di Rosanna Dabbene Perosino
Zzzzzz Eccomi qui a curiosare, eh, si… perche’ tutti sanno che le mosche sono insetti curiosi, ma io, essendo una supermosca, sono “estremamente” curiosa e… Leggete, leggete, cosa ho scoperto……
Zzzzzzzz Oggi e’ una domenica soleggiata e mi trovo nel caffe’ del “New Italy Museum Complex”, a Woodburn, che si trova a circa 30 Km da Lismore; il gestore e’ di discendenza italiana/veneta ed intorno vi sono moltissime persone che parlano il dialetto veneto, mischiato con l’Inglese.
Zzzzzzzzzzzzzzzz Molto interessante… Il complesso e’ costruito su una considerevole estensione di terreno, che sfocia sulla Pacific Highway. All’entrata della grande piazza, sulla sinistra, un grande monumento a ricordo dei primi pionieri, accompagnato da due grandi, sventolanti bandiere, una italiana e l’altra australiana.Troneggiante, al centro della piazza, una statua di un uomo anziano seduto su una panca, con un cane accucciato ai suoi piedi, che sta a significare il pioniere col suo cane, che ha finalmente ritrovato la serenita’ in questa nuova, pacifica terra. La statua, disegnata e scolpita da Carlo Jacuzzi, fu inaugurata dal Console Generale d’Italia Dr. Fabio de Nardis nel 1992.
Questa statua fu creata allo scopo di elogiare ed onorare tutti i pionieri di questa nazione, ma in particolare, per celebrare quegli emigranti italiani che ebbero la forza ed il coraggio d’iniziare una nuova vita in questa zona, che chiamarono “New Italy”. Sulla sinistra c’e’ il lungo fabbricato dove esiste il museo con tutti i vecchi arnesi da lavoro che i pionieri usavano per dissodare la terra e per farla produrre.
Dalla parte destra della piazza, proprio di fronte al museo, si estende il fabbricato chiamato “Italian Pavilion”, dove sono rappresentate tutte le venti Regioni italiane. Al fondo, nel centro della piazza, esiste la grande, vecchia casa a due piani, costruita solo in pietra, dai pionieri, il cui piano terreno e’ stato adibito a “Gift shop”. Quindi il caffe’, che comprende anche una parte all’aperto ed infine un fabbricato denominato “Glass art gallery”, cioe’ Galleria dell’arte del vetro. Insomma, tutto cio’ che e’ stato fatto qui, parla dell’Italia. Zzzzzzzzzzzzzzzzz
Bruno, Andrea e Luciano, tre bei ragazzoni, anche loro di origine veneta, appena oltre i vent’anni d’eta’, sono seduti ad un tavolino e si sorbiscono il caffe’ da tre tazze fumanti e profuse di aroma.
Bruno ha un libretto dalla copertina rossa in mano, su cui si puo’ intravvedere un titolo: NEW ITALY, mentre discute con gli altri due sull’ esplosione della tecnologia. Ad un certo punto, si rivolge ad Andrea e Luciano, mostrando il libro, mentre esclama, -“ Sapete perche’ vi ho chiesto di incontrarmi qui?”- i due muovono il capo in segno di diniego, percio’ egli continua: -“ La sapevate voi la storia dei pionieri italiani di New Italy?”- I due si guardano interrogativamente, quindi rispondono all’unisono: -“ Beh! Piu’ o meno. “- Bruno alza la voce, aggiungendo: -“ Come sarebbe a dire, piu’ o meno, o la sapete o non la sapete affatto, punto!”- Un silenzio imbarazzante scende tra di loro, quindi si ode la voce un po’ insicura di Luciano –“ Io credo che non la so”-. Andrea abbassa il capo ed ammette: -“ anch’io credo che non la so.”- Bruno che sfoggia uno sguardo comprensivo, riprende: -“ anch’io non la sapevo la storia dei nostri antenati, pionieri di New Italy, finche’ non ho scoperto, nello scaffale- libreria di mio padre, questo libretto dalla copertina rossa, che ha attirato la mia attenzione.
