Cercare unità non vuol dire allinearsi

Opposizione insoddisfatta, dopo un messaggio del presidente Di Martino che si è detto impossibilitato a fornire chiarimenti su alcuni importanti quesiti in quanto “molto occupato con il lavoro, la famiglia e le innumerevoli iniziative che stiamo intraprendendo con il Comites.”

Il commento del consigliere Marco Testa non si è fatto attendere. “Questa è la prima volta in due anni che il presidente risponde a una mia richiesta di informazioni. Lo ringrazio per il riscontro ma che mi dica di essere molto impegnato con il lavoro e la famiglia e le iniziative che non coinvolgono tutti i consiglieri in quanto già decise da un gruppo ristretto di consiglieri, non è una risposta soddisfacente. Tutti noi abbiamo i nostri impegni, e chi sceglie di assumersi un incarico, deve anche prendersi le responsabilità che ne derivano. In primo luogo, il presidente del Comites deve essere in grado di garantire i diritti dei membri eletti a rappresentare la comunità,” ha dichiarato Testa.

Il consigliere Testa ha chiesto al presidente di fornire ai consiglieri chiarimenti urgenti su alcuni punti, tra cui il mancato coinvolgimento nei lavori della commissione cultura di cui Testa è membro di diritto, la dismissione della mail ufficiale del Comites e la visura dei documenti relativi ai progetti dell’ente gestore Co.As.It. approvati dal Com.It.Es.

“Se un presidente non è intenzionato a mantenere una gestione del Comites improntata a garantire i diritti e le legittime richieste dei consiglieri nell’interesse della trasparenza e della comunità che ci ha eletti, dovremmo cominciare a pensare quanto prima all’elezione di un nuovo presidente. La comunità italiana del NSW merita una leadership di qualità,” ha aggiunto Testa.

Il consigliere Testa, pur essendo membro della Commissione Cultura, sarebbe stato escluso dai lavori senza alcuna motivazione, mentre la commissione ha già deciso di organizzare un evento sul bilinguismo in occasione della Settimana della Lingua Italiana nel Mondo. “Pur facendo parte della commissione cultura, la stessa organizza eventi senza coinvolgere i propri componenti. Sono stati ingaggiati alcuni presentatori, tra cui ex-consiglieri del Comites, che non hanno sempre fatto l’interesse dell’ente. Abbiamo bisogno di mettere fine a questi episodi, che potrebbero essere considerati imprudenti da una parte della nostra comunità e mettere il Comites in cattiva luce,” ha concluso Testa.

Il consigliere Maurizio Aloisi, ex-presidente, ha anch’egli espresso il suo disappunto sulla continuata divisione fomentata dall’attuale esecutivo e la poca trasparenza negli affari contabili e finanziari. Partecipando alla riunione del 21 settembre, tenutasi comunque in un clima pacifico grazie all’opposizione che ha garantito il numero legale, Aloisi ha commentato aspramente i problemi legati alla gestione dell’ente.

“Da consiglieri seri e nell’interesse della comunità che rappresentiamo potevamo benissimo alzarci e andarcene come in passato ha fatto l’attuale leadership, ma abbiamo partecipato e garantito il numero legale perché crediamo fortemente nella comunità che ci ha eletti. Alla luce dei fatti, però, non si può più pretendere che il solo fatto di avere otto consiglieri sulla carta conceda al presidente un mandato in bianco. Questa maggioranza, dopo due anni, continua ad essere sempre più precaria, legata ad interessi personalistici con enti e individui al di fuori del Comites,” ha dichiarato Aloisi.

Aloisi ha inoltre criticato le prassi utilizzate nella gestione finanziaria e l’approvazione delle spese da parte dell’attuale esecutivo, anche perché non verrebbero presentati i bilanci mensili mirati a garantire la tracciabilità continua delle spese sostenute e la responsabilità collegiale delle decisioni finanziarie.

“In tutto questo, il presidente dimentica che il Consiglio è responsabile delle decisioni, non è solo chiamato a ratificare. I consiglieri che vogliono capirci qualcosa e non si accontentano di calare la testa hanno diritto a ricevere esaurienti risposte. Il presidente e l’esecutivo non intendono presentare al Consiglio l’approvazione anticipata delle spese per eventi in programma e questo a mio avviso è molto grave,” ha aggiunto Aloisi.

Ricordando la passata gestione, contestata apertamente da membri della comunità e profili social ora scomparsi, Aloisi ha messo in chiaro che forse ora è il momento di vigilare. “Noi, tanto criticati durante lo scorso Comites, abbiamo lasciato oltre $40,000 in cassa, di cui circa $12,000 di entrate locali. Invece di ripianare il buco di bilancio, queste somme vengono impegnate dall’attuale Comites per rimborsare i viaggi ad alcuni consiglieri e a accademici che vengono invitati da altri stati d’Australia. Non credo siano decisioni sagge e personalmente mi sono dissociato,” ha dichiarato Aloisi.

“In merito al recente evento di presentazione del logo e del nuovo sito web, lo stesso prevedeva una spesa iniziale la quale non è stata concordata e approvata dal Consiglio, ma decisa in sede privata. Nella mia esperienza di presidente, una tale procedura non è mai accaduta e tutte le spese previste per un evento sono state preventivate e approvate dal Consiglio e poi eseguite dall’esecutivo, il cui compito si dovrebbe limitare secondo i regolamenti alla sola attuazione delle decisioni prese in sede comune. I pareri di tutti i consiglieri devono essere ascoltati e deve esserci una votazione democratica” ha continuato Aloisi.

Infine, Aloisi ha affermato la sua contrarietà che si utilizzi il Comites per scopi personali e politici. “Mi chiedo, quindi, se stiamo assistendo ai lavori del Comites o all’organizzazione di una sezione di un partito politico o addirittura di un’associazione privata. Inutile nascondere che nel Comites ci sono individui che ambiscono a fare politica e utilizzano il Comites come trampolino di lancio. Se, però, intendono rappresentare i nostri interessi al parlamento con lo stesso stile e i metodi in cui gestiscono il Comites, non potranno che essere una grande delusione per i connazionali che sia aspettano leader altamente capaci e trasparenti,” ha concluso Aloisi.

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