Rigettato il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica

Non essendo mai stati buonisti né tantomeno occultatori di scomode notizie, ci preme informare i nostri lettori circa gli ultimi risvolti in merito al ricorso che il nostro periodico ha inoltrato al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a seguito del rifiuto da parte del Governo Italiano di concedere i contributi alla nostra testata per l’anno 2019.

Lo scorso 11 novembre, il Dipartimento per l’Editoria ha comunicato il rigetto del ricorso straordinario. In questo specifico caso non c’è stato bisogno da parte del Presidente di spiegare le motivazioni che hanno portato al rigetto, ma la normativa prevede soltanto una risposta da parte del Capo dello Stato, sia essa in positivo o in negativo – come nel nostro caso. Per quanto riguarda la richiesta di contributi per il 2019, quindi, la storia finisce qui, senza alcuna opportunità di ulteriore appello.

L’unica stranezza è che tra gli atti esaminati dal Presidente Mattarella – in realtà dagli stessi funzionari – per il ricorso, viene menzionata una nota di replica prodotta da una certa società, la “SOGEDI Società Generale Editoriale”. La SOGEDI è l’ente editore della conosciutissima Agenzia Giornalistica AISE.

Speriamo si tratti di una svista di battitura da parte degli indaffarati funzionari della Presidenza del Consiglio alle prese con il Covid e ci scusiamo a nome del Governo con i colleghi dell’AISE per essersi visti menzionati in una faccenda che non li ha riguardati, e che invece di prendere in considerazione gli atti presentati dalla SOGEDI, il ricorso si sia basato sui documenti prodotti dal nostro giornale.

Comunque, malgrado l’esito di questo appello di ultima istanza al Presidente Mattarella non sia andato a buon fine, siamo sicuri che l’amministrazione abbia avuto le sue proprie ragioni per rigettare il nostro ricorso per la richiesta di contributi per l’anno 2019.

Al tempo non eravamo un tabloid, non stampavamo 4,000 copie settimanali e neanche godevamo del grande riconoscimento pubblico che la nostra testata vanta oggi – non che questi siano i requisiti per la concessione dei contributi.

Da parte nostra, essendo quasi giunti al settimo anno di pubblicazione, siamo fieri di poter continuare ad offrire un’informazione sincera e pluralista ai nostri lettori e di includere a testa alta, nella prima pagina di ogni numero, la citazione: “non riceviamo fondi dal governo italiano”.

Carissimo Presidente, sono convinto che lei non abbia letto il nostro settimanale, altrimenti avrebbe apprezzato il nostro sforzo. Sono convinto che la sua decisione sia stata presa da qualche burocrate che ha confuso due pubblicazioni: Noi siamo Allora! non AISE… Una svista… una delle tante a cui l’Italia ci ha abituato. E ancora una volta a discapito degli italiani all’estero.

Non siamo una pubblicazione istituzionale… qualcuno insinua anti-istituzionale, ma questo mi sembra un po’ eccessivo. Forse non m’importa molto dei burocrati che maneggiano le istituzioni, ma… ce li avete mandati e, purtroppo, dobbiamo tenerli…

Ecco perché, a volte, posso sembrare arrabbiato e mi scaglio contro gli incapaci, gli opportunisti che da sempre, dicono, dicono e fanno niente. Sono convinto che siamo il periodico più letto nella zona di Sydney. Siamo sempre pronti ad intavolare una discussione, una storia, un punto di vista. Non abbiamo superiori che vivono altrove e non prendiamo ordini da nessuno. Siamo l’alternativa ad una informazione limitata da motivi di interessi e di gelosie.

Un giornale stantio che racconta le solite storie non serve a nessuno. E allora? Allora!

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