Si è svolta a Roma, presso il Carpegna Palace Hotel, la presentazione della XIX edizione del Rapporto Italiani nel Mondo curato dalla Fondazione Migrantes.
Mons. Pierpaolo Felicolo (Fondazione Migrantes) ha introdotto il dibattito sottolineando l’importanza del Rapporto Italiani nel Mondo (RIM) per “fare rete” e “rinsaldare i rapporti”. Ha richiamato il messaggio di Papa Francesco sulla mobilità e l’inclusione delle persone in movimento, evidenziando che gli italiani all’estero sono una realtà diversificata, composta da persone di varie età, esperienze e provenienze geografiche.
Paolo Pagliaro (Agenzia 9 Colonne) ha evidenziato l’evoluzione del RIM, sottolineando come il numero degli italiani iscritti all’AIRE sia raddoppiato negli ultimi anni, passando da circa 3 milioni a più di 6 milioni nel 2024. Ha spiegato che il Rapporto è diventato uno strumento fondamentale per comprendere le tendenze migratorie, contribuendo a segnare il cambiamento nella percezione sociale della migrazione.
Delfina Licata (Sociologa delle migrazioni) ha parlato dell’aumento della presenza italiana all’estero, sottolineando che la crescita è stata superiore al 97% dal 2006. Ha evidenziato che i giovani laureati tra i 25 e i 34 anni costituiscono il 50,6% degli espatriati nel 2022. Ha espresso preoccupazione per la “migrante unilateralità” dell’emigrazione italiana e ha ribadito la necessità di favorire il ritorno in un’ottica di migrazione circolare.
Toni Ricciardi (Pd) e Paolo Emilio Russo (FI) hanno discusso della necessità di riformare la legge sulla cittadinanza (Legge 91/1992), riducendo i tempi burocratici per l’acquisizione. Ricciardi ha parlato di un approccio pragmatico, mentre Russo ha insistito sull’importanza della scuola come luogo di integrazione. Entrambi hanno concordato sulla necessità di rivedere la legge, concentrandosi su ius scholae e ius sanguinis, e sull’importanza di legare la cittadinanza all’identità dei migranti e all’interesse per il futuro del paese.
Fabio Porta (Pd, ripartizione America Meridionale) ha evidenziato che il dibattito sulla cittadinanza dovrebbe superare le ideologie e concentrarsi sulla realtà sociale e demografica dell’Italia, con particolare attenzione alla recessione demografica e allo spopolamento delle aree interne.
Ha parlato anche delle relazioni storiche tra l’Italia e il Brasile, con un focus sulle difficoltà dell’emigrazione italiana e la perdita della lingua italiana tra le nuove generazioni.
Mons. Carlo Perego (Presidente Fondazione Migrantes) ha concluso l’incontro sottolineando l’importanza di affrontare la cittadinanza in un contesto globale, dove le persone hanno più di una cittadinanza e dove l’immigrazione e l’emigrazione sono in costante evoluzione.
Ha proposto una riforma delle leggi sulla cittadinanza, basata sulla necessità di affrontare i cambiamenti demografici e culturali, e ha enfatizzato la necessità di un ripensamento normativo che permetta l’inclusione e il riconoscimento dei diritti fondamentali in un mondo sempre più mobile.
Ha anche menzionato il concetto di cittadinanza europea come nuova forma di protezione e inclusione.
In generale, il dibattito si è concentrato sulla mobilità internazionale degli italiani e sulla necessità di riformare il sistema di cittadinanza per adattarlo ai cambiamenti sociali e demografici, favorendo l’integrazione e la coesione sociale.
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