Il sabato mattina, mentre alcuni giocano a netball e socializzano all’aperto, alcuni genitori iscrivono i propri figli a lezioni di italiano.
Siamo però giunti ad una minoranza sempre più piccola di giovani italo-australiani che parlano italiano. Alcuni sanno dire un paio di parole, “pasta, pizza, spaghetti” ma pochi sono i discendenti che continuano a studiare la lingua italiana all’università dopo il liceo.
Secondo molti, si sta perdendo il contatto con le nostre radici, ed è una cosa piuttosto triste che le istituzioni, specialmente quelle italiane operanti in Australia, non vedano… o non vogliano vendere la drammaticità del problema. Non mancano invece le pubblicità ‘a scrocco’ sui social per le grandi aziende made in Italy, sui cambiamenti climatici, politiche radical-chic sui finti diritti fondamentali e sugli alveari delle api.
Sicuramente, dietro le quinte, consoli e ambasciatori continuano a parlare con i self-appointed capi della comunità che gestiscono pseudo-associazioni con patrimoni milionari legate a doppio filo con il servilismo politico e diplomatico per accaparrarsi qualche milioncino sulla finanziaria e dal ministero, ma il popolo queste cose non è tenuto a saperle. Toc, toc… torniamo sul pianeta Terra!
La migrazione del secondo dopoguerra ha visto un afflusso di migranti italiani che hanno introdotto una nuova cultura e lingua in Australia. Ma ora che muoiono quei migranti di prima generazione e la nuova emigrazione di italiani è molto meno consistente, anche il numero di australiani che parlano italiano è in calo.
Nel 2006, l’italiano era la lingua più parlata in Australia dopo l’inglese, secondo i dati dell’Australian Bureau of Statistics Census. Un decennio più tardi, l’italiano è sceso al quinto posto dopo mandarino, arabo, cantonese e vietnamita.
Anche le opportunità per le persone di imparare l’italiano in Australia stanno diminuendo, cosa che le istituzioni locali sostengono sia semplicemente dovuta alla mancanza di interesse.
La Flinders University nell’Australia Meridionale ha annunciato nell’ottobre 2021 di voler tagliare i suoi programmi di lingua italiana e ha annullato la decisione solo dopo le proteste della comunità e le rappresentanze del consolato italiano. L’università ha detto che manterrà il programma per il 2022.
“Spetta alle università che operano in un ambiente finanziario limitato trovare i modi più efficaci per mantenere una gamma di offerte, ove appropriato, attraverso la collaborazione inter-universitaria”, ha affermato il professor Monteath, preside esecutivo del College of Humanities Arts and Social Sciences della Flinders University.
L’Università di Wollongong nel NSW ha eliminato la specializzazione in italiano nel 2020 a causa del calo di richieste, ma offre ancora un minor. La Swinburne University nel Victoria ha interrotto tutti i corsi di lingua nel 2020, incluso l’italiano, considerando lo studio delle lingue non “strategicamente allineato” con la direzione futura dell’università.
Angela Scarino, esperta di linguistica applicata dell’Università del South Australia, ha affermato che la decisione iniziale della Flinders University ha inviato un messaggio “scioccante” e “molto irrispettoso”. “Per me è assolutamente inimmaginabile che potessimo essere così monolingui… ed essere così irrispettosi nei confronti di una comunità”.
L’italiano è ancora tra le lingue più popolari da imparare nelle scuole superiori australiane, anche se in notevole calo. In South Australia, le iscrizioni all’italiano per gli studenti dell’anno 12 sono scese al di sotto di 100 per la prima volta nel 2021, ma rimane ancora la terza lingua più popolare dopo giapponese e francese.
Le iscrizioni all’italiano (continuers) per gli studenti HSC nel NSW sono diminuite, ma le iscrizioni per gli studenti senza una precedente conoscenza dell’italiano (beginners) sono aumentate e rappresentano il maggior numero di studenti di lingua italiana.
È stata la quarta lingua HSC più popolare studiata nel 2021, secondo la NSW Education Standards Authority.
“Nelle generazioni attuali di famiglie italiane, i bambini, i giovani, in realtà sono molto interessati alla lingua e alla cultura italiana, al loro patrimonio. Non hanno difficoltà ad appartenere… a due mondi, ad appartenere al mondo italiano e ad appartenere al loro mondo australiano”.
La professoressa Scarino ha aggiunto che la sua ricerca ha mostrato un cambiamento nell’atteggiamento nei confronti dell’apprendimento della lingua. “Mentre alcuni figli di migranti italiani negli anni ’50 hanno subito discriminazioni per aver parlato italiano a scuola e in pubblico, quel pregiudizio è ora notevolmente diminuito. La cultura italiana è diventata parte della vita australiana, il che significa che i giovani si sono sentiti più a loro agio nell’apprendimento della lingua”
Un numero maggiore di giovani italo-australiani desiderano recarsi in Italia per saperne di più sul loro patrimonio culturale, e quindi l’’italiano ora è una lingua di prestigio, [una lingua molto comune] … e penso che i giovani si siano aggrappati a questo.”
Per il 2021, nel NSW, secondo le pubblicazioni ufficiali del MAECI, l’unico ente a ricevere fondi dal Ministero per gli Affari Esteri per corsi di lingua italiana è stato il Co.As.It. di Sydney, con Euro 445.322 (721 mila dollari) per un progetto denominato “Corsi integrati nel curricolo finalizzato al conseguimento della certificazione.”
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