Morta la Libertà di Stampa

Il 18 aprile 2023, a Sydney veniva a mancare la Libertà di Stampa. Condannata a morte, senza diritto d’appello, la sentenza è stata decretata dal presidente del Comites di Sydney, Luigi Di Martino, durante una riunione via Zoom.

Nonostante i consiglieri fossero stati informati dal rappresentante del CGIE Franco Papandrera che la votazione doveva rispettare e criteri della legge, i soliti che hanno votato contrario nelle passate occasioni, ancora hanno votato contro i leciti finanziamenti a questa testata. Inoltre, al rappresentante del CGIE è stato vietato di parlare, togliendogli il microfono, solo perché aveva chiesto di attenersi alla legge e di specificare le motivazioni per un voto contrario. Il presidente del Comites ha sostenuto con un’arroganza degna di gerarchi d’altri tempi che “non sono tenuti a dare la motivazione”. Anzi, a più riprese, ha pubblicamente umiliato Franco Papandrea.

Ancora una volta, senza avvocati difensori e senza sostenitori, solo con tiepide rimostranze da parte della minoranza, la Libertà di Stampa non ha ricevuto nessuna giustizia da questi individui che volutamente hanno ignorato ciò che la legge chiede loro. La libertà di Stampa nata nel dopoguerra, figlia delle Costituzione scritta col sangue degli eroi morti per la Patria, gli antifascisti e partigiani, muore per mano di chi non ha voluto capire qual’era il loro compito.

Hanno preferito ignorare la legge per una ripicca personale, oppure forzati da un dittatore che purtroppo rappresenta un partito politico italiano che si definisce “democratico”. Uccidendo la Libertà hanno infangato la memoria di chi è morto per darci questo diritto. Non nutro odio verso queste persone, solo commiserazione.

Spero solo che questi personaggi vengano rimossi al più presto possibile dalla loro carica per il semplice motivo che non ne comprendono che il danno per la comunità è immenso. Questo segretario del PD a Sydney, che ricopre anche il ruolo di presidente del Comites, cerca solo di fare carriera aspirando alla poltrona del senatore o del deputato PD, ma ha dimostrato tutta la sua pochezza.

Non so cosa ci riserverà il futuro, se le finanze ci permetteranno di continuare a stampare, se Madre Terra vorrà concedermi ancora qualche anno. Certo che, ricevere una coltellata simile, non fa bene alla salute.

L’ho sempre amata la Libertà nata dalla Costituzione Italiana, quella libertà che è la base della Democrazia. La libera informazione è essenziale per aiutarci a fare fronte, comprendere, riflettere e superare ogni tipo ingiustizia sociale.

In uno Stato costituzionale, liberale e democratico, la libertà di stampa rappresenta una delle manifestazioni fondamentali dell’autonomia individuale. Oltre a consentire la libera espressione del pensiero e quindi il dibattito pubblico su qualsiasi argomento, permette anche ai cittadini di “controllare” l’operato del potere. Nella Costituzione Italiana è garantita dall’art. 21: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”.

Per libertà di stampa si intende la libertà di esprimere, stampare e comunicare informazioni da parte dei privati cittadini e delle loro associazioni. Si tratta di uno dei pilastri imprescindibili dello Stato democratico, indice del rispetto di tutti gli altri diritti fondamentali dell’individuo.

Di questo orrendo sopruso ai danni della nostra testata e della comunità, ne danno triste notizia la redazione di questo settimanale e tutte le persone che ancora credono che ognuno abbia il diritto di esprimere il proprio pensiero.

Da parte mia, intendo procedere per vie legali al danno materiale e morale che queste persone hanno inflitto a questa testata.

La legge australiana è chiara a questo proposito: “Il diritto di cui all’articolo 19, paragrafo 1, di esprimere opinioni senza interferenze non può essere soggetto ad alcuna eccezione o restrizione. Il diritto di cui all’articolo 19, paragrafo 2, protegge la libertà di espressione con qualsiasi mezzo, ad esempio comunicazioni scritte e orali, i media, la protesta pubblica, la radiodiffusione, le opere artistiche e la pubblicità commerciale. Il diritto protegge non solo informazioni o idee favorevoli, ma anche idee impopolari, comprese quelle che possono offendere o scioccare”.

Credo nella giustizia locale, molto più sbrigativa ed equa di quella italiana alla quale ci siamo appellati senza risposta.

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