Genio vagante

In una serata ricca di emozione e orgoglio per l’Italia, il Consolato Generale d’Italia a Sydney ha celebrato la 6ª edizione del Premio Genio Vagante, un riconoscimento annuale che dal 2017 viene conferito agli italiani all’estero che rappresentano l’eccellenza nel proprio campo, portando alto il prestigio della scienza e della cultura italiane nel mondo.

Quest’anno, il premio è stato assegnato alla Professoressa Orsola De Marco, illustre astrofisica e docente presso l’Astronomy, Astrophysics and Astrophotonics Research Centre della Macquarie University di Sydney, in segno di riconoscimento per il suo contributo alla scienza e alla ricerca. 

A consegnare il premio è stato Giordano Bruno Guerri, Presidente della Fondazione Vittoriale degli Italiani, in una cornice che ha visto riunirsi numerosi esponenti della comunità scientifica e accademica di Sydney, italiani e australiani.

Il Console Generale d’Italia a Sydney, Dr. Gianluca Rubagotti, ha aperto la serata con parole di apprezzamento per l’evento e per la figura della Professoressa De Marco. “Sono davvero lieto di vedere riuniti qui stasera rappresentanti della comunità scientifica e accademica di Sydney,” ha affermato Rubagotti. “Questo premio è la dimostrazione di come gli italiani all’estero possano portare avanti il nostro patrimonio culturale e scientifico, costruendo ponti tra le nazioni.”

Rubagotti ha proseguito ringraziando anche il sig. Navarra, proprietario della sede dell’evento, per aver concesso uno spazio di grande eleganza. “Mi sento grato per il privilegio di essere in un luogo così suggestivo e scoperto di recente: ‘appena l’ho visto,’ mi sono detto, ‘qui si deve tenere un evento italiano.’ Essere italiani significa anche essere circondati da bellezza, ed è giusto celebrarlo in uno spazio che incarna questo valore.”

Il Console ha inoltre colto l’occasione per condividere con il pubblico un ricordo personale legato al Lago di Garda, luogo del Vittoriale degli Italiani, che ospita la casa-museo di Gabriele D’Annunzio. “Non tutti conoscono l’importanza culturale di questo lago,” ha aggiunto. “È forse meno noto di altri, ma per me – e per molti italiani – è il più bello. Sul Garda si trova il Vittoriale, residenza del poeta e patriota D’Annunzio, un luogo che racchiude secoli di storia e bellezza, un po’ come quella che celebriamo stasera.”

Giordano Bruno Guerri ha poi preso la parola, riflettendo sul significato del Genio Vagante e sul legame con la figura di Gabriele D’Annunzio. “D’Annunzio sosteneva che la vita dovesse essere vissuta come un’opera d’arte,” ha dichiarato Guerri, “e chi, come voi, sceglie di vivere all’estero per spirito d’avventura o per necessità, sta costruendo la propria vita come un capolavoro personale.” Guerri ha inoltre affrontato la questione della “fuga di cervelli”, una tendenza che spesso preoccupa l’Italia, affermando però di non considerarla in modo negativo: “Non è un errore, anzi: i nostri talenti all’estero, come la Professoressa De Marco, restituiscono prestigio all’Italia, anche se da lontano. È proprio per questo che abbiamo creato il programma Genio Vagante.”

Con parole piene di ammirazione, Guerri ha elogiato la Professoressa De Marco, il cui lavoro nell’ambito dell’astrofisica rappresenta una fonte di ispirazione e un esempio di come il talento italiano possa eccellere anche fuori dai confini nazionali. “Saluto tutti voi che avete atteso per sentire il genio rappresentato dalla nostra premiata,” ha concluso Guerri, richiamando l’attenzione sul valore del contributo italiano alla scienza globale.

