di Emanuele Esposito
Come prevedibile, la plenaria del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (CGIE) si è focalizzata sui due temi più dibattuti dalle nostre comunità: cittadinanza e voto all’estero. Temi che, purtroppo, vengono ancora affrontati con una lentezza che accende sospetti. Sulle pensioni e sulla perequazione internazionale, invece, silenzio assoluto: un silenzio che pesa come un macigno.
Sulla cittadinanza, il “decreto Tajani” ha monopolizzato il dibattito negli ultimi mesi, suscitando clamore mediatico ma anche genuine preoccupazioni. Il Presidente Mattarella, incontrando il CGIE al Quirinale il 17 giugno, è stato chiaro: serve un confronto serio per correggere le storture della legge. Ha ricordato il ruolo attivo del Capo dello Stato, che può anche rinviare una legge alle Camere. Sul voto, ha ribadito che la partecipazione è l’essenza della cittadinanza attiva: il diritto di voto va garantito, esercitato e protetto.
Io continuo a sostenere con forza il voto elettronico e, dove possibile, il voto in presenza presso i consolati. È una battaglia di democrazia, non una polemica. Ho presentato uno studio dettagliato a diversi parlamentari, sperando in una presa in considerazione. Non possiamo continuare con un sistema postale fallace, vulnerabile e incline a brogli.
Durante la plenaria, il deputato Andrea Di Giuseppe (FdI) ha dichiarato che nelle prossime elezioni il voto postale non ci sarà più, scatenando reazioni immediate.
La segretaria Maria Chiara Prodi ha ribattuto ricordando che il dialogo era stato proposto a tutti i gruppi parlamentari. Toni Ricciardi (PD) ha sottolineato che il CGIE, pur con i suoi limiti, sta lavorando a proposte concrete, mentre il senatore Francesco Giacobbe (PD) ha puntato sulla necessità di aggiornare le anagrafi e coinvolgere l’Inps.
Serve una riforma seria: voto elettronico dove non si può andare in consolato, voto in presenza dove possibile. Il CGIE e i COMITES vanno superati: basti con organismi che producono solo raccomandazioni.
In chiusura, il CGIE ha approvato due ordini del giorno: uno sulla cittadinanza, con proposte di modifica importanti, e uno sul voto all’estero, verso una modernizzazione del sistema (schede sicure, tracciabilità, scrutinio consolare, campagne di educazione civica). Tutto condivisibile, ma ora la palla passa alla politica: servono leggi, non solo documenti.
