di Emanuele Esposito
C’è qualcosa di profondamente poetico nel modo in cui il design italiano si racconta. Non parla solo agli occhi, ma anche al cuore. È una forma d’arte funzionale che abbraccia la vita quotidiana e la eleva. Questo spirito è stato protagonista assoluto dell’Italian Design Day 2025 a Sydney, un evento che ha trasformato lo showroom Mobilia in un vero e proprio tempio del Made in Italy.
Organizzato dall’Agenzia ICE (Italian Trade Agency), in collaborazione con Vogue Living, l’Ambasciata d’Italia in Australia, il Consolato Generale a Sydney e Mobilia, l’evento ha celebrato non solo la bellezza del design, ma anche il suo ruolo sociale, culturale e strategico nel mondo contemporaneo.
In apertura, le parole di Simona Bernardini, Italian Trade Commissioner in Australia, hanno dato il tono alla serata, unendo eleganza e riflessione profonda: “Siamo incredibilmente orgogliosi di essere qui per la seconda volta con l’Agenzia del Commercio Italiano per celebrare l’Italian Design Day, e farlo in questo spazio straordinario che rappresenta il meglio del design italiano nel mondo.”
Mobilia, fondata nel 1956 a Perugia dalla famiglia Fazzari e oggi protagonista anche a Sydney, è diventata una vetrina di eccellenza del design italiano. Il ringraziamento di Bernardini a Sam Fazzari e Mirella Scaramella non è stato formale, ma personale: “Il vostro impegno va oltre il business. È passione, amore per il dettaglio, e una dedizione sincera alla qualità. La vostra storia è la dimostrazione vivente di come il design italiano riesca a costruire ponti tra i continenti.”
Il tema scelto per l’edizione 2025, “Inequalities – Design for a Better Life”, è stato interpretato come un invito alla responsabilità creativa. Il design, ha sottolineato Bernardini, è uno strumento per ridurre le disuguaglianze, creare spazi inclusivi, promuovere sostenibilità e coesione sociale:
“A Vogue Living crediamo che il design non si tratti solo di estetica, ma anche di come viviamo. Il design italiano ha sempre unito empatia e innovazione. Dalle scelte di materiali sostenibili a spazi pensati per creare connessione umana, i designer italiani hanno compreso da sempre che l’abitare riflette i nostri valori.”
Il suo discorso ha abbracciato anche la storia, ricordando Gio Ponti, l’architetto milanese che nel dopoguerra rilanciò il ruolo della bellezza come elemento di ricostruzione nazionale. Ha parlato della Compasso d’Oro, nata nel 1954 per valorizzare la funzione produttiva e la ricerca estetica, diventata negli anni un barometro dell’evoluzione culturale e industriale italiana.
“Guardare un oggetto di design italiano è come guardare la storia del nostro Paese – fatta di contrasti, di visioni, di sogni realizzati. È un equilibrio raro tra il superiore e l’ordinario, tra la funzionalità e la poesia.”
Alla serata hanno partecipato importanti rappresentanti istituzionali, tra cui Ciro Carroccio, Capo dell’Ufficio Commerciale presso l’Ambasciata a Canberra, che ha portato i saluti dell’ambasciatore Paolo Crudele, e Ilaria Rotili Vice Console del Consolato Generale d’Italia a Sydney.
L’evento ha dimostrato la forza del Sistema Italia, ovvero quella rete composta da istituzioni, imprese, centri culturali, creativi, giornalisti, professionisti e comunità che, all’estero, mantengono viva l’immagine dell’Italia come patria di eccellenza. L’Italian Design Day, attivo in 84 città nel mondo, ne è uno degli esempi più emblematici.
Le cifre raccontano un’altra parte della storia. L’Italia si conferma tra i principali partner commerciali dell’Australia. Nel 2024, l’export italiano ha raggiunto i 5,7 miliardi di euro, con il settore dell’arredo e illuminazione che da solo ha toccato i 132 milioni.
Il Made in Italy, con un valore stimato di 420 miliardi di euro, coinvolge oltre 2 milioni di lavoratori e copre un ampio spettro industriale: moda, agroalimentare, automazione e arredo, le cosiddette 4 A italiane, ora estese anche a settori emergenti come l’aerospazio, l’energia, la cultura e l’entertainment. Come ricordato nel discorso conclusivo, il design non è solo un motore creativo, ma una leva economica strategica, capace di stimolare innovazione, produttività e competitività.
La sua influenza si estende alla diplomazia culturale, alla rigenerazione urbana, al benessere collettivo. Un sentito applauso è stato rivolto anche agli sponsor della serata — Campari, Illy Caffè, Acqua Fiuggi, Del Luca Gelato, Villa Sandi — che hanno contribuito a trasformare l’evento in un’esperienza multisensoriale e immersiva nel gusto e nella bellezza italiana.
E come ha ricordato Simona Bernardini con un sorriso a fine discorso: “Una stanza non è mai solo una stanza. Un oggetto non è mai solo un oggetto. Quando è italiano, porta con sé una storia, una tradizione, un’anima.”
L’Italian Design Day 2025 a Sydney è stato più di una celebrazione: è stato un invito a guardare il mondo con occhi nuovi, ad apprezzare il valore profondo della bellezza, a immaginare un futuro dove estetica, etica e inclusività camminano insieme.
In una città multiculturale come Sydney, il design italiano non ha solo trovato casa: ha trovato un pubblico pronto ad accoglierlo, interpretarlo, viverlo.
E mentre le luci si spegnevano tra i capolavori esposti nello showroom Mobilia, il messaggio rimasto impresso nei cuori era chiaro: il design italiano è, e sarà sempre, un modo per costruire un mondo più umano, bello e condiviso.