Il dottor Marco Lazzarino, attaché scientifico presso l’Ambasciata d’Italia a Canberra, ha introdotto la Professoressa Ursula De Marco in un discorso sentito e ricco di ammirazione. “Ritengo fondamentale questo premio organizzato dal Vittoriale degli Italiani – ha dichiarato – per riconoscere il contributo degli italiani che, pur viaggiando e spostandosi per il mondo, mantengono intatto il loro talento, la dedizione, l’esperienza e i valori del patrimonio culturale italiano.”

Lazzarino ha poi citato i precedenti vincitori del premio, sottolineando l’ampia gamma di ambiti rappresentati: un fisico naturale di Palermo, una dottoressa in medicina di Roma, un esperto di intelligenza artificiale dall’Emilia Romagna e un chimico dell’Italia settentrionale. “La scienza e l’educazione italiane fioriscono ovunque nel mondo”, ha proseguito.

Parlando della Professoressa De Marco, Lazzarino ha elogiato il suo percorso straordinario in cinque nazioni e tre continenti, descrivendola come un esempio perfetto del “genio vagante”. “Il termine è davvero appropriato per Ursula,” ha spiegato. “È brillante, ma anche un po’ eccentrica, come ogni vero genio.”

Lazzarino ha infine sottolineato il contributo della Professoressa De Marco alla diplomazia scientifica, evidenziando il suo impegno nel coinvolgere l’Australia nell’Osservatorio di Biologia Organica, un progetto di grande importanza per promuovere la scienza senza confini. “Sono certo che porterà a termine questa missione, e sono altrettanto sicuro che, una volta conclusa, si dedicherà a una nuova sfida.”

La vincitrice del premio ha espresso profonda gratitudine per l’onorificenza ricevuta, che ha voluto dedicare simbolicamente al popolo italiano e ai valori di educazione e impegno civile che lo rappresentano. Con una toccante riflessione personale, ha raccontato il proprio percorso, delineando le difficoltà e i successi di un’italiana all’estero. Nel ripercorrere le sfide di una carriera internazionale, ha ricordato come il suo amore per l’Italia e per la lingua l’abbia sempre accompagnata, nutrendo la sua passione per la poesia italiana e il metodo educativo Montessori. 

Quest’ultimo, ampiamente riconosciuto a livello globale, ha avuto un ruolo speciale nella sua vita, unendo il suo impegno professionale alla volontà di trasmettere “l’indipendenza e il pensiero critico alle giovani generazioni.” La dedica e il valore del premio, dunque, non sono solo rivolti alla comunità italiana ma anche alla forza universale dell’educazione e della cultura come  veicoli  di  unione e progresso.

Con spirito leggero e umoristico, ha poi sottolineato come il percorso di una scienziata e accademica italiana sia anche fatto di scoperte inaspettate e di aneddoti curiosi, dai viaggi all’estero all’incontro con nuove realtà e tradizioni, spesso così diverse dalla sua. 

Tuttavia, ha concluso, “il mio percorso mi ha insegnato a valorizzare l’importanza dell’educazione e del servizio, sia come strumenti per affermarsi sia per contribuire attivamente alla comunità.” Ha poi condiviso una riflessione profonda su come ogni sfida affrontata le abbia insegnato a perseverare, sottolineando che “ogni difficoltà rappresenta un’opportunità di crescita e un’occasione per imparare dai nostri errori.” La sua vita e il premio ricevuto rappresentano un omaggio ai valori italiani di resilienza e innovazione, caratteristiche che l’hanno sostenuta e motivata a portare la cultura e l’educazione italiana nel mondo. Ha esortato i giovani presenti a “non temere le sfide, ma a abbracciarle, poiché sono le esperienze più difficili a plasmare il nostro carattere.”

Infine, ha concluso il suo discorso con un invito collettivo ad essere fieri delle proprie radici, esprimendo un elogio all’italianità e ricordando come “anch’io, come la Lamborghini, gli spaghetti e Maria Montessori, sono Made in Italy!