
Il problema della laminatura, al Consolato di Sydney, va avanti da almeno due anni. È una notizia che abbiamo appreso e che, forse, non dovremmo esserne a conoscenza. Ma “verba volant” come pure abbiamo appreso che ci ha messo mano un tecnico inviato da Roma che, cambiando qualche pezzo l’ha fatta ripartire. Ma ben presto, partito il tecnico, partita la macchina e il dramma della laminatura è stato risolto con un cartello in cui si legge “Non riceviamo ordini per nuovi passaporti”.
A questo punto, bisogna precisare che problemi causati nella stampa di un passaporto, non è cosa semplice come buttare nel cestino il foglio sbagliato e ristamparlo, bisogna protocollare il numero che deve essere comunicato e chissà quante altre scartoffie da compilare.
Una mia ricerca su Amazon ha rivelato che una buona laminatrice potrebbe costare da $450 per arrivare anche sui $2000… non economica, ma molto meno di un volo aereo da Roma e ritorno con relativo vitto e alloggio per il tecnico. Non so se valeva la pena far venire un tecnico dall’Italia, come se in Australia non ci fossero tecnici cinesi per aggiustare una laminatrice probabilmente “Made in China”…
Ma posso anche capire che si tratta di un ufficio governativo e bisogna seguire una certa prassi, compilare la richiesta probabilmente con moduli scritti 50 anni fa, l’avvallo del capo-ufficio, attendere l’approvazione da Roma e pregare…
“Ma potevate almeno avvisarmi con una email di cortesia – mugugna Michele – mi avreste risparmiato il viaggio.
La gentilissima signora alza gli occhi al cielo come per dire… non dipende da me, abbi pazienza. Chissà perché tutti guardano il soffitto in quell’ufficio, chi abita al piano di sopra, l’Onnipotente?
A questo punto Michele ha un’idea folgorante “Se scendo all’Ufficio Postale per comprare una busta pre-affrancata raccomandata, potreste inviarmi il passaporto, come già fanno da sempre con quello Australiano”
La signora gentile distoglie finalmente lo sguardo dal soffitto, sorride e ammette: “Un’idea geniale”. In conclusione, a cosa serve un capo ufficio, basterebbe impiegare Michele e tutti i problemi sarebbero presto risolti.
PS – A tutt’oggi l’avviso per ritirare il passaporto di Michele non è ancora arrivato… vi terremo informati. Se invece volete prendere un appuntamento per il passaporto, la prima data disponibile è a metà marzo 2023. Auguri. Laminatrice permettendo.
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