Nell’ambito di Villaggio Italia a Darwin, il tema del turismo italiano ha avuto particolare risalto con una presentazione sul ritorno alle proprie radici e sul Progetto Italea. Emanuele Attanasio, direttore dell’Ente Nazionale Italiano per il Turismo (ENIT) per l’Australia e la Nuova Zelanda ha voluto esporre l’importanza e le iniziative del Governo Italiano in merito al “turismo delle radici”, al fine di favorire il ritorno alle terre d’origine per milioni di discendenti italiani residenti all’estero, con particolare attenzione alla comunità italo-australiana.
Nel suo intervento, Attanasio ha presentato una panoramica sull’attrattività dell’Italia tra i viaggiatori australiani, evidenziando come, nei primi sei mesi del 2024, l’affluenza dall’Australia sia aumentata del 15% rispetto al 2023, che già aveva segnato un anno record per il turismo italiano. “Gli australiani continuano a scegliere l’Italia come una delle destinazioni europee preferite,” ha affermato Attanasio, “ma oggi stiamo promuovendo un approccio diverso, che sposta l’attenzione dalle grandi città come Roma e Venezia verso i borghi più piccoli, i paesaggi rurali e le aree meno conosciute del paese.”
Un punto centrale della conferenza è stato il “turismo delle radici”, una forma di turismo che punta a far riscoprire ai discendenti di emigrati italiani il luogo di origine delle loro famiglie. Questo tipo di viaggio non è solo un’opportunità per riconnettersi con le proprie origini, ma anche per promuovere il patrimonio culturale delle zone meno visitate dell’Italia. Il 2024 è stato designato come “Anno del Turismo di Ritorno alle Radici e del Patrimonio,” un’iniziativa che ha portato alla creazione di nuove politiche di sostegno per favorire questi tipi di viaggi.
“Il turismo delle radici non è solo un modo per esplorare la bellezza dell’Italia, ma anche per ritrovare una connessione profonda con il passato,” ha spiegato Attanasio. “Per milioni di italo-australiani, questo significa poter camminare nelle strade dove sono nati i loro nonni o bisnonni.
Secondo i dati del censimento del 2021, oltre 1,2 milioni di australiani si identificano come discendenti di italiani, e circa 126.000 sono nati in Italia. Attanasio ha sottolineato che molti di questi discendenti provengono da regioni rurali o piccoli borghi che, oggi, sono tra i più grandi beneficiari di questo tipo di turismo. “L’obiettivo è incentivare viaggi che portino beneficio diretto alle comunità locali,” ha dichiarato. “Ogni persona che visita le proprie radici diventa un ambasciatore del patrimonio culturale italiano e, al contempo, aiuta a mantenere vive le tradizioni e i costumi dei piccoli comuni.”
Attanasio ha posto l’accento sull’importanza di promuovere un turismo sostenibile e rispettoso delle tradizioni locali. Ha citato l’esempio delle regioni come l’Abruzzo, la Basilicata o il Molise, aree ancora poco conosciute dal turismo di massa, che offrono esperienze autentiche. “È nelle piccole comunità italiane che si scopre l’Italia più vera, fatta di tradizioni secolari, di rapporti umani autentici, di una cucina che rispetta le antiche ricette tramandate di generazione in generazione,” ha detto Attanasio.
L’enfasi non è solo sull’aspetto culturale, ma anche su quello economico: “Ogni visita in un piccolo borgo rappresenta un supporto concreto per l’economia locale, contribuendo a preservare questi luoghi che altrimenti rischierebbero lo spopolamento,” ha aggiunto.
A coronare l’iniziativa del turismo delle radici c’è il progetto Italea, una piattaforma digitale lanciata nel 2024, che permette ai discendenti di italiani in tutto il mondo di esplorare le proprie origini attraverso un viaggio personalizzato.”
“Grazie a questa piattaforma, gli utenti possono accedere a informazioni genealogiche, scoprire i luoghi di origine della propria famiglia e ricevere suggerimenti su percorsi di viaggio nelle regioni italiane di appartenenza. “Italea offre un’esperienza unica e personalizzata per chi vuole tornare alle proprie origini e farlo in maniera semplice e accessibile,” ha detto Attanasio.
Oltre a fornire informazioni genealogiche, il sito propone itinerari che toccano i borghi di provenienza e suggerisce esperienze locali, come laboratori di cucina tradizionale o visite a festival e sagre di paese. “Non si tratta solo di vedere i luoghi, ma di viverli,” ha concluso Attanasio. “Questo è ciò che rende il turismo delle radici così speciale: non è solo un viaggio, è un ritorno a casa.”