Chiusura dei corsi di lingua alla Macquarie era solo  l’inizio. E anche l’UTS taglia!

Noi di Allora! lo avevamo detto: la chiusura dei corsi di lingua alla Macquarie University era solo l’inizio, e purtroppo non siamo stati ascoltati. 

Nel 2024, l’ateneo ha eliminato i corsi di lingua italiana, croata, greca moderna e russa, suscitando l’allarme di studenti, docenti e comunità culturali. Nonostante petizioni e appelli, l’università ha confermato la propria decisione, giustificandola con la necessità di adattarsi a un “nuovo contesto globale” e proponendo un corso di “cultura globale” come sostituto. 

Oggi, a distanza di un anno, il sistema educativo del Nuovo Galles del Sud affronta una nuova emergenza: l’University of Technology Sydney (UTS) ha annunciato la sospensione dei corsi di formazione per insegnanti, una decisione che rischia di compromettere il reclutamento futuro di docenti qualificati e di aggravare la carenza già esistente. 

Il Ministro per le Competenze e l’Istruzione Superiore, Steve Whan, ha chiesto all’università di riconsiderare la sospensione, sottolineando l’importanza di garantire un flusso continuo di nuovi insegnanti.

Queste decisioni non sono isolate. Numerose università australiane stanno riducendo o eliminando corsi nelle discipline umanistiche, tra cui insegnamento e lingue, a causa di pressioni finanziarie e politiche governative. 

Secondo quanto riportato dal The Guardian, si prevede che entro il 2027 circa 2.400 posti di lavoro nel settore universitario andranno persi, con oltre 847 già eliminati. 

Le conseguenze sono gravi: la sospensione della formazione per insegnanti e la chiusura dei corsi di lingua non solo riducono l’accesso a un’istruzione di qualità, ma impoveriscono anche il patrimonio culturale e linguistico del paese. Le lingue sono veicoli di identità, storia e comprensione interculturale; eliminarle significa indebolire i legami con le comunità che le parlano.

Il nostro avvertimento era chiaro: la chiusura dei corsi di lingua era solo l’inizio. Ora, con la sospensione dei corsi di formazione per insegnanti, il sistema educativo australiano sembra intraprendere un cammino pericoloso, dove le scelte politiche e finanziarie prevalgono sul valore dell’istruzione e della cultura. 

Gli esperti e i sindacati sottolineano come, senza nuovi insegnanti qualificati, le scuole saranno costrette a ricorrere a personale non adeguatamente preparato o a sovraccaricare i docenti già in servizio, con ripercussioni immediate sulla qualità dell’apprendimento. La responsabilità dei rappresentanti e dei decisori politici è evidente: tra comizi e chiacchierate, spesso mancano azioni concrete per proteggere studenti e insegnanti.

La chiusura dei corsi di lingua alla Macquarie University e la sospensione dei corsi di formazione per insegnanti all’UTS rappresentano un chiaro segnale di un trend preoccupante nel settore educativo australiano. È essenziale che le istituzioni accademiche, le comunità e i governi ascoltino le voci degli studenti, dei docenti e delle comunità culturali e intervengano con misure concrete per salvaguardare l’istruzione e la cultura. 

Solo così si potrà garantire un futuro in cui l’istruzione non sia compromessa da logiche finanziarie o politiche, ma rimanga al servizio della società e della cultura, valorizzando il patrimonio linguistico e umano di chi studia e insegna in Australia.