L’ho letto tutto ed ho ancora la pelle d’oca, solo a pensarci. Lo ha scritto Floriano Volpato circa mezzo secolo fa. Egli, per parecchi anni fu interessato alla storia dei pionieri di New Italy, tanto che fece uno studio speciale sugli avvenimenti del passato. Consulto’ libri ed altre pubblicazioni conservate presso la “Richmond Historical Society” ed intervisto’ alcuni discendenti diretti dei pionieri.
Inoltre, dalla stazione radio 2LM di Lismore, mise in onda un programma a puntate, in italiano ed in inglese, per raccontare la storia dei Pionieri di New Italy, che fu anche divulgata dalla Fiamma e dal Globo. Floriano vide che gli umili protagonisti di questa storia, davanti ai suoi occhi, diventavano giganti e gli apparivano come dei veri eroi. Ed e’ proprio a quegli eroi che egli dedico’ il suo libro.”-
-“ E bravo Floriano, interviene Luciano, pero’, visto che i pionieri erano emigranti, credo sia doveroso spiegare il significato della parola.
Dunque: La migrazione è il movimento di persone da un luogo all’altro, per stabilirsi in una nuova posizione. Essa è spesso il risultato di problemi strutturali e disuguaglianze socio-economiche, che costringono le persone a cercare condizioni di vita migliori altrove. Il processo migratorio può anche portare a sfruttamento e discriminazione, mettendo in evidenzia le difficoltà nella gestione e il rispetto dei diritti umani globali.
I fattori di spinta sono i motivi che spingono le persone a lasciare il proprio paese. I fattori di attrazione sono invece i motivi per cui le persone si spostano verso un determinato paese. Ci sono tre principali fattori di spinta e di attrazione: fattori sociopolitici, fattori demografici ed economici e fattori ambientali.
Tenendo conto che, partire verso l’ignoto, per molti giovani, voleva dire l’adempimento del grande sogno, la grande avventura della vita. Un nuovo inizio, fra persone e condizioni diverse, in completa liberta’, senza inibizioni, era come acquisire la possibilita’ di rinascere nel Paradiso Terrestre. Detto questo, caro Bruno, continua pure con la tua interessantissima storia, ti ascoltiamo.”-
-“ Bene,”- riprende Bruno. –“ Se mi date la possibilita’, io faro’ del mio meglio per riassumere tutti gli avvenimenti relativi a questa storia nel minor tempo possibile.”-
-“Vai Bruno!”- dicono Andrea e Luciano.
-“ Ok,”- riprende Bruno. –“ Siamo in Francia, nell’anno 1879. E proprio qui, viene concepito il seme del fantasioso viaggio, nella mente malata di Charles Bonaventure du Breil, Marquis de Rays; mentre in Italia, nella ridente regione del Veneto, troviamo invece le vittime, che diventeranno poi gli eroi e le eroine della storia.
Il Marchese De Rays, discendente da una nobile e vecchia famiglia, nacque in Francia nel 1832. Viveva in un castello feudale appartenente ai suoi antenati, ma sognava di compiere viaggi fantasiosi ed eccezionali imprese. Il ventenne Marchese, sano, robusto e di bell’aspetto, parti’ per l’America, cercando di fare fortuna nel Far West, ma, poiche’ le cose andarono storte, parti’ per il Senegal cercando di dare l’avvio ad un commercio di arachidi, ma anche li’, la cosa ando’ buca, quindi si sposto’ nel Madagascar, dove ando’praticamente in malora.
Dopo aver dissipato quasi tutta la sua fortuna in una piantagione di gomma in Indocina, lo vediamo di ritorno nel suo castello in Francia.
Per alcuni anni si adatto’ a vivere da borghese di provincia. Si sposo’ a 37 anni ed ebbe cinque figli. Quindi copri’ la carica di Console per la Bolivia a Brent. Correva l’anno 1887, quando la giovane Regina Vittoria d’Inghilterra diede inizio ad un periodo di colonizzazione, mediante assegnazione di terreni ai meno abbienti.
A quel tempo, il Marchese De Rays si era appena svegliato da una lunga ibernazione che duro’parecchi anni, in cui visse nell’ozio, leggendo libri d’avventura che parlavano della zona del Pacifico , a nord dell’Australia. Aveva ormai raggiunto l’eta’ di 55 anni e la sua fantasia ed il suo spirito d’avventura ricominciarono a farlo sognare di viaggi fantasiosi, isole paradisiache disabitate, sparpagliate nella zona dell’Oceano Pacifico.
