di Maria Grazia Storniolo
Un’affascinante serata di arte, storia e cultura ha animato la Manly Art Gallery & Museum con la mostra “Maestri: Influenze dall’Italia all’Australia”, un evento che ha esplorato il legame profondo tra la tradizione artistica italiana del XIX secolo e la nascita dell’arte moderna australiana. Protagonista dell’incontro è stato il professor Valerio Terraroli, docente di storia della critica dell’arte, della letteratura artistica, arti decorative, museografia e museologia presso l’Università di Verona, invitato per presentare il percorso artistico e umano dell’italo-australiano Antonio Dattilo-Rubbo.
La serata, condotta da Josephine Bennett, manager della Art & Culture Gallery, si è aperta con un caloroso saluto di benvenuto e l’introduzione del professore Terraroli, affiancato dalla storica dell’arte Lorraine Kypiotis, docente presso la National Art School di Sydney e autrice di studi sull’influenza del classicismo europeo nell’arte australiana.
L’evento, a ingresso gratuito, è stato reso possibile grazie alla collaborazione tra la Manly Art Gallery & Museum (MAG&M), l’Istituto Italiano di Cultura di Sydney e il Consolato Generale d’Italia a Sydney, rappresentato per l’occasione dal Console Generale Gianluca Rubagotti, che ha sottolineato l’importanza del dialogo culturale tra Italia e Australia nel segno dell’arte.
Durante la visita guidata condotta dal professor Terraroli, il pubblico ha potuto ammirare una selezione di opere significative provenienti sia dalle collezioni australiane sia dall’Italia — quattro delle quali arrivate appositamente per l’evento —, offrendo così un racconto visivo del percorso di Dattilo-Rubbo, dei suoi maestri napoletani e dei suoi allievi australiani.
Nel suo appassionato intervento, il professor Terraroli ha ringraziato i numerosi presenti sottolineando che questa mostra rappresenta “un momento importante per la comunità italiana in Australia”, poiché racconta la storia di un artista che ha saputo unire due mondi. Dattilo-Rubbo, formatosi all’Accademia di Belle Arti di Napoli, fu profondamente influenzato dai grandi maestri Filippo Palizzi e Domenico Morelli, artisti che segnarono la transizione dal verismo italiano all’arte moderna. “Palizzi – ha spiegato Terraroli – insegnava ai suoi allievi a dipingere il vero: alberi, nuvole, la vita quotidiana. Non l’invenzione, ma la realtà osservata.”
Attraverso l’eredità di questi insegnamenti, Dattilo-Rubbo portò in Australia una nuova visione della pittura, attenta al sentimento, all’espressione e alla fedeltà al vero. Arrivato a Sydney nel 1897, aprì la propria scuola l’anno successivo, formando generazioni di artisti destinati a lasciare un segno profondo nella storia culturale australiana. Tra i suoi studenti si ricordano Grace Cossington Smith, Roland Wakelin e Norah Simpson, considerati pionieri del modernismo australiano.
“Questa mostra – ha aggiunto il professore – è dedicata non solo al maestro, ma anche ai suoi allievi, a quella tradizione viva che continua nel rapporto tra chi insegna e chi apprende. Dattilo-Rubbo trasmise ai suoi studenti l’idea che l’arte dovesse raccontare la verità, la realtà, anche quando non è piacevole, perché solo così si può comprendere davvero l’essere umano.”
Il percorso espositivo comprende, oltre alle opere del maestro e dei suoi contemporanei, anche tre tele di Dattilo-Rubbo dei primi del Novecento, tra cui I Derelictis, un’opera che mostra la sua attenzione per le fragilità umane e per la società del suo tempo.
A completare la serata, la performance del violoncellista italiano Massimo Bertucci, che ha regalato al pubblico un suggestivo intermezzo musicale, e una sessione di disegno interattivo con l’artista Matteo Bernasconi, nella cornice di un elegante atelier & aperitivo.
Con una partecipazione numerosa e attenta, l’incontro ha testimoniato il valore del dialogo interculturale e il fascino senza tempo dell’arte italiana. Come ha concluso il professor Terraroli, “questa esposizione non è solo un omaggio a Dattilo-Rubbo, ma un ponte tra due mondi, due culture, due modi di sentire l’arte. È la prova che la passione, la conoscenza e la bellezza sono linguaggi universali che continuano a unire l’Italia e l’Australia.”
