Siamo nel 1937.
In Asmara città vivono 70.000 italiani e servono locali di ritrovo.Tra i molti cinema-teatro venne costruito in quell’anno l’Odeon.che disponeva anche di un grande bar e di un annesso night club.
Nello stesso anno, a Napoli, il capocomico Aldo Russo cerca un pianista da aggregare alla sua compagnia in partenza per l’Eritrea.
Dopo un breve provino viene selezionato un giovane pianista, con un contratto di 120 lire al mese, una cifra consistente per l’epoca. Il giovane si chiamava Renato Carosone.
A fine luglio del 1937 si imbarca sul piroscafo “Tevere”, con destinazione Massaua, dove sbarca il 17 Agosto. Dopo qualche giorno di prove con cinque orchestrali reclutati tra i lavoratori della Colonia italiana, iniziarono gli spettacoli nel locale procurato dall’impresario che era nient’altro che un ristorante, sull’Isola di Taulud, gestito da Mario Auritano, locale frequentato in prevalenza da trasportatori del nord Italia. Il basso gradimento della compagnia che cantava e recitava solo in napoletano, portò al suo rapido scioglimento.
Ma Carosone, per nulla intenzionato ad interrompere la sua nuova avventura, si trasferisce in Asmara, dove un orchestra necessita di un pianista.
Fu ingaggiato alle medesime condizioni economiche del precedente contratto, il che gli permise di farsi raggiungere in Asmara dai suoi famigliari. La tranquillità economica del resto,sembrava garantita dalle tante possibilità professionali in un territorio ricco di sale da ballo.
Ne colse egli stesso una vantaggiosa nel 1939 quando un noto locale di Addis Abeba (Aquila Bianca), lo chiamò a dirigere la sua orchestrina. Ma il conflitto mondiale era sul punto di sconvolgere il destino degli italiani in Africa Orientale. A seguito della dichiarazione di guerra a Francia e Inghilterra, il 10 giugno 1940 Carosone dovette arruolarsi nel terzo battaglione granatieri di stanza nella capitale etiopica.
Grazie ad un conoscente, capo furiere,ottenne la mansione di dattilografo, posizione che sfruttò per disertare subito dop la caduta di Addis Abeba per mano inglese. Il 5 maggio 1941 si allontanò dalla caserma utilizzando la carta intestata della propria compagnia per autospedirsi in missione. Per sopravvivere riprese la sua attività di pianista e, con gli alleati in cerca di strumentisti da impiegare nei locali frequentati dalle truppe di occupazione e così imparò ad eseguire musica da ballo americana: questo fatto fu decisivo ai fini della sua carriera.
Quando si fecero frequenti le rappresaglie contro gli italiani Carosone fece ritorno in Asmara dove un suo cugino era direttore del cinema teatro ODEON.
Il viaggio affrontato con documenti falsi, a bordo di un camion di un connazionale durò 10 giorni, rivelandosi un percorso ad ostacoli, tra posti di blocco e bande di guerriglieri in conflitto
Frattanto il padre e la sorella erano stati rimpatriati dalla Croce rossa mentre il fratello, catturato dagli inglesi,rimase prigioniero sette anni. Per qualche anno Carosone suonò stabilmente nel night club annesso all’Odeon, specializzandosi in personali arrangiamenti di brani quali “tea for two”, ” Stardust”, “Blue moon”, ecc, il genere di musica richiesta dai clienti del locale, soprattutto militari delle forze alleate.
Incontrò la donna della sua vita che divenne sua moglie, la veneziana Itala Levidi, di due anni più grande, che era la prima ballerina dell’Odeon.
Rimase in Asmara sino al 28 Luglio 1946.
Nella prima foto fatta davanti al cinema odeon,saluta i suoi amici prima del suo rientro definitivo in Italia.
Diventerà a partire dal 1949, con Peter Wan Wood e Gegè di Giacomo, indiscusso primo attore della musica italiana e napoletana nel mondo.
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