Celebrata Santa Caterina d’Alessandria

Domenica 9 luglio, a Leichhardt, la chiesa di San Fiacre era gremita. Il colore predominante era il rosso, grazie alle fasce rosse indossate dai membri della Confraternita di Santa Caterina e dell’Associazione Caterisana, entrambe dedicate a Santa Caterina d’Alessandria nonché protettrice del paese di Santa Caterina Jonica.

La statua della santa patrona era stata sistemata ai piedi dell’altare, addobbata con luci e fiori. La santa messa è stata celebrata da Padre Severino, un cappuccino di Leichhardt. Durante la santa messa, il Coro del Club Marconi ha intonato canti che hanno solennizzato, ulteriormente, la cerimonia religiosa. Durante l’omelia, Padre Severino ha ricordato i defunti della congregazione nell’ultimo anno e ha chiesto una preghiera speciale per dette persone.

Successivamente, ha tracciato un ritratto della vita di Caterina d’Alessandria, la martire che convertì molte persone con la sua saggezza e fermezza, ma non il suo aguzzino. Caterina, una diciottenne figlia di nobili, cercò di dissuadere l’imperatore Massimino dal culto pagano ma fu condannata ad un terribile supplizio dopo essere riuscita a convertire numerosi intellettuali di corte. Secondo la tradizione, Caterina fu martirizzata nel 305 ad Alessandria d’Egitto, una città ricca di antiche culture e capitale della tradizione sapienziale cristiana.

Si dice che gli angeli abbiano portato il suo corpo sul Monte Sinai. Padre Severino non ha spiegato come Caterina sia diventata la patrona di Santa Caterina dello Jonio ma ciò, sicuramente, sarà oggetto di studio per un prossimo articolo su tale interessante martire cristiana.

Al termine della celebrazione della messa, è stata letta una preghiera a Santa Caterina, seguita da brevi commenti del presidente della Confraternita, Giuseppe (Joe) Trombetta. “A nome del Comitato della Confraternita di Santa Caterina d’Alessandria e dell’Associazione della Comunità Caterisana, ringrazio tutti voi per la vostra gradita presenza, così come i tanti devoti Caterinesi che, a causa di malattie e altri impegni, oggi non hanno potuto essere presenti. Tuttavia, sono sicuro che parteciperanno con il cuore e con la mente, pregando la nostra protettrice, Santa Caterina”, ha detto il presidente Trombetta.

Joe ha poi ringraziato l’ammiraglio Roberto Semi e sua moglie Tiziana, rappresentanti della Marina Militare Italiana, per aver condiviso l’evento con la Congregazione. Un ringraziamento particolare è stato rivolto al cavaliere Felice Montrone. Altri ringraziamenti sono andati a Luigi, Vincenzo, Marco e Antonio… di cui non conosco i cognomi, ma i soci della congregazione sanno bene chi sono. A seguire, Trombetta ha ringraziato il Coro del Marconi ed i giovani della GIA, sottolineando che “i giovani sono il nostro futuro. Noi siamo il passato e abbiamo fatto ciò che facevano i nostri padri. Ora è importante che i giovani continuino a portare avanti le nostre tradizioni”.

Sono giunti messaggi speciali dal priore di Santa Caterina dello Jonio e dal sindaco che ha fatto sapere di poter visitare l’Australia per incontrare la Congregazione in un prossimo futuro. Dopo la celebrazione in chiesa, c’è stato un pranzo al Club RSL di Petersham, dai Romani, un’occasione per festeggiare e per conversare con i compaesani, con qualcuno che non si vedeva da molto tempo; tutto ciò tra un piatto e l’altro. Un duo ha suonato e cantato canzoni degli anni ’70, riportando tutti indietro nel tempo, anche quando questa confraternita contava centinaia di membri. Eravamo giovani e questa nostalgia fa piacere.

Il pranzo è stato ottimo, con antipasti di polpo alla griglia, calamari e gamberi, seguiti da un duo di tortellini e penne come primi piatti, involtini e pesce come secondi ed un gustoso tiramisù per concludere. Sono ricordi del passato? Forse sì, ma almeno c’è la speranza che i giovani possano continuare la tradizione, un’associazione che in Italia compirà presto 500 anni e che è una delle confraternite più longeve di sempre. Ci sono i nipoti di Joe Trombetta e altri giovani presenti in sala e questo ci fa guardare al futuro con un certo ottimismo. A volte siamo un po’ pessimisti e abbiamo descritto le associazioni come in via di estinzione, ma dobbiamo almeno dare il beneficio del dubbio.

Abbiamo il dovere di provare a interessare i giovani a questa forma di associazionismo che non rappresenta un ritorno al passato, ma piuttosto la volontà di preservare le tradizioni e farlo sapere. La vita è fatta anche di fasi diverse. Certamente anche noi eravamo giovani una volta, e forse non abbiamo fatto tutto quello che il nostro potenziale ci avrebbe permesso, quindi… Noi, meno di tutti, abbiamo il diritto di criticare; dobbiamo cercare di entusiasmare e dare ai giovani eredi un motivo per partecipare.

Tanti auguri alla Congregazione di Santa Caterina che, in questo breve periodo, mi ha dato qualcosa in cui credere riguardo all’associazionismo, qualcosa che potrà avere un valore comunitario anche per il futuro.

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