L’Italietta gioca al doppio standard

Se da una parte l’Italia si è unita ad altri 17 paesi dell’Unione Europea per firmare una lettera sui diritti LGBTQ+ in risposta alla legge anti-gay dell’Ungheria, dall’altra lamenta le “ingerenze contro il parlamento italiano” quando la Santa Sede in una nota diplomatica ipotizza una possibile violazione del Concordato se venisse approvata la Legge Zan contro l’omotransfobia.

Per l’Italia, la lettera contro il parlamento ungherese è stata firmata direttamente dal Presidente del Consiglio Mario Draghi. Il capo della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha promesso che Bruxelles combatterà il disegno di legge “vergogna” varato da Budapest, con procedure legali ai danni dell’Ungheria. L’UE si appresta ad aprire una procedura d’infrazione per la legge anti-Lgbt e sarebbe anche pronta a bloccare i fondi del Recovery plan con la scusa che le proposte economiche del governo ungherese non godono di coperture convincenti.

Il primo ministro ungherese Viktor Orbán ha risposto con una dichiarazione concisa affermando che il disegno di legge “non contiene elementi discriminatori” perché “non si applica ai diritti di orientamento sessuale delle persone di età superiore ai 18 anni.”

Ma torniamo in Italia, dove finora la Costituzione ha tutelato la realtà della Chiesa Cattolica come parte integrante del sistema di valori civili, morali, politici e religiosi del paese. In particolare, il Concordato del 1984 – che altro non è che un trattato al pari di quelli che hanno dato vita all’Unione Europea – garantisce «ai cattolici e alle loro associazioni e organizzazioni la piena libertà di riunione e di manifestazione del pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione». I somari che parlano di ingerenze vaticane come un attacco alla laicità dello stato e una violazione della sovranità del parlamento farebbero bene a tornarsene tra i banchi di scuola.

Quando 17 paesi, incluso l’Italia, iniziano azioni legali contro una nazione sovrana come l’Ungheria per una legge che secondo loro lede i diritti dei gay, la campagna contro un parlamento è giusta, mentre quando la Santa Sede, che l’Italia riconosce come stato sovrano, chiede che venga esaminato il DDL Zan ai fini del trattato dei Patti Laternanenzi, allora la cosa non va più bene. Cara Italietta, di questo passo quando crescerai mai?

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