Un giorno, ebbe occasione di leggere la descrizione fatta dal Comandante Duperrei, che, a bordo della corvetta “La Coquille”, aveva navigato nei mari vicini all’isola battezzata col nome di Nuova Irlanda. Egli affermava che la terra era fertile, gli indigeni di Port Praslin erano amichevoli ed il clima molto piacevole. Anche se la sua descrizione contrastava completamente con il comandante Bouganville, che avrebbe fatto scalo nel 1768 e riporto’: “Piogge continue, regione montagnosa, suolo magro coperto di rocce.”
– Il Marchese decise d’ignorare quest’ultima descrizione e volando sulle ali della fantasia, sogno’ di creare una colonia intorno a Port Praslin, (che divento’ poi Port Breton), con migliaia di emigranti intenti a sfruttare le immense ricchezze sconosciute della zona. Gente dedicata alla costruzione di strade, palazzi, ed anche chiese, per permettere la conversione dei nativi. L’immaginazione di un posto idilliaco creato dalla sua mente, fece scattare la molla dell’azione e quindi, si circondo’ di collaboratori fedeli e fece stampare e distribuire quattrocentomila copie di un manifesto che intitolo’ “ Verso la Nuova Francia”. Egli sparse la voce che “La Nuova Francia” era un posto magnifico, con terra fertile, che poteva permettere due raccolti l’anno. Il clima era mite, aveva spiagge spettacolari, senza vento, ma accarezzate da una brezza leggera.
Poiche’ descriveva i nativi molto docili e tranquilli, pronti ad aiutare i nuovi arrivati, dava l’impressione che quello di cui egli parlava, fosse davvero il “Paradiso Terrestre. Il suo impero avrebbe compreso, oltre alla Nuova Irlanda, la nuova Guinea orientale e le isole Salomon. Con molta astuzia ed abilita’, il Marchese senza il minimo scrupolo, inizio’, con metodo e razionalita’ a formulare un piano per la promozione della nuova Colonia.
Innanzitutto, diede l’annuncio che la nuova Colonia “La Nouvelle France” era stata fondata, e fece stampare migliaia di certificati di proprieta’ falsi, mentre impiego’ parecchi agenti in tutta l’Europa, per propagandare la sua iniziativa. I piccoli proprietari e coltivatori diretti furono i primi ad essere bersagliati, poiche’ egli intui’ che la buona fede, onesta’ e credulita di questa fascia della popolazione sarebbe stata una facile preda per il suo progetto.
I suoi agenti, stimolati dal Marchese, continuavano, sempre con maggior sicurezza a dire che, nella Colonia, ciascuno avrebbe potuto fare rapida fortuna con i guadagni considerevoli grazie alle terre estremamente fertili, che potevano dare ottimi raccolti. Essi, infatti, dicevano che, anche con un solo ettaro, i coloni piu’ poveri avrebbero potuto ricavare migliaia di franchi. Percio’ era davvero difficile resistere alla possibilita’ di accedere a tutto quel ben di Dio.
A questo punto, pero’, cari amici, “- dice Bruno, interrompendo l’affascinante racconto, mentre aggiunge: -“ Mi devo scusare, ma mi aspettano a pranzo e sono gia’ le 12.30, percio’ vi devo lasciare, ma, se v’interessa, potremo continuare la storia la prossima volta”- Mentre Bruno si alza, Luciano interviene, -“ Ma certo, si tratta di una storia cosi’ avvincente che non mi sono nemmeno accorto che il tempo passava.”- A sua volta, anche Andrea prende la parola: -“ Sicuro, anch’io voglio sapere come andra’ a finire questa storia, che mi ha tenuto col fiato sospeso per piu’ di due ore.”-
Zzzzzzzzzzzzz Mentre i tre si congedano, io mi riorganizzo e vi conduco nell’angolino delle risate Zzzzzzzzzzzzz (Quando in cucina scarseggia il pesce) Al ristorante, un cliente ordina il pesce alla griglia. Il cameriere, lo guarda interdetto e commenta: oh, si, certo, potete ordinarlo il pesce, se siete uno a cui piace vivere pericolosamente! Zzzzzzzzzzz Ciaooooo Zzzzzzzzzzzzz
