A scuola indossare abiti sobri e decorosi

La discussione sul codice di abbigliamento nelle scuole italiane è nuovamente al centro dell’attenzione, con diverse opinioni che riflettono il conflitto tra la necessità di un vestiario adeguato e l’espressione personale degli studenti.

Recentemente, il preside di un liceo a Reggio Emilia ha emesso una circolare che ha scatenato un acceso dibattito tra gli studenti e il corpo docente. La circolare mirava a fornire delle linee guida per un abbigliamento appropriato durante l’orario scolastico, sottolineando l’importanza di rispettare il contesto educativo con un abbigliamento sobrio e decoroso. Tra le regole stabilite dal dirigente scolastico c’erano il divieto di indossare bermuda o pantaloni corti sopra il ginocchio, minigonne, canottiere, top che lasciano scoperta la pancia e magliette troppo scollate o trasparenti.

L’obiettivo era chiaramente quello di promuovere un abbigliamento discreto tra studenti, insegnanti e personale scolastico in un ambiente dove l’offerta formativa coinvolga l’intera persona. Tuttavia, queste regole hanno scatenato polemiche tra gli studenti, specialmente sui social media, dove sono state criticate e etichettate come un “ritorno al medioevo”.

Nonostante le reazioni negative, il preside ha sottolineato che il concetto di “abbigliamento adeguato” è presente in tutti i regolamenti della scuola e rimane fondamentale. Il preside ha anche chiarito che l’obiettivo della circolare non è imporre una divisa standard o limitare la libertà di espressione degli studenti. Piuttosto, si tratta di insegnare loro il rispetto per il contesto scolastico, che include il modo in cui si vestono. Pertanto, ha consigliato un abbigliamento consono, cercando di evitare interpretazioni personali.

Questa discussione ha sollevato interrogativi sulla necessità di norme più rigide per garantire un ambiente di apprendimento adeguato. Nel suo messaggio di inizio dell’anno scolastico, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricordato che “la scuola è la prima e la più importante risposta al degrado”. Contro le situazioni di devianza giovanile, “è la buona scuola lo strumento più efficace e prezioso di cui la Repubblica dispone per creare e diffondere tra giovani generazioni una cultura della legalità, della convivenza, del rispetto”.

La questione sul dress code scolastico però rimane aperta, riflettendo la complessità del bilanciamento tra l’individuale e il contesto educativo. In Italia, non ci sono regole generali riguardo il dress code scolastico. Le regole vengono dettate da circolari interne degli istituti scolastici, che vietano alcuni indumenti o accessori. La maggior parte delle linee guida riguardano “regole non scritte” che si limitano a raccomandare niente abiti troppo succinti, costumi da bagno o ciabatte.

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