Dopo un viaggio di 30 giorni, finalmente la Guglielmo Marconi, nave del Lloyd Triestino colma di emigranti italiani, attracca alI’International Terminal di Circular Quay.
Welcome to Sydney, si legge su un grande cartello blu.
I nuovi arrivati vengono fatti entrare in un grande stanzone. Tutti aspettano pazientemente il loro turno. I doganieri ispezionano le valigie dei nuovi immigrati e controllano i loro documenti. Finalmente arriva il momento di Franco. L’addetto della Dogana gli fa segno di aprire la sua valigia.Open… Please… – chiede con voce gentile il doganiere.
Ma… Puzza… – replica Franco titubante – nella valigia ci sono vestiti sporchi da un mese.
Open please! – ordina nuovamente l’addetto, ma con tono decisamente perentorio e autoritario.
Franco apre la valigia con riluttanza. Il doganiere è sopraffatto da una ventata olezzante spifferata dalla valigia e fa un passo indietro portandosi una mano all’altezza del naso, come a proteggersi da quel tanfo nauseante.
My God it smells… What the hell are you carrying? A dead body?
Mutande sporche… Calzini sporchi… Caldo sulla nave… e niente lavanderia!
Superato il primo momento di ribrezzo, il doganiere rovista tra i vestiti olezzanti e dalla valigia estrae una cartella con dei documenti. Li sfoglia svogliatamente; poi, improvvisamente, la sua attenzione è catturata da un diploma stampato in carta finemente decorata. Non sa cos’è, ma gli piace e chiede:
Laurea? University Degree?
Macché… Elementari…
With a University Degree you will be happy here! – rincara la dose il doganiere.
Macché Università… Elementari! – insiste Franco ansioso di farsi comprendere.
Whao… University of Elements… This person is a genius… That’s what our Country needs!
Franco non risponde… Inutile rispondere.
E il doganiere, soddisfatto, continua a rovistare nella valigia cercando chi sa quali tesori culturali nascosti.
Improvvisamente, l’attenzione del doganiere si sposta su una scatolina con dentro un piccolo rullo di pellicola cinematografica 8 millimetri, impacchettato accuratamente e infilato dentro un calzino…
And what is this? – chiede con tono burbero – cosi esseri quisto?
Ah, parli italiano, se vuoi… bravo – osserva Franco che fino a quel momento era convito che l’ufficiale non capisse una sola parola d’italiano – Film! Rotolino di film… Come si dice “film” in inglese? Film… Cinema… Sai, quelle immagini che si muovono sullo schermo… così…
I can see that… Even if I don’t have a Diploma in Universal Elements… I mean the contents!
Contents… Sí, sí, contento! Sono contento di essere qui.
Contento… Contento… dentro!
Sí, son contento… dentro e fuori… un po’ stanco, ma molto contento!
L’ufficiale di dogana comincia a perdere la pazienza:
Not happy or content: What’s in those films? Pornography?
No, no pornografia… Famiglia… Film di famiglia… Mamma… Compleanno… Mia sorella… Gita a San Marino…
Il funzionario della Dogana è poco convinto e apre la scatolina. Ne estrae il rullino cinematorafico, e srotolandone l’inizio, aguzzando la vista in controluce, cerca di decifrarne il contenuto:
Famiglia? … Mamma?… – chiede il doganiere scettico.
E anche Nonna… Anna… Giuseppe…
Poco convinto, il doganiere ripone il filmetto nella sua scatolina e, rovistando sotto i panni spochi, estrae un disco 45 giri dal fondo della valigia. Legge il titolo:
Rumagna mia… You from Rumania?
No, io… sono… io venire da Imola, in Romagna.
That’s what I said: Rumania.
No Rumania… Romagna! – insiste Franco desideroso di farsi capire.
Yes I understood, Rumania: Communist… Ceaușescu… You Rumanian Communist Refugee! You will be happy here, you did the right thing to run away from those red bastards!
Me… qui dalla Romagna… Emilia-Romagna… è una regione dell’Italia!
Sempre meno convinto l’addetto alla Dogana dà un’occhiata al passaporto… squadra Franco dall’alto in basso e guarda ancora il disco 45 giri:
Why didn’t you tell me before: of course you are from Italy… Beautiful country… Rome, Venice, Florence… But Australia is better: No communist here!
Franco toglie il disco 45 giri dalle mani del doganiere e indicandone la copertina aggiunge:
Mia mamma… Regalo… Romagna mia! Mia mamma l’ha nascosto nella valigia, nemmeno sapevo che c’era!
Anyway, welcome to Australia… Bienvienjuto… in Australia! – proclama l’ufficiale della Dogana e appende un bottone ricoperto di stoffa gialla alla giacca di Franco:
You go on a line… In fila… With those people… When call… Chiamare… Yellow…
Yellow?
Yes, yellow… – conferma il doganiere – You know yellow?
We all live in a yellow submarine, yellow submarine… – canticchia Franco – il Juke Box a bordo… on the boat… La suonavano a bordo: giallo!
Yes: giallo! When call yellow… giallo…You… Tu… Andare… Go to bus… To Villawood!
Mi no go… Villawood… Mi andare Sydney!
But Villawood is Sydney… – ride di gusto l’ufficiale – Villawood is a Sydney suburb!
Sei sicuro?
Like Romagna… Rumania… Same thing… A bit confusing “mate”, but with a University Degree in Elements, you will be happy here!
Villa … Wood… Una villa nel bosco… e io che pensavo di arrivare in una grande città…
Good luck mate … I’m sure you will be successful in this beautiful Country and Italians are good at business. By the way, where do you intend to open your fruit shop?
Fruit shop? You scherzare? Me stare qui due anni, imparare inglese, fare un sacco di soldi e ritornare in Italia!
Good luck mate! – replica il doganiere – Everithing’s possible in Australia!
Be the first to comment