Fallisce tentativo di fermare il referendum presso l’Alta Corte d’Australia

Il tentativo presso l’Alta Corte d’Australia da parte di un attivista indigeno con l’intento di impedire lo svolgimento del referendum su Voice è fallito. Robbie Thorpe, parente della senatrice indipendente Lidia Thorpe, ha cercato di sostenere che il voto tenutosi sabato rappresentasse “un attacco alla sovranità aborigena”.

Thorpe ha dichiarato venerdì che la negazione della sovranità sta causando gravi danni mentali.

Tuttavia, la Presidente della Corte Suprema, Susan Kiefel, ha indicato, conformemente alle regole dell’Alta Corte, che l’azione di Thorpe non è stata accettata per il deposito.

La norma stabilisce: “Se un atto, una domanda, una citazione, una dichiarazione giurata o un altro documento appare all’ufficiale del registro come un abuso del processo del tribunale, frivolo, vessatorio o al di fuori della giurisdizione del tribunale, il cancelliere può richiedere la direzione di un giudice”.

La giustizia può quindi ordinare all’ufficiale di stato civile di emettere o archiviare il documento, oppure di rifiutarsi di emettere o archiviare il documento.

Thorpe aveva già cercato di accusare il Commonwealth di genocidio.

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