Nato il 23 marzo 1931 a Covolo di Piave, un piccolo paese della provincia di Treviso, Domenico Pizzaia ha vissuto una vita ricca di esperienze, sacrifici e cambiamenti. Cresciuto in una famiglia di contadini, sin da giovane ha imparato a conoscere il valore del lavoro e del sacrificio, valori che lo hanno accompagnato in ogni tappa della sua esistenza.
“Eravamo una famiglia di contadini”, racconta Domenico. “Avevo un fratello di 20 anni, una sorella di 21 e un altro fratello di 23. Quello di 20 anni è andato volontario nell’aviazione, ma con la guerra è stato mandato in Calabria. Non è mai più tornato com’era, è morto tre anni dopo nel 1948.”
La vita in Italia, soprattutto nelle zone rurali, non offriva molte prospettive a quei tempi, e così come tanti altri, Domenico ha deciso di cercare fortuna altrove.
Nel 1957, all’età di 26 anni, prende la coraggiosa decisione di emigrare in Australia. “C’era la crisi del contadino. Chi aveva due mucche non riusciva più ad andare avanti, e molti se ne andavano”, spiega.
Così, Domenico si imbarca per l’Australia, rispondendo a un annuncio che cercava lavoratori per le piantagioni di canna da zucchero.
Arrivato a Bonegilla, forma un gruppo con altri otto italiani e si trasferisce nel Nord Queensland, dove lavora nelle piantagioni. “Dopo la stagione mi sono spostato a Melbourne,” continua, “dove ho trovato lavoro con un’impresa nelle ferrovie, facendo i ponti.”
Nel frattempo, nonostante la distanza, mantiene il legame con la sua fidanzata in Italia, Gerardina Prostocimo. “Le ho scritto: ‘Se vieni, ti sposo; se no, peggio per te.’
E così è arrivata in Australia il 3 gennaio 1959 e ci siamo sposati.”
Dal loro matrimonio nascono cinque figli, ma non tutto va come previsto. Negli anni ’60, Gerardina sente la necessità di tornare in Italia, dove aveva un’attività come magliaia. Domenico, però, non condivide la sua voglia di partire: “Io non volevo tornare, ma alla fine dovevo.”
La famiglia trascorre qualche anno in Italia, ma il legame con l’Australia è forte. Nel 1977, la figlia di Domenico esprime il desiderio di tornare in Australia, e così l’intera famiglia decide di rientrare. “A casa mia si parlava ancora italiano”, racconta Domenico con orgoglio. Tuttavia, le difficoltà non finiscono qui: la moglie e i figli restano a Melbourne, mentre Domenico si trasferisce a Sydney, continuando a vivere tra le due città.
Negli anni successivi, Domenico conosce una donna filippina durante un viaggio a Manila e si risposa. Tuttavia, la relazione non funziona a causa delle difficoltà linguistiche e culturali, e i due finiscono per separarsi. “Non riuscivamo a capirci”, ammette con un tono di rassegnazione.
Oggi, Domenico vive presso il Villaggio Scalabrini di Bexley, dove trascorre le sue giornate in tranquillità, partecipando a eventi organizzati dalla comunità italiana locale. “Mi piace ancora andare a spasso,” dice, “prima del Covid andavo a ballare tutte le sere al San George Club di Bondi Junction.”
“Adesso partecipo a qualche festa dei Trevisani nel Mondo, quando qualcuno mi viene a prendere, perché gli anni sono tanti e pesano. Alle feste trevisane incontro Luigi Volpato, sono 60 anni che ci conosciamo e siamo grandi amici”.
Nonostante i sacrifici e le difficoltà, Domenico guarda alla sua vita con serenità. Non pensa più a tornare in Italia, anche se ammette che gli piacerebbe vedere il sindaco di Treviso e assistere alle manifestazioni organizzate per i trevisani nel mondo. “Mi fermo qui,” conclude, “ma ogni tanto mi viene a prendere qualcuno per andare alle feste. Gli anni sono tanti, ma sono contento della mia vita.”