Addio alla Messa italiana a Holy Spirit New Farm

Brisbane – La decisione dell’Arcivescovo di Brisbane, Monsignor Shane Mackinlay, di ristrutturare la leadership pastorale della parrocchia di Holy Spirit a New Farm ha segnato la fine di un’epoca per i Padri Scalabriniani, presenti nella comunità da oltre dodici anni. In una lettera datata 12 dicembre 2025, l’Arcivescovo ha annunciato che le modifiche entreranno in vigore dal 2 febbraio 2026, prevedendo il trasferimento dei Scalabriniani alla parrocchia di Holy Cross, a Lutwyche, dove continueranno il loro servizio pastorale alle comunità italiane e latinoamericane.

Ma per molti fedeli, l’impatto umano della decisione si è fatto sentire con tutta la sua forza domenica scorsa, quando i partecipanti alla Messa in italiano hanno appreso che la celebrazione verrà permanentemente cancellata a partire dal nuovo anno.

“È come se la nostra presenza venisse cancellata lentamente,” racconta un parrocchiano dopo la Messa. “Prima St Thomas Moore, ora New Farm. Ti chiedi quale chiesa toccherà dopo.”

Il provvedimento segue la chiusura delle Messe in italiano e della chiesa di St Thomas Moore, suscitando preoccupazione tra anziani e famiglie migranti che considerano queste celebrazioni liturgiche un legame vitale con la propria cultura e spiritualità.

Nella lettera, l’Arcivescovo Mackinlay ha riconosciuto che la nomina comporterà “un cambiamento significativo” per la parrocchia, citando l’evoluzione delle esigenze comunitarie, il carico di lavoro del clero e le risorse diocesane limitate. Tuttavia, tra i fedeli, la fiducia è mista.

In tutta Brisbane, le chiusure e le consolidazioni delle chiese legate al calo delle presenze hanno trasformato parrocchie un tempo vivaci in proprietà vendute o riconvertite. Alcuni membri della comunità si chiedono apertamente se un giorno le chiese cattoliche possano essere cedute, sostituite da altre confessioni, sviluppi commerciali o progetti residenziali. “Quando spariscono le Messe, la gente si allontana. E quando la gente si allontana, gli edifici non durano,” osserva un altro fedele di lunga data.

La perdita di celebrazioni culturali specifiche ha riacceso il timore che comunità di fede radicate da decenni possano essere progressivamente smantellate. Per molti, il Natale 2025 arriva con un senso di incertezza e la domanda persistente su quale futuro attenda la vita cattolica a Brisbane. “Ci dicono che è questione di risorse,” dice un parrocchiano, “ma per noi è questione di identità — e di capire se ci sarà ancora un posto per noi.”

Non si tratterebbe di una sparizione improvvisa: la partecipazione alle Messe in italiano era già in calo da anni, con famiglie che privilegiavano la comodità alla continuità culturale e spirituale. Per i fedeli rimasti, la cancellazione appare meno una decisione amministrativa e più la conseguenza finale di anni di trascuratezza collettiva. Quando una comunità smette di riunirsi, in fondo, vota per la propria scomparsa — e la perdita che oggi si piange era, sotto molti aspetti, già annunciata.