Addio a Pippo Baudo il Maestro della TV italiana

Giuseppe Raimondo Vittorio Baudo, per tutti semplicemente Pippo, se n’è andato all’età di 89 anni. Con la sua morte non scompare soltanto un uomo di spettacolo, ma un pezzo intero della nostra memoria collettiva. Pippo Baudo non è stato soltanto un conduttore, ma il conduttore: “Super Pippo”, come l’Italia l’ha chiamato per decenni, il volto rassicurante e carismatico che ha accompagnato intere generazioni nelle domeniche pomeriggio, nelle serate di varietà e, soprattutto, nelle indimenticabili edizioni del Festival di Sanremo.

Con lui si spegne l’ultimo simbolo di quella televisione che aveva ancora il sapore della famiglia raccolta intorno al piccolo schermo. Dopo Mike Bongiorno, Corrado, Raimondo Vianello, ora tocca a lui: i grandi pilastri che hanno inventato la tv italiana non ci sono più. Erano gli anni ’60, ’70 e ’80: un’Italia diversa, spensierata, capace di emozionarsi davanti a un numero di varietà, a un’ospitata, a una canzone. Un’Italia che si fermava la sera davanti al televisore, insieme, come davanti a un rito laico. Pippo Baudo ha scritto pagine fondamentali della nostra storia culturale. Nessuno come lui ha saputo incarnare il ruolo del conduttore, al punto da diventarne sinonimo. Il suo record parla chiaro: 13 edizioni del Festival di Sanremo condotte con eleganza e autorità, un traguardo che nessun altro ha eguagliato.

Ha guidato i varietà che hanno fatto epoca: Canzonissima, Domenica In, Fantastico, Serata d’onore, Novecento. Trasmissioni che hanno segnato lo stile di un’epoca e che hanno contribuito a costruire un immaginario comune.

Baudo non fu soltanto presentatore, ma anche talent scout. Ha lanciato artisti che sarebbero diventati icone, da Lorella Cuccarini a Heather Parisi, da Laura Pausini a Andrea Bocelli, da Giorgia a Mietta. Nel 1993, proprio sul palco di Sanremo, presentò una giovanissima Laura Pausini che con “La solitudine” vinse nella categoria Nuove Proposte, aprendo una carriera internazionale.

Nato a Militello in Val di Catania il 7 giugno 1936, laureato in giurisprudenza, Baudo era un uomo colto e raffinato. Musicista, pianista e cantante, portava con sé un bagaglio culturale che arricchiva ogni sua conduzione. Dopo gli studi scelse con naturalezza la strada dello spettacolo, come se il palcoscenico fosse da sempre il suo destino.

Il suo esordio in Rai con Settevoci nel 1966 aprì la porta a una carriera lunga oltre sessant’anni. Una carriera che non conobbe mai un vero declino: dal varietà al quiz, dal teatro alle ospitate nei talent moderni, la sua presenza rimase un punto fermo. Anche quando partecipava come “giudice” o ospite d’onore, lo faceva con quello sguardo paterno e autorevole che continuava a guidare le nuove generazioni.

Baudo è stato anche uomo di teatro e di cinema. Negli anni Settanta recitò in alcuni film e prestò la sua voce a spettacoli musicali, portando sul palco la sua passione per il canto e il pianoforte. Non mancò l’impegno istituzionale: per alcuni anni fu direttore artistico del Teatro Stabile di Catania, riportando nella sua terra d’origine l’esperienza maturata sul piccolo schermo.

Sul piano personale, nel 1986 sposò la cantante Katia Ricciarelli, un’unione che fece sognare l’Italia intera. La loro storia, tra momenti di grande amore e difficoltà, terminò con la separazione nel 2004, ma il legame umano tra i due rimase forte. Baudo ebbe due figli, Alessandro e Tiziana, ai quali fu sempre legatissimo.

Con la morte di Pippo Baudo si chiude un capitolo irripetibile della televisione italiana. Una tv che oggi appare lontana, ma che ha segnato le emozioni di milioni di italiani. Baudo rappresentava l’infanzia e la giovinezza di tanti: i pomeriggi con Domenica In, le notti di Sanremo, le sigle ballate nei salotti di casa. Era il volto di una televisione che passava dal bianco e nero al colore, che univa il Paese da nord a sud attraverso la musica, la comicità, lo spettacolo.

Fino all’ultimo non ha mai perso ironia e lucidità. “Sono il maestro”, disse sorridendo quando Fiorello, in diretta, gli ricordò che ogni conduttore di oggi non fa altro che camminare sul sentiero che lui aveva tracciato. Ed era vero. Pippo Baudo non è stato soltanto un grande presentatore: è stato la televisione italiana, il punto di riferimento per chiunque abbia deciso di intraprendere quel mestiere. Ciao Pippo!