È siamo arrivati ad una nuova bagarre, definita pubblicamente una “porcheria”, ovvero il voto sul premio Italo-Australian of the Year per far esplodere l’ennesima crisi interna al Comites NSW.
Il riconoscimento, che in teoria dovrebbe celebrare l’eccellenza e l’impegno di un personaggio nella comunità italiana, si è invece trasformato nell’oggetto di una disputa feroce, una faida che ha mandando in tilt i consiglieri e accendendo un dibattito fatto di accuse, insulti e, secondo quanto trapela, perfino qualche “vaffa” di troppo via telefono e sui social.
Il nodo del contendere è la totale segretezza del processo di selezione. Nessuna trasparenza, nessun verbale ufficiale, nessuna giuria nota. A decidere, secondo alcuni consiglieri, non sarebbe stata una commissione imparziale, ma il solito ristretto gruppo vicino al presidente Di Martino, più legato a amicizie e conoscenze personali che a un reale merito dei candidati presentati.
Le tensioni sono esplose dopo una riunione in presenza a Haberfield, tenutasi nelle scorse settimane. In quell’occasione, il presidente aveva rimandato la decisione finale che individuava il vincitore del premio a una successiva riunione via Zoom, convocata in modo improvviso e, fatto ancora più grave, senza che alcuni consiglieri ne venissero a conoscenza.
Un atto che, secondo fonti interne, sarebbe invalido ai sensi della legge istitutiva dei Comites, la quale stabilisce che le sedute debbano essere pubbliche e che per la validità delle decisioni occorra la presenza della metà più uno dei consiglieri.
Non si nascondono più neanche i malcontenti per una gestione definita “vergognosa” e “autoritaria” del Comites. Uno di loro, esasperato, avrebbe commentato: “Ormai servo solo a fare il numero legale. Mi aspettano pure. Ma questa prima o poi la paga.”
Tra accuse di manovre oscure, esclusioni e riunioni fantasma, il Comites NSW sembra scivolare sempre più verso la farsa di un organo svuotato di credibilità e guidato da “un incapace,” dove la rappresentanza della comunità italiana lascia spazio a giochi di potere e personalismi.
Il premio “Italo-Australian of the Year”, nato per unire, ha finito per dividere ancora di più. E per molti, ormai, il vero riconoscimento da assegnare, stavolta al Comites NSW, sarebbe quello per l’ente inutile dell’anno.
