Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale, Giorgio Silli ha recentemente risposto all’interrogazione del Sen. Roberto Menia (FdI) che ha espresso forti critiche sulle dichiarazioni consolari riguardanti le testate italiane all’estero “La Gente d’Italia” e “Allora!”.
Menia ha contestato le dichiarazioni dell’ambasciatore d’Italia a Montevideo, Giovanni Battista Iannuzzi, e del console generale d’Italia a Sydney, Andrea De Felip, come “estremamente aspre nei toni e stigmatizzano in modo forte le due testate che vengono descritte come faziose, che danneggiano il diritto all’informazione, e, più generalmente, l’immagine degli italiani all’estero e di suoi rappresentanti”.
“La libertà di stampa – ha aggiunto Menia – è tutelata dell’articolo 21 della Costituzione: ‘Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure’. L’accertamento dei requisiti tracciati dalla normativa non deve configurarsi come interferenza con la linea editoriale del giornale e con l’esercizio del diritto di cronaca, soprattutto qualora il parere negativo sia di natura politica o derivi da qualcosa che le testate hanno pubblicato e non sia stato gradito dalle autorità consolari, dai Comites o da entrambi.
Se così fosse, il ruolo delle autorità consolari e dei Comites produrrebbe un danno alla libertà di stampa in quanto “suggerirebbe” alle imprese editoriali di valutare ciò che pubblicano se intendono ottenere finanziamenti pubblici.
Se applicato alle testate nazionali edite in Italia ciò determinerebbe un taglio drastico dei finanziamenti loro concessi, Menia ha chiesto di sapere, “se si intenda verificare se le dichiarazioni rese dalle autorità consolari e dai Comites, in ordine alle richieste di contributo, siano fondate su motivi di natura politica o su fatti e valutazioni, resi noti dai quotidiani, che concernono direttamente le autorità consolari e i Comites e da questi non graditi. Qualora i fatti dimostrino che questi influenzino la libertà di stampa, quali iniziative si intenda adottare per garantire il rispetto del dettame costituzionale e se si ritenga opportuno incidere sulla legislazione vigente per rendere più espliciti e definiti ciò che in materia spetta alle autorità consolari e ai Comites.”
Silli, nel suo testo di risposta scritta, ha dichiarato che “ai fini della concessione dei contributi alle imprese editrici all’estero, la dichiarazione del capo del competente ufficio diplomatico-consolare è uno dei requisiti previsti dal decreto legislativo” e che “tale dichiarazione concorre alle autonome valutazioni delle istanze da parte del Dipartimento per l’informazione e l’editoria presso la Presidenza del Consiglio dei ministri. Rimane infatti in capo a quest’ultimo la competenza esclusiva in merito all’esame e alla valutazione delle domande, nonché dei pareri e delle dichiarazioni ad esso resi ai sensi della normativa vigente.”
“Nessun ufficio consolare – specifica Silli – potrebbe sostituirsi al Dipartimento nella sua valutazione circa la concessione dei contributi.” In merito ad “Allora!” si fa presente – aggiunge Silli – che è tuttora in corso l’attività istruttoria del Dipartimento sulle richieste di contributi inviate per l’anno 2022 e che non è stato emesso alcun provvedimento di esclusione. Il Dipartimento, nella sua piena terzietà rispetto al Ministero e ai Comites, sta quindi valutando tutti gli elementi a sua disposizione per giungere all’emissione di un provvedimento.”
“Con riguardo all’attestazione a cura del consolato generale di Sydney, quest’ultimo ha rilevato come non siano disponibili elementi per valutare l’effettiva diffusione presso la comunità di riferimento. Inoltre la sede ha segnalato come, con riferimento alla sua funzione informativa e in virtù della sua periodicità settimanale, “Allora!” si connoti più come periodico di opinione e di costume che come giornale di informazione.”
“È comunque auspicabile – ha concluso il sottosegretario – che tutte le voci orientate verso le comunità italiane all’estero possano operare e ulteriormente diversificarsi, anche attraverso forme di ricorso a proventi locali.” La redazione di Allora! fa presente che benché il console generale Andrea De Felip sia libero di decidere circa le proprie osservazioni da inviare al Dipartimento, sorgono forti dubbi sulla validità della dichiarazione consolare.
Le copie di Allora! inviate al consolato vengono settimanalmente rispedite indietro al mittente e aver dichiarato l’assenza di elementi per valutare l’effettiva diffusione della testata nella comunità dimostra il perdurare di un atteggiamento che abbia di mira a far prevalere l’interesse personale contro la testata e i suoi collaboratori, nonché dimostra la limitata presenza del capo dell’ufficio consolare alla diversità di iniziative che si svolgono nel contesto italiano locale.
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