Due voti, due misure

Per strana coincidenza i primi giorni di dicembre si votava per due cose separate: il Comites che ha a che fare col Governo Italiano e le Elezioni Comunali della grande metropoli di Sydney, che ha a che fare con l’Ufficio Elettorale Australiano.

Non trovo titolo più adatto a sintetizzare l’intera situazione: “Due pesi, due misure” rappresentanti in questo caso, due voti e due situazioni totalmente differenti.

Per avere l’onore di votare per il Comites, ho dovuto compilare un’applicazione, inviarla al Consolato per richiedere la scheda nonostante sia un mio diritto Costituzionale, inserire copia di un documento di riconoscimento valido, come nel mio caso la carta d’identità italiana, oltre all’indirizzo residenziale e altre cose, facendo bene attenzione a non commettere sbagli perché “è un reato grave fornire false dichiarazioni” … cosa che ha fatto

prendere paura a più di una persona: “metti caso che mi sbaglio e mi denunciano?” oppure “mi faranno la multa?” … e via che la scheda sarebbe finita nel cestino.

Per votare per il Consiglio Comunale locale, è stata tutt’altra musica: ho attraversato il parco fino alla scuola dove era sistemato il seggio, una signora mi ha chiesto come mi chiamo e la mia data di nascita, ha controllato nel registro e mi ha consegnato la scheda con una penna che “può anche tenerla perché, per via del Covid, è considerata monouso”. Nessun documento, nessuna richiesta scritta, nessuna minaccia “penale”. Solo la scheda, la penna e un sorriso”.

Ho votato per il mio candidato preferito e ho imbucato la scheda. Il tutto in poco più di un minuto. Una cosa semplicissima, una cosa all’Australiana, semplice ma efficiente, senza burocrazia e pressapochismo, senza patemi. Una gioia votare!

Ora spiegatemi, rappresentanti di una Nazione con migliaia di anni di storia sulle spalle, discendenti dell’Impero Romano che dominò il mondo allora conosciuto, che di elezioni ne avete fatte migliaia, come mai per votare Comites bisogna fare tutta una trafila: fare il “download” dal sito web del Consolato, stamparlo, compilare il modulo di richiesta della scheda, inviarla per ricevere la scheda per votare con le istruzioni del caso, inviarla con la cedolina che va messa dentro e non fuori altrimenti hai fatto tutto questo trambusto per niente, inviare la busta entro il tempo stabilito; praticamente facendo piovere dall’alto qualcosa che dovrebbe essere un mio “semplice” diritto-dovere.

Niente meraviglia se ha votato il 2% degli iscritti all’Aire… anzi, credo proprio che, considerato tutto il trambusto necessario per votare, sia un buon risultato.

Poteva andare peggio.